Il gelato fa passare il mal di testa

Chi ci sa rinunciare alzi la mano. Chi sa fare a meno della sensazione di fresco, di gioia per il palato, della possibilità di scegliere i gusti che più aggradano, magari sapientemente mescolati tra loro? Evviva il gelato, insomma, che non è solo piacere ma anche una vera fonte di nutrienti per i bambini e soprattutto per gli anziani, che possono trovare proteine, zuccheri e grassi tanto che c’è chi propone un buon gelato anche come pasto sostitutivo. Per qualcuno, però, mangiare un cono, degustare una coppetta o assaporare una granita può creare qualche fastidio. Come mai?

Attenzione al lattosio e alla “rapidità”

Il gelato classico contiene latte o panna, presente in particolare in alcuni tipi di crema. Questi componenti, fatta salva la grande percentuale di acqua che compone il gustoso alimento, possono creare qualche disturbo in chi ha problemi d’intolleranza al lattosio, a volte non riconosciuti. In questi casi non si riesce a digerire del tutto o in parte questo zucchero naturale che si trova nel latte e nei latticini.

La produzione della lattasi, l’enzima che governa la capacità di digerire il lattosio, raggiunge il suo apice alla nascita in preparazione dell’allattamento materno e si riduce dopo lo svezzamento in funzione dell’ampliamento dell’alimentazione. I sintomi più frequenti dell’intolleranza al lattosio  sono meteorismo, dolore e gonfiore addominale, diarrea, flatulenza, nausea e vomito. Ma non fate l’autodiagnosi, magari senza riflettere sul fatto che prima del delicato fine pasto avete consumato grandi quantità di alimenti ricchi di grassi e condimenti e quindi è a questi che dovete far riferimento per spiegare i sintomi.

Riconoscere una reale intolleranza al lattosio richiede un semplice controllo, del tutto indolore, che si chiama Breath Test, che rappresenta l’esame standard da proporre a chi sospetta di essere intollerante al lattosio. Il Breath Test prevede la somministrazione di una soluzione con una dose nota di lattosio e la valutazione su un apparecchio della produzione di idrogeno da parte dei batteri dell’intestino. Va fatto sospendendo sospendere gli antibiotici quindici giorni prima dell’esame e l’assunzione di fermenti lattici, lassativi o antidiarroici almeno tre giorni prima.

In ogni caso, per chi presenta problemi di questo tipo, non dimenticate che alcuni gusti sono preparati senza latte e derivati, come ad esempio quelli alla frutta, ad eccezione del cocco e della banana, i sorbetti fatti con acqua ed il gelato al cioccolato extra fondente.

Per il resto, l’altra regola per chi ha il piacere del gelato è quella della lenta degustazione, quasi facendo sciogliere in bocca la “freschezza” di questo alimento. Non consumatelo, insomma, appena tirato fuori dal freezer, sotto i morsi della gola. Il motivo è semplice. Ci sono persone che presentano una particolare modalità di reazione all’ingestione degli alimenti, in particolare se questi sono a basse temperature e quindi più in grado di scatenare una sorta di “risposta” anomala e del tutto incontrollabile.

Si chiama riflesso gastro-colico, interessa soprattutto chi soffre di intestino irritabile e provoca una sorta di “sommovimento” dell’intestino quando lo stomaco viene sollecitato. Il problema può essere particolarmente presente nei bambini.

Infine, sempre per quanto riguarda l’apparato digerente, un consiglio: scegliete gusti di frutta se soffrite di calcolosi della colecisti, problema più frequente nelle donne. E soprattutto non associate il gelato al caffè per la digestione in questi casi: cioccolato, uova e panna possono anche stimolare l’attività dell’organo e, in casi sfortunati, provocare leggere coliche.

La cefalea che viene dal freddo

Gli esperti lo chiamano “Brain Freeze”. In qualche modo lo abbiamo provato tutti, soprattutto di fronte ad un ghiacciolo o una granita, ma anche con un gelato appena tolto dal freezer. Si inizia a mangiare e compare il mal di testa. Il fenomeno è legato proprio all’introduzione del cibo o della bevanda fredda nell’organismo.

Il brusco stimolo freddo infatti induce una reazione difensiva nasce da una sorta di percezione errata del cervello stesso, che in pratica cerca di reagire alla modificazione termica. Lo stimolo che viene indotto dal calo termico improvviso, “percepito” dalla grande quantità di vasi sanguigni presenti all’interno della bocca, inviai quindi una specie di “segnale d’allarme” al sistema nervoso.

Quasi sempre la cefalea inizia il via in corrispondenza del naso e risale verso la fronte. Nessuna paura, è il caso di ricordarlo: questa forma di mal di testa, sicuramente fastidiosa, è comunque destinata a scomparire in pochissimo tempo. Addirittura il meccanismo, ovviamente in modo del tutto indipendente dal gelato o dalla granita che sono del tutto incolpevoli in questo senso, potrebbe diventare un modello di studio per lo sviluppo di nuove strategie di cura di alcune forme di emicrania o per la temutissima cefalea a grappolo. Si tratta, sia chiaro, di dolori del tutto diversi e purtroppo ancora in cerca di una cura definitiva.

Perché il gelato va alla testa?

Questo perché quando un alimento particolarmente freddo, come appunto un gelato o una bibita ghiacciata, viene introdotto nella gola, ciò causa un restringimento di riflesso dei vasi sanguigni presenti nel palato con una successiva vasodilatazione in regione frontale mediata dal nervo trigemino, che potrebbe scatenare ...

Come mai si congela il cervello?

La stessa cosa accade con l'arteria cerebrale anteriore – un ramo terminale dell'arteria carotide – che si trova dove inizia il tessuto cerebrale. «Una cosa che al cervello proprio non piace è che le cose cambino rapidamente – sottolinea Godwin – e congelare il cervello è un meccanismo per evitare che ciò accada».

Cosa succede se mangi il gelato in fretta?

Secondo una ricerca sostenuta di recente dalla Harvard Medical School, invece, il gelato o l'acqua ghiacciata consumati molto velocemente, dilatano l'arteria celebrale posteriore, che pompa il sangue al cervello. In questo modo il sangue circola più velocemente nel cervello e causa dolore alla testa.

Come evitare il mal di testa da freddo?

Comprensibilmente, non esiste una terapia specifica per questa forma di cefalea, se non l'evitamento dei fattori scatenanti. Cercare di mangiare lentamente cibi e liquidi freddi, minimizzando il contatto con la parte posteriore del palato, è in genere sufficiente per scongiurare l'avvento del dolore.