Hidalgo oceano di fuoco film completo youtube

Orig.: Stati Uniti (2003) - Sogg.: John Fusco, ispirato alla vita di Frank T.Hopkins - Scenegg.: John Fusco - Fotogr.(Scope/a colori): Shelly Johnson - Mus.: James Newton Howard - Montagg.: Robert Dalva - Dur.: 135' - Produz.: Casey Silver.

Interpreti e ruoli

Viggo Mortensen (Frank T.Hopkins), Zuleikha Robinson (Jazira), Omar Sharif (sceicco Riyad), Louise Lombard (lady Anne Davemport), Adam Alexi Malle (Aziz), Said Taghmaoui (principe Bin Al Reeh), J.K.Simmons (Buffalo Bill), Elizabeth Berridge . (Annie Oakley)

Soggetto

Sul finire del 1890 Frank T.Hopkins, cowboy meticcio, stanco di lavorare nel circo di Buffalo Bill e ancora sconvolto dalla visione del massacro di indiani a Wounded knee creek, accetta la proposta di partecipare in sella al suo mustang Hidalgo alla massacrante gara chiamata '0ceano di fuoco', un percorso di 3000 miglia attraverso il deserto arabo. Sbarcato al porto di Damasco, Hopkins arriva poi a Aden, dove é ricevuto dallo sceicco Riyad il quale subito gli ricorda che lui è il primo straniero a partecipare a quella competizione che riveste grande importanza per il mondo musulmano. Persi i figli maschi, a Riyad è rimasta solo la femmina, Jazira, costretta a non mostrarsi in pubblico. Al via c'è anche il cavallo di Lady Ann Davemport, nobildonna britannica. La gara prosegue tra difficoltà crescenti: tempeste di sabbia, attacco di predoni, invasione di cavallette. Quando mette in mostra tutto il proprio valore, Hopkins diventa bersaglio di alcune intimidazioni tendenti a farlo rinunciare. Stremato dalla fatica, Hidalgo viene ferito e sta per essere eliminato. All'ultimo però Hopkins, che rivede nel pensiero la madre indiana, rinuncia e poco dopo Hidalgo si riprende. Nella volata finale, Hopkins e Hidalgo tagliano il traguardo per primi. Hopkins e Riyad ora si stringono la mano da avversari leali e rispettosi l'uno dell'altro. Hopkins torna in America.

Valutazione Pastorale

Le didascalie conclusive si incaricano di ricordare che Frank T.Hopkins, dopo il rientro negli Stati Uniti, ha vissuto ancora a lungo, morendo a 81 annni nel 1951. Personaggi vero dunque e certo protagonista di una vicenda del tutto originale: una 'trasferta' dagli Stati Uniti in pieno mondo arabo affrontata senza avere particolari conoscenze ma con la consapevolezza di voler accettare un confronto agonistico difficile e tuttavia da superare senza pregiudizi. Forse, nell'attuale contesto degli scenari politici internazionali, il copione è stato scritto con un occhio molto rivolto all'oggi. La stretta di mano finale tra l'americano (meticcio e testimone dei massacri compiuti dagli yankee sui nativi indiani) e lo sceicco musulmano simboleggia un invito di pace per i tanti, terribili focolai di guerra attuali: c'é bisogno di rispetto, di scambio di idee e di cultura, il dialogo va messo al primo posto come occasione di reciproco riconoscimento. Questa ottica di invito alla tolleranza si snoda lungo un racconto magari troppo lungo (135'), spettacolare e romanzato alla maniera dei kolossal di una volta. Il tono avventuroso alla fine è prevalente, tra buoni sentimenti e l'esortazione al rispetto delle differenze. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come positivo, accettabile, semplice nello svolgimento e adatto per famiglie. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre anche per ragazzi e adolescenti in occasioni di svago del tutto coinvolgente.

Recensione di Andrea Chirichelli

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Oddio, l'attesa c'era e pure forte. Come si comporterà Viggo "Aragorn" Mortensen dopo lo strabiliante successo dell'Anello? L'ultimo e più importante membro della Compagnia decide di restare in sella, impersonando la figura storica di Frank Hopkins, eroe delle corse di resistenza a cavallo nell'America nel periodo della selvaggia colonizzazione dell'Ovest. Johnston indeciso sul da farsi, copia spudoratamente situazioni ed inquadrature da almeno venti film: in Hidalgo c'è di tutto: da Spirit a Lawrence d'Arabia, da Seabiscuit a La mummia per arrivare a Indiana Jones. Purtroppo (per noi), il citazionismo esasperato non permette al film di trovare una sua identità precisa e si viaggia, lentamente e per lunghissimi 145 minuti nella noia più assoluta, certi di sapere esattamente come si risolveranno i telefonati colpi di scena di una storia priva di pathos.
Gli attori deludono: Mortensen, dismessi i panni di eroe solitario e ombroso, perfetti per la Trilogia, non è abbastanza simpatico, né abbastanza "fisico" per un film del genere, sempre in bilico tra la commedia (sarebbe meglio dire la farsa) e l'azione ed il regista di certo non lo aiuta, costringendolo a momenti di purissimo trash recitativo ben incarnati dalla scena del circo di Buffalo Bill che innalza ai vertici della cinematografia di tutti i tempi l'equivalente show di Tom Cruise ne L'Ultimo Samurai.
Johnston rappresenta ogni etnia, con la sensibilità di un elefante in una cristalleria: gli indiani cantano, ballano e invocano gli antenati (ci sono risparmiati i segnali di fumo), gli americani cavalcano e sparano (ovviamente ogni colpo, un morto), gli arabi sono figurine alla "feroce saladino" che biascicano frasi senza senso su Allah, l'onore, gli avi, i cavalli e poi invidiano agli americani Calamity Jane e la Colt. Tristezza.
Messaggi? Ma per piacere... chiaramente l'americano trionfa e stringe la mano al capo arabo (la figlia si chiama Jazira...) che dichiara allegramente che il credo del popolo nella sua capacità di predire il futuro è una sola clamorosa e fessi loro che ci sono cascati.
Decisamente una visione imbarazzante. Pollice verso. 

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Recensione di Mattia Nicoletti
martedì 13 aprile 2004

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Alla fine del 1800, nell’America del vecchio West, un uomo, mezzosangue pellerossa, famoso per le vittorie in sella al suo cavallo Mustang, Hidalgo, viene invitato da uno sceicco a partecipare a una corsa di tremila miglia attraverso il deserto. Frank Hopkins accetta la sfida per rivendicare le sue origini e confrontarsi con se stesso. Atmosfere à la Lawrence d’Arabia fanno da sfondo a una vicenda scontata, che non sorprende lo spettatore, ma che comunica emozione, quella del cinema.
Il genere di film ai quali appartiene Hidalgo si consegna alla spettacolarità delle immagini, elemento fondamentale e imprescindibile, e mette in secondo piano la sceneggiatura e l’interpretazione degli attori. Avventura, onore, natura e morte (l’amore è latente) sono i valori che muovono Viggo Mortensen, inespressivo e rigido, ma perfetto nel suo viso scavato, nell’attraversare il deserto di sabbia e di roccia (L’Hammada), ma l’unico interprete da ricordare è Omar Sharif che, nel ruolo dello sceicco, esprime un Islam edulcorato ma affascinante, con l’esperienza di chi si sa muovere sulle scene con grande leggerezza. Hidalgo è un film già visto ma avvincente che si aggira dalle parti di Indiana Jones senza averne l’ironia e la brillantezza. Piacerà al grande pubblico per la semplicità delle sue emozioni.

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Su MYmovies il Dizionario completo dei film di Laura, Luisa e Morando Morandini

È un western che si trasforma in un "eastern". Secondo lo sceneggiatore John Fusco, esperto di storia della frontiera, Frank T. Hopkins è realmente esistito. Pony express disgustato dal massacro dei pellerossa a Wounded Knee cui partecipò di striscio come scout, il mezzosangue Hopkins si rifugia nell'alcol e nel circo di Buffalo Bill a fare da attrazione in sella al suo amato mustang Hidalgo finché accetta di partecipare a "Oceano di fuoco", corsa di resistenza per tremila miglia attraverso i deserti della penisola arabica, unico cavaliere occidentale contro i concorrenti beduini. Frutto della postmoderna contaminazione dei generi che contraddistingue la Hollywood del 2000, rafforzato dagli effetti speciali dell'Industrial Light & Magic, è un film avventuroso che mira all'epica, ma scivola spesso nell'oleografia turistica o nell'anemia narrativa o negli stereotipi del già visto (e rivisto). Monocorde ma simpatico Mortensen di padre danese. Il cavallo si chiama in realtà T.J. e durante le riprese ebbe 4 controfigure. Gli altri personaggi - sceicco Sharif compreso - fanno tappezzeria. Prodotto dalla Disney, è adatto ai ragazzini come antidoto ai videogiochi truculenti.


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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO

sabato 2 aprile 2011
pensionoman

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film entusiasmante dal grande respiro epico, che ricorda i film di avventura di una volta (uno per tutti il mitico "Il vento e il leone"), ma con la modernità di oggi. grande avventura, con un occhio attento alle ingiustizie della guerra e della conquista americana (già trattato anche nell'Ultimo Samurai, altro grandissimo film), che strizza l'occhio anche alle saghe [...] Vai alla recensione »

martedì 6 luglio 2010
Kevin Costner

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Personalmete lo trovo un film guardabile e non sono tanto d'accordo con la critica. Forse è un' pò noioso in alcune parti e anche per la durata (140 min. circa). E' anche vero che il regista ha preso spunto da molti altri film ma tutto sommato c'è azione e belle scene. Forse a me piace perchè mi sono sempre interessato di film che mostrano la [...] Vai alla recensione »

domenica 17 marzo 2019
GUSTIBUS

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Ho voluto rivedere Hidalgo,sono stato  magnanimo nelle "stelle" prima di tutto perche'l'ho concepito come un normale film d'intrattenimento,avventura allo stato puro.Niente west,niente Lawrence d'Arabia, se non passaggi di 5minuti per capire che il personaggio di Viggo Mortensen e'un mezzosangue indiano che per soldi fa una corsa massacrante con meta l'Iraq.

martedì 22 marzo 2011
omar79bx

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Storia reale, storia inventata, di un cavallo Mustang, un cavallo impuro, contro i cavalli più aristocratici del medioriente... Tradizioni e culture diverse, al confronto in una gara a distanza..

giovedì 23 luglio 2009
Spalla

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Mi aspettavo di più dal bravo Viggo Mortensen, soprattutto dopo una fantastica serie di film come "Il Signore Degli Anelli". Però purtroppo "Hidalgo - Oceano di Fuoco", la di là delle splendide ambientazioni e dei grandi mezzi impiegati per girarlo, si rivela ben presto un film inconsistente. La trama infatti, pur risultando moderatamente originale, in un mix di azione e avventura, non regala grandi [...] Vai alla recensione »

corri fratellino seminali tutti

Una frase di Frank T. Hopkins (Viggo Mortensen)
dal film Hidalgo - Oceano di fuoco - a cura di james

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RECENSIONI DELLA CRITICA

Mauro Gervasini
Film TV

L’oceano del titolo e quello di sabbia, il Sahara. luogo esotico e ricco di mistero, nel nostro caso teatro di un gran premio che non è quello del Bahrein ma quello equestre che si correva vera-mente tra la fine del 1800 e i primi anni del secolo scorso. Vi partecipò anche un americano, Frank Hopkins, ex militare. gran cavalleggero e stella“ del circo di Buffalo Bill.

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Spesso dato per morto, il western ogni tanto risorge. È accaduto con Terra senza confine di Kevin Costner, accade di nuovo con Oceano di fuoco- Hidalgo di Joe Johnston. Però stavolta, tolti il prologo e l'epilogo, l'avventura si svolge a migliaia di chilometri dalle praterie e contempla un americano nei deserti dell'Iraq. Non ai giorni nostri, quando la presenza USA in quel Paese ha tutt'altro significato, [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Americano con le mani lorde di sangue pellerossa va in Oriente dove ritrova la forza, l’onore, la dignità. L’ultimo samurai con Tom Cruise? Sbagliato! Hidalgo - Oceano di fuoco con l’emergente Viggo “Aragorn” Mortensen. Che non va in Giappone a scoprire che la katama è meglio della Colt (come faceva Cruise), ma accetta la sfida di uno sceicco e partecipa col suo fido mustang a una micidiale corsa a [...] Vai alla recensione »

Fulvia Caprara
La Stampa

Con molte parole e con molta decisione Viggo Mortensen, nuovo sex-symbol della scena hollywoodiana, eroe della saga di Tolkien nei panni dell’invincibile Aragorn, respinge le critiche di chi ha visto nel suo nuovo film Hidalgo - Oceano di fuoco, un prefetto strumento di propaganda in favore del presidente Bush. «In America - spiega - sono stati pubblicati molti articoli che sostenevano questa tesi, [...] Vai alla recensione »

Michele Anselmi
Il riformista

Nel 1975 Richard Brooks firmò uno strano western crepuscolare con Gene Hackman e James Coburn, intitolato Stringi i denti e vai. Era la cronaca di un’estenuante corsa a cavallo attraverso 600 miglia di deserti e foreste: impresa epica e insieme grottesca, all’insegna del più puro individualismo americano, per la serie tutti contro tutti. Quasi vent’anni dopo, l’onesto Joe Johnston trasporta la sfida [...] Vai alla recensione »

Roberto Nepoti
La Repubblica

La prima parte sembra la fotocopia dell’Ultimo samurai. Durante le guerre indiane, il pony-express Frank T. Hopkins porta (ma lui non lo sa) l'ordine della strage di Wounded Knee; straziato dal rimorso, va a lavorare come clown a cavallo nel circo di Buffalo Bill, dove si attacca alla bottiglia di wiskey fino al limite dell'autodistruzione. Il riscatto arriva nei panni dell'inviato dello sceicco [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Un uomo, un cavallo: non necessariamente in quest’ordine. E la mitologia del Far West, trasferita - in Oceano di fuoco, titolo originale Hidalgo che è per l’appunto il nome del cavallo - in Medio Oriente, nel deserto dell’Arabia dove si compie una terribile sfida tra un cavaliere americano e i campioni d’equitazione beduini. Oceano di fuoco è il nome della gara, giorni e giorni di corsa fra sabbie, [...] Vai alla recensione »

Marco Giovannini
Ciak

Più Indiana Jones e Lawrence d’Arabia (con spruzzatina di La mummia: la scena della tempesta di sabbia è quasi identica) che western classico, tanto è vero che l’approccio etnico fa pensare seni-mai a L’ultimo samurai. E Viggo Mortensen sembra destinato, forse suo malgrado, alla pesante eredità di nuovo Harrison Ford, anche se il regista Joe Johnston (Jurnanji) sul set gli consigliava di fare il Montgomery [...] Vai alla recensione »

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Sono tornati di gran moda i film d’avventura, dove si può sognare ad occhi aperti, anche se i colpi di sonno sono sempre in agguato. Specie se la storia è tirata inutilmente in lungo, secondo un’incomprensibile usanza. È quanto succede in Oceano di fuoco-Hidalgo, diretto da Joe Johnston, cresciuto alla scuola di Lucas e Spielberg. Siamo negli Stati Uniti nel 1890.