Opzione donna quanto si perde di pensione

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14 gen 2022

fabio lombardi

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  3. Opzione donna 2022, ecco come andare in pensione a 58 anni: news, calcolo e requisiti

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L'Inps ha pubblicato alcune precisazioni sul sistema che permette alle donne di poter uscire prima dal mondo del lavoro

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fabio lombardi

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Per approfondire:

  • Articolo: Pensioni, Opzione donna prorogata al 2022. Requisiti, età e domanda: ma quanto si perde?

  • Articolo: Pensioni news, da gennaio 2022 è scattata quota 102. I requisiti (età) e come fare domanda

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11 nov 2022

A quanto ammonta la penalizzazione per le donne che escono prima dal lavoro avvalendosi del regime sperimentale, col ricalcolo contributivo del trattamento?

Considerato l’inasprimento crescente dei requisiti per la pensione causato dalla legge Fornero [1], non sono poche le lavoratrici che scelgono di avvalersi di una particolare agevolazione in materia di pensione, l’opzione donna. Grazie a questo beneficio, le lavoratrici possono ottenere la pensione con soli 58 o 59 anni di età e 35 anni di contributi. Ma con la pensione opzione donna quanto si perde?

Per chi si avvale del trattamento agevolato [2], sussistono normalmente perdite non indifferenti, per quanto riguarda l’ammontare dell’assegno di pensione.

La diminuzione dell’importo dell’assegno è dovuta non solo all’anticipo nell’uscita dal lavoro, che determina di solito una minore retribuzione pensionabile, nonché un montante contributivo ed un coefficiente di trasformazione (si tratta della cifra che converte la somma dei contributi in pensione, valore che cresce con l’età pensionabile) più bassi, ma è dovuta soprattutto al ricalcolo interamente contributivo della pensione.

Il sistema di calcolo contributivo, basandosi soltanto sugli accrediti effettuati a favore del lavoratore e non anche sugli ultimi redditi o stipendi, come avviene con il calcolo retributivo-misto, risulta penalizzante nella generalità dei casi.

Attenzione, però: non esiste una penalizzazione in misura fissa, ma è necessario analizzare caso per caso qual è la perdita determinata dal ricalcolo contributivo dell’assegno e se sussiste (in alcune rare ipotesi questo tipo di calcolo può risultare più conveniente).

Osserviamo, attraverso l’analisi di un caso pratico, a quanto ammonta la penalizzazione della pensione con opzione donna, considerando la situazione di una lavoratrice subordinata del settore privato (iscritta presso Inps Fondo pensioni lavoratori dipendenti) con uno stipendio medio ed una crescita, non ingente ma costante, delle retribuzioni.

Indice

  • 1 Opzione donna: come funziona?
  • 2 Come funziona il calcolo della pensione?
  • 3 Come funziona il calcolo retributivo della pensione?
  • 4 Come funziona il calcolo contributivo della pensione?
  • 5 Quanto si perde con opzione donna?

Opzione donna: come funziona?

La pensione con opzione donna può essere attualmente raggiunta dalle lavoratrici:

  • dipendenti che compiono 58 anni di età ed hanno alle spalle 35 anni di contributi alla data del 31 dicembre 2020;
  • autonome che compiono 59 anni di età ed hanno alle spalle 35 anni di contributi alla stessa data del 31 dicembre 2020;
  • previa attesa di una finestra, a partire dalla maturazione dei requisiti, pari a 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome; la finestra è annuale per le dipendenti del comparto scuola e Afam.

Occorre prestare particolare attenzione al requisito di 35 anni di contributi, che non può essere raggiunto:

  • attraverso il cumulo (cioè sommando i contributi accreditati in casse diverse; fa eccezione il cumulo interno all’Assicurazione generale obbligatoria Inps; inoltre, sono consentite la totalizzazione dei contributi esteri e la ricongiunzione);
  • utilizzando i contributi figurativi per disoccupazione, malattia e infortunio (questo limite vale però soltanto per le iscritte presso l’assicurazione generale obbligatoria ed alcuni fondi sostitutivi della stessa).

Come funziona il calcolo della pensione?

Il calcolo del trattamento pensionistico risulta, nella generalità dei casi:

  • retributivo sino al 31 dicembre 2011, poi contributivo, per quei lavoratori che raggiungono 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • retributivo sino al 31 dicembre 1995, poi contributivo, per quei lavoratori che non raggiungono 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995;
  • esclusivamente contributivo per chi non possiede versamenti al 31 dicembre 1995, nonché per gli iscritti presso la gestione separata (anche con versamenti anteriori al 1996 accreditati presso la gestione stessa) e per chi si avvale di specifiche opzioni.

Va da sé che le lavoratrici prive di contributi anteriori al 1996, oltre a non raggiungere comunque 35 anni di versamenti, non possono in ogni caso ottenere l’opzione donna, in quanto già assoggettate al calcolo integralmente contributivo della pensione.

Come funziona il calcolo retributivo della pensione?

Il sistema di calcolo retributivo, per la generalità dei lavoratori dipendenti del settore privato iscritti all’Inps, è basato sugli ultimi stipendi percepiti ed è diviso in due quote:

  • la quota A, che si basa sugli ultimi 5 anni di stipendio, rivalutati, e sul numero di settimane di contributi accreditate al 31 dicembre 1992;
  • la quota B, che si basa sugli ultimi 10 anni di stipendio (o sulle annualità dal 1993 alla pensione, per chi possiede meno di 15 anni di contributi al 31 dicembre 1992), rivalutati, e sul numero di settimane accreditate:
    • al 31 dicembre 2011 per chi ha alle spalle almeno 18 anni al 31 dicembre 1995;
    • al 31 dicembre 1995 per chi ha alle spalle almeno 18 anni al 31 dicembre 1995.

Presso alcuni fondi particolari (Fondo Elettrici, Fondo Volo, ecc.) possono sussistere più quote. Presso gestioni particolari, come quelle alle quali sono iscritti i dipendenti pubblici, il periodo e le retribuzioni di riferimento per la retribuzione pensionabile sono differenti. Per saperne di più, leggi: Guida al calcolo retributivo della pensione.

Come funziona il calcolo contributivo della pensione?

Il calcolo contributivo non si basa sugli ultimi stipendi o sulle retribuzioni percepite come il sistema retributivo, ma sui contributi effettivamente versati nel corso dell’attività lavorativa, rivalutati e trasformati in rendita da un coefficiente che aumenta all’aumentare dell’età pensionabile.

Il calcolo contributivo si divide in due quote:

  • la quota A, relativa ai periodi sino al 31 dicembre 1995 (valida solo per chi ha optato per il calcolo interamente contributivo, oppure per il computo presso la gestione Separata, per l’opzione donna o per la totalizzazione);
  • la quota B, relativa ai periodi dal 1° gennaio 1996 in poi.

Per ricavare l’assegno di pensione corrispondente alla Quota B presso il Fpld, bisogna:

  • accantonare, per ogni anno, il 33% della retribuzione lorda corrisposta dal 1996 (il 33% è l’aliquota valida per la generalità degli iscritti al Fondo pensione lavoratori dipendenti), oppure l’aliquota contributiva differente prevista dall’Inps per le altre categorie di lavoratori;
  • rivalutare i contributi accantonati ogni anno, in base alla media mobile quinquennale della crescita della ricchezza nazionale, ovvero all’incremento del Pil nominale, che comprende anche il tasso di inflazione che si registra anno per anno;
  • sommare i contributi rivalutati, ottenendo così il montante contributivo;
  • moltiplicare il montante contributivo per il coefficiente di trasformazione, una cifra espressa in percentuale che varia in base all’età, ottenendo così la quota B di pensione.

Per determinare la Quota A della pensione, in caso di opzione per il sistema contributivo, computo o totalizzazione, il procedimento è più complicato.

Per approfondire: Guida al calcolo contributivo della pensione.

Quanto si perde con opzione donna?

Per capire a quanto ammontano, normalmente, le perdite con opzione donna, abbiamo analizzato il caso di una lavoratrice dipendente del settore privato, iscritta presso Inps Fpld, in possesso di 37 anni e 3 mesi di contributi al 31 dicembre 2020.

Pur possedendo 27 settimane di contribuzione figurativa (pari a 6 mesi e 1 settimana) per disoccupazione, non utile alla pensione con opzione donna, l’interessata raggiunge lo stesso 35 anni di contributi al 31 dicembre 2020.

Ecco l’evoluzione della carriera della lavoratrice

Opzione donna quanto si perde di pensione

Di seguito, osserviamo il calcolo della pensione con opzione donna.

Opzione donna quanto si perde di pensione

Sotto osserviamo, invece, il confronto con il sistema di calcolo misto alla stessa data.

Opzione donna quanto si perde di pensione

Confrontiamo, nella tabella, le due ipotesi di pensione

Pensione annua lorda Pensione mensile lorda Pensione mensile netta Decorrenza
Opzione donna 14.438,32 1.110,64 931,55 1.2.2021
Pensione attuale con sistema misto (confronto teorico, non sussiste diritto al trattamento) 15.964 1.228 1.010,12 1.2.2022

Osserviamo che, a fronte di una pensione mensile lorda con opzione donna pari a 1.110,64 euro, la pensione mensile lorda calcolata con l’ordinario sistema misto alla stessa data risulta pari a 1.228 euro.

Al netto della tassazione (Irpef e addizionali), gli importi risultano pari a

  • 931,55 euro mensili con opzione donna;
  • 1.010,12 euro mensili con il calcolo misto.

Bisogna dunque osservare che, per quanto l’opzione donna sia penalizzante, l’applicazione della tassazione può assottigliare le differenze, specie quando uno dei trattamenti risulta particolarmente elevato.


note

[1] Art.24 DL 201/2011.

[2] Art.16 DL 4/2019.

Autore immagine: pixabay.com

Quando conviene andare in pensione con opzione donna?

La vera convenienza di scegliere l'opzione donna è il largo anticipo che permette alla lavoratrice. La dipendente, infatti, potendo andare in pensione a partire dai 58 anni riesce ad anticipare la pensione di vecchiaia di circa 9 anni, e non è poco.

Quanto si perde con opzione donna 2022?

Come abbiamo visto, Opzione Donna dal 2022 prevede sempre ben 35 anni di contributi per l'uscita anticipata, anche se questo significa perdere anche il 30% sull'assegno ordinario.

Quando si prende di pensione con 35 anni di contributi?

In sostanza, prendendo in esame il coefficiente di trasformazione nella misura 4,289%, emerge un valore complessivo pari a 14.860 euro, ovvero un assegno pensione pari a circa 1.143 euro mensili.

Come si calcola l'importo della pensione con opzione donna?

L'importo della pensione si calcola con il sistema contributivo e questo significa una perdita rispetto a una “pensione normale”, che si aggira tra il 20 e il 30%, dipende dal numero di anni in cui si è lavorato con il sistema retributivo (quindi prima del 1996).