Si può mangiare la polenta con il diabete

Soffice e gustosa. La polenta è un piatto tipico della tradizione culinaria delle regioni del Nord Italia. Consumata senza eccedere nelle quantità, è una valida alternativa a pasta, pane e cereali integrali in chicco. «Se è preparata con ingredienti semplici e poco elaborati può essere mangiata senza rischiare di ingrassare», spiega la nutrizionista Nicoletta Bocchino, che qui ci suggerisce quali proprietà ha e quanta e come mangiarla per renderla un’ottima alleata della linea e della salute.

Le proprietà

«Dal punto di vista nutrizionale la polenta è ricca soprattutto di carboidrati complessi, in particolare di amidi, ma ha un elevato indice glicemico quindi per garantirsi energia a lento rilascio da questo alimento è necessario abbinarlo a una fonte proteica e soprattutto a grassi, meglio se di origine vegetale», spiega l’esperta. Per aumentare il suo effetto saziante l’ideale è abbinarla alle verdure di stagione. Per esempio, polenta e broccoli condita con dell’olio extravergine d’oliva, assicura un mix formidabile per la salute. «Questo piatto apporta antiossidanti fra i quali il sulforafano, che grazie alla sua potente azione protettiva, difende le cellule dai danni ossidativi».

Quanta consumarne: quantità e calorie

La polenta ha un apporto calorico simile a quello di pane, pasta e cereali. «Cento grammi possono superare anche le 300 calorie. Il consiglio è di consumarne una porzione di massimo 70 grammi ed evitare di combinarla all'interno dello stesso pasto ad alimenti che contengono zuccheri. Ad esempio mangiare un piatto di polenta e del pane (ma anche patate, riso, pasta, pizza) favorisce l’aumento di peso. Inoltre, se questa abitudine è perpetrata e si è predisposti, aumenta il rischio di insorgenza di patologie come il diabete».

Come mangiarla

La polenta è di per sé un piatto semplice. È preparata con acqua e farina di mais o di grano saraceno. Occorre però fare attenzione ai condimenti. «Quelli troppo grassi e ricchi di colesterolo (salsiccia, spezzatino) andrebbero limitati. Benissimo invece l'associazione con la carne magra di pollo, di tacchino o di coniglio. Anche l’abbinamento con il pesce (orata, filetti di nasello) è perfetto, perché grazie ai grassi salutari e alle proteine complete che apporta è in grado di aumentare la capacità saziante del piatto. Limita l’assorbimento di zuccheri da parte dell’organismo e la secrezione di insulina e ne abbassa l’indice glicemico», spiega la nutrizionista Nicoletta Bocchino. Per migliorare il profilo nutrizionale della polenta promosso anche il classico abbinamento con i funghi e con i legumi. «I funghi sono un’eccellente fonte di minerali, vitamine e fibre di cui la polenta è povera. I legumi ricchi di lisina abbinati alla polenta apportano proteine complete di tutti gli aminoacidi essenziali. Associati senza esagerare alla polenta e a una porzione di verdure assicura un pasto completo, energetico e nutriente».

Di mais o di grano saraceno, questo cibo “povero” tipico del Nord Italia sgrassa il sangue, tonifica il fegato e rigenera anche i muscoli; ma solo con gli abbinamenti giusti…

Nel nostro paese la polenta si prepara con la farina di mais oppure con quella di grano saraceno (di colore grigiastro), tipica della polenta taragna, un piatto classico della Valtellina. In genere la polenta viene considerata un cibo povero, che “riempie” ma non nutre e, anzi, in molti casi creerebbe un senso di peso. In realtà, tutto dipende da come la polenta viene abbinata: ragù, brasati, spezzatini, salsicce cotte nel burro la rendono di certo grassa e ipercalorica, mentre, se si abbina alle proteine di legumi, ricotta, miele e semi, la polenta diventa un piatto unico completo e nutriente, capace di sgrassare sangue e tessuti e di dare una mano all’intestino pigro.

Regola la glicemia

La farina per una polenta sana deve essere integrale, biologica, non Ogm e macinata a pietra da non più di 15 giorni: solo così conserva integro il “germe”, dove è racchiuso tutto il patrimonio vitaminico e minerale del mais. Inoltre la farina di mais non Ogm, ovvero non geneticamente modificato, è l’unica che racchiude il patrimonio proteico e vitaminico presente nella pianta originale. Le continue ibridazioni che il mais ha subito negli ultimi decenni l’hanno privato della vitamina B12 e di alcune proteine. La farina integrale di mais possiede una buona dose di fibra ed è un alimento a basso indice glicemico, che viene assimilato gradualmente senza alzare i livelli di zuccheri nel sangue.

Riattiva reni e circolazione

La polenta di grano saraceno è più proteica rispetto a quella di mais. Priva di glutine, è ricchissima di sali minerali (soprattutto magnesio e manganese), possiede una buona percentuale di vitamine del gruppo B e vitamina E (previene l’invecchiamento della pelle) e aminoacidi quali lisina e triptofano (di cui il mais è carente). È un alimento riscaldante, adatto soprattutto in casi di convalescenza. Il grano saraceno è anche un buon depurativo: favorisce l’eliminazione dei ristagni e grazie a un glicoside, la rutina, rinforza i vasi sanguigni rendendoli più elastici con beneficio di tutto il circolo.

Fonte: riza.it

Quanta polenta può mangiare un diabetico?

Il consiglio è di consumarne una porzione di massimo 70 grammi ed evitare di combinarla all'interno dello stesso pasto ad alimenti che contengono zuccheri. Ad esempio mangiare un piatto di polenta e del pane (ma anche patate, riso, pasta, pizza) favorisce l'aumento di peso.

Chi è il diabete può mangiare il mais?

Il mais in grani ha un indice glicemico medio alto e contiene anche elevate quantità di amido. È un alimento, perciò, sconsigliato per chi è affetto da prediabete e diabete di tipo 2.

Quanto zucchero ha la polenta?

Polenta, cotta.

Cosa mangiare a cena con il diabete?

Per la cena si può iniziare il pasto con una minestra in brodo o un minestrone di verdure, a seguire si può consumare una porzione di secondo piatto (carne o pesce o uova) con un contorno di verdura abbondante e una porzione di pane.