Stati di ansia e attacchi di panico

Talvolta le persone pensano che gli attacchi d’ansia e gli attacchi di panico siano la stessa cosa. Tuttavia, da una prospettiva clinica, il panico e l’ansia hanno caratteristiche diverse e sintomi specifici. Per questo motivo è bene distinguerli e conoscere in che modo vengono sperimentati dalle persone.

Gli “Attacchi d’Ansia”Improvvisi

“L’attacco di ansia” non è un termine clinico, ma è usato da molte persone per descrivere una sensazione di malessere intenso in cui ci si preoccupa per un evento imminente o si sperimentano sentimenti di terrore o di paura che non soddisfano i criteri diagnostici per un attacco di panico.

L’ansia è altamente correlata alla preoccupazione eccessiva per potenziali “pericoli” o minacce future e i sintomi possono essere simili a quelli dell’attacco di panico, anche se d’intensità inferiore.

I disturbi d’ansia più ricorrenti, menzionati nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5 American Psychiatric Association):

  • Disturbo d’ansia generalizzata  (DAG)
  • Disturbo da attacchi di panico (DAP)
  • Fobia Specifica
  • Fobia Sociale 

È normale essere preoccupati, sentirsi tesi o spaventati se siamo sottoposti a pressione o dobbiamo affrontare una situazione stressante. L’ansia è la risposta naturale del nostro corpo al pericolo, un allarme automatico che si attiva quando ci sentiamo minacciati.

Nonostante possa essere spiacevole, l’ansia non assume sempre una connotazione negativa. Infatti può aiutarci a restare in allerta, concentrati, ci spinge all’azione e ci motiva a risolvere i problemi. Ma quando diviene costante, invadente, quando interferisce con le attività e le relazioni interpersonali,  si sorpassa il limite funzionale e adattivo, e si possono sviluppare disturbi d’ansia.

Come vi sentite?

  • Siete costantemente tesi, preoccupati, sulle spine?
  • L’ansia che provate interferisce con il lavoro, la scuola o le responsabilità familiari?
  • Siete condizionati da paure che sapete essere irrazionali, ma non riuscite a liberarvene?
  • Pensate che qualcosa di negativo stia per accadere se alcune cose non sono andate come avrebbero dovuto?
  • Evitate situazioni o attività quotidiane perchè vi rendono ansiosi?
  • Sperimentate sensazioni improvvise ed inaspettate di panico?
  • Pensate che pericoli e catastrofi sono dietro ad ogni angolo?

Se vi riconoscete in qualcuno di questi sintomi  è possibile che soffriate di un disturbo d’ansia.

disturbi d’ansia sono costituti da un gruppo di disturbi più che da un’unica patologia,  dunque possono essere diversi da persona a persona. Una persona può soffrire di intensi attacchi di ansia che scoppiano senza preavviso, mentre un’altra comincia a stare male solo all’ idea di partecipare ad una festa. Altri potrebbero lottare con una estrema paura di guidare o essere sopraffatti all’ idea di vedere un ragno. Altri ancora, potrebbero vivere in un costante stato di tensione, preoccupandosi di tutto e di tutti.

Nonostante le diverse tipologie, tutti i disturbi d’ansia condividono come sintomo prevalente paura o preoccupazione grave e persistente in situazioni in cui le altre persone non si sentirebbero minacciate.

Sintomi emozionali e fisici dell’ansia:

L’ansia è più di un semplice sentimento. È un prodotto della risposta di attacco o fuga del corpo e comprende una vasta gamma di sintomi fisici. A causa delle numerose sensazioni sgradevoli, chi soffre di ansia spesso confonde il proprio disturbo con una malattia fisica. Si può arrivare a fare numerose visite mediche e recarsi diverse volte in ospedale prima che il disturbo d’ansia venga individuato.

In aggiunta al sintomo principale di eccessiva ed irrazionale preoccupazione e paura, altri comuni sintomi dell’ansia includono:

Sintomi emozionali

  • Tachicardia
  • Sudorazione
  • Disturbi allo stomaco
  • Necessità di urinare frequentemente o diarrea
  • Respiro corto
  • Tremori o scosse muscolari
  • Tensione muscolare
  • Emicranie
  • Affaticamento
  • Insonnia

Sintomi fisici

  • Sentimento di apprensione – minaccia
  • Difficoltà di concentrazione
  • Tensione
  • Tendenza ad anticipare eventi negativi
  • Irritabilità
  • Agitazione
  • Tendenza a cercare segni di pericolo
  • Sensazione di testa vuota

Ci sono diverse tipologie di disturbi d’ansia, ognuna delle quali con il proprio profilo sintomatologico

Quanto dura un attacco di ansia?

Un’ altra importante distinzione tra l’attacco di panico e quello di ansia, è la durata.
A differenza del panico, i cui sintomi sono immediati, quelli dell’ansia possono essere persistenti e durare giorni, settimane o addirittura mesi.

Aiutare chi soffre di attacchi di ansia?

Sia che si tratti di attacchi panico, di ansia persistente od entrambi, il trattamento efficace è sempre quello Cognitivo Comportamentale.

Le linee guide internazionali per il trattamento dei disturbi d’ansia raccomandano le Tecniche Cognitivo Comportamentali per apprendere le strategie a gestire i momenti d’ansia o di panico.

Differenze cliniche tra disturbo di panico e ansia

Gli psicologi basano le loro diagnosi sulle definizioni del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5). Quest’ultimo usa il termine “attacco di panico” per i sintomi associati al Disturbo di Panico. Ma le crisi possono presentarsi anche in associazione ad altri disturbi psicologici.

Il termine “attacco di ansia” non è presente nel DSM-5. Piuttosto, l’ansia viene usata per descrivere una caratteristica fondamentale di molte condizioni comprese nella macro categoria di “Disturbi d’ansia”, ossia:

– Disturbo d’ansia di separazione
– Mutismo selettivo
– Fobia specifica
– Disturbo d’ansia sociale (Fobia sociale)
– Disturbo da attachi di panico
– Agorafobia
– Disturbo d’ansia generalizzata
– Disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci
– Disturbo d’ansia dovuto ad altra condizione medica

La stessa componente ansiosa è presente in modo preponderante anche nel Disturbo ossessivo-compulsivo, nel Disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e nel Disturbo da ansia di malattia (Ipocondria).

Gli attacchi di panico e i momenti d’ansia intensa presentano differenze in termini quantitativi e qualitativi:

L’attacco di panico

La caratteristica essenziale di un attacco di panico è la comparsa improvvisa di paura o disagio che raggiunge il picco in pochi minuti, periodo durante il quale si verificano quattro e più di 13 sintomi fisici o cognitivi come: palpitazioni o tachicardia, sudorazione eccessiva, tremori o scosse, dispnea o sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, nausea o dolori addominali, sensazioni di respiro corto, difficoltà a respirare o disturbare, sensazione di vertigine o svenimento, brividi o vampate di calore, sensazioni di torpore o formicolio, sentimenti di irrealtà (derealizzazione) o di distaccarsi da sé (depersonalizzazione), paura di perdere il controllo o di impazzire e paura di morire.

Solitamente l’attacco di panico si distingue da momenti di ansia intensa per il tempo che impiega ad arrivare al picco d’intensità che, solitamente, si verifica nel giro di pochi minuti e per la maggiore gravità dei sintomi. Durante un attacco di panico, quest’ultimi sono improvvisi ed estremamente intensi, si presentano entro 10 minuti e poi la loro intensità si abbassa. Tuttavia, alcuni attacchi possono durare più a lungo o verificarsi in successione, rendendo difficile determinare quando un attacco termina e un altro inizia. Infine, dopo un attacco, non è insolito sentirsi preoccupato o turbato per il resto della giornata. Alcuni pazienti descrivono sensazioni di spossatezza e strascico anche molte ore dopo.

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Crisi d’Ansia Cura

Quando si parla del trattamento dei disturbi d’ansia (panico, fobie, ansia sociale, disturbo d’ansia generalizzata ed altre patologie) le ricerche dimostrano che la terapia cognitivo comportamentale (TCC) non è solo l’opzione più efficace ma l’ approccio di eccellenza.

Ogni terapia è realizzata su misura e personalizzata in base ai bisogni del singolo individuo, poiché i vari disturbi differiscono in modo considerevole tra di loro. Infatti, se una persona soffre di disturbo di panico, il trattamento sarà differente rispetto a chi cerca aiuto per l’ansia generalizzata, così come la lunghezza del percorso terapeutico sarà determinata dalla gravità e dalla tipologia del disturbo. Con la terapia cognitivo comportamentale, come dimostrato dall’ American Psychological Association, molte persone ottengono miglioramenti significativi entro 8 -10 sedute.

La psicoterapia cognitivo comportamentale aiuta a far emergere le cause che determinano ansia, preoccupazioni e paure, a guardare le situazioni da un nuovo punto di vista e a sviluppare la capacità di affrontare i problemi per risolverli nella maniera più efficace.

La TCC dunque si occupa di modificare le modalità negative e distorte con cui si guarda al mondo e a se stessi, i comportamenti e le emozioni che ne conseguono. Come suggerito dal nome stesso la TCC è una combinazione di:

  • Terapia cognitiva che esamina come i pensieri negativi o le credenze contribuiscano all’ insorgere dell’ansia.
  • Terapia comportamentale che esamina il modo in cui ci comportiamo e reagiamo alle situazioni fonte di ansia.

La premessa di base della terapia cognitivo comportamentale è che i nostri pensieri, non gli eventi esterni,  influenzano il modo in cui ci sentiamo. Non sono le situazioni in cui ci troviamo a determinare le nostre emozioni, ma come noi interpretiamo e percepiamo le situazioni stesse.

Per esempio, immaginate di essere stati appena invitati ad una grande festa. Considerate tre modi di pensare diversi rispetto alla situazione e come tali pensieri influiscono sulle emozioni provate:

Situazione: Un amico vi invita a una festa

PensieriEmozioni
“Sembra che la festa sarà divertente. Mi piace uscire ed incontrare gente nuova.” Felicità, Eccitazione
“Le feste non fanno per me. Sarebbe meglio stare a casa e vedere un film.” Neutralità
“Non ho mai saputo cosa fare e cosa dire alle feste. È inutile che vada.” Ansia, Tristezza

Come è possibile vedere, lo stesso evento può generare emozioni diverse in persone diverse. Dipende tutto dalle aspettative individuali, attitudini e credenze. Ad esempio, per le persone con disturbi d’ansia, i pensieri negativi alimentano emozioni negative di ansia e paura e comportamenti di evitamento e fuga. L’obiettivo della TCC nel trattamento dei disturbi d’ansia è quello di identificare e correggere i pensieri e  le credenze negative, e modificare i comportamenti. Se si modifica il modo di pensare e  di agire, è possibile cambiare ciò che si prova.

Come mettere alla prova i pensieri?

In terapia cognitivo comportamentale questo avviene attraverso la Ristrutturazione Cognitiva. Si tratta di un processo attraverso il quale si modificano i pensieri negativi che contribuiscono all’insorgere dell’ansia, sostituendoli con pensieri positivi più realistici. Il processo richiede tre differenti fasi:

  1. Identificare i pensieri negativi: nei disturbi d’ansia, le situazioni vengono percepite come più pericolose di quanto non siano realmente. Per la paura della contaminazione da batteri, per esempio, stringere la mano a qualcuno può sembrare una minaccia alla propria vita. Sebbene sia chiaro che si tratta di una paura irrazionale, identificare i propri pensieri irrazionali può essere molto difficile. Una strategia è quella di chiedersi cosa si stava pensando nel momento in cui l’ansia è insorta. Il terapeuta può facilitare questa fase.
  2. Mettere alla prova i pensieri negativi: il terapeuta insegna come valutare i pensieri ansiogeni. Questo implica cercare le prove a favore dei pensieri disfunzionali, analizzare le credenze inutili, e mettere alla prova la realtà delle previsioni negative. Le strategie per mettere alla prova i pensieri disfunzionali includono: condurre esperimenti, valutare i pro e i contro del preoccuparsi o evitare le situazioni temute e determinare le reali probabilità che le cose che si temono si realizzino realmente.
  3. Sostituire i pensieri negativi con pensieri realistici: una volta identificate le predizioni irrazionali e le distorsioni cognitive che caratterizzano i pensieri ansiogeni, potete sostituirli con pensieri nuovi, più realistici e positivi. Il terapeuta aiuterà a costruire un dialogo interno positivo e funzionale per affrontare ed anticipare le situazioni che normalmente provocano ansia.

Per avere un esempio di come funziona il processo di modificazione dei pensieri disfunzionali nella terapia cognitivo comportamentale, considerate la seguente situazione: Maria non vuole prendere la metropolitana perché è sicura di avere un attacco di panico, e questo farà si che tutti pensino che lei è matta. Il terapeuta le chiede di scrivere i suoi pensieri negativi, identificare gli errori, le distorsioni cognitive del suo pensiero e scrivere una interpretazione più razionale. I risultati sono i seguenti:

Pensieri negativiDistorsioni cognitivePensieri più realitistici
“Se avessi un attacco sarebbe terribile.” Catastrofizzazione “Probabilmente mi riprenderei in pochi minuti. Non è così terribile.”
“Cosa accadrebbe se prendessi la metropolitana?” Anticipazione negativa “Non sono mai stata male prima per cui è improbabile che mi succeda in metropolitana.”
“Le persone crederanno che sono pazza.” Inferenza arbitraria “È più probabile che le persone pensino che ho avuto un malore e siano preoccupate per me.”

Molto spesso, i pensieri negativi fanno parte delle modalità di pensiero acquisite nel corso di tutta una vita. Ci vuole, dunque, un costante allenamento per rompere queste abitudini e cambiamenti a lungo termine potranno essere acquisiti solo attraverso una pratica quotidiana, sistematica e regolare. Per questo motivo la terapia cognitivo comportamentale si avvale anche dei cosiddetti “compiti a casa”.

Il trattamento cognitivo comportamentale per i disturbi d’ansia inoltre, prevede:

  • Imparare a riconoscere quando si prova ansia e come si manifesta a livello corporeo,
  • Apprendere abilità di fronteggiamento (coping) e tecniche di rilassamento per gestire ansia e panico,
  • Affrontare le situazioni temute (in immaginazione e nella realtà)

La terapia dell’ Esposizione:

L’ansia non è una sensazione piacevole, per cui è naturale la tendenza ad evitarla. Se si ha paura dell’altezza, è facile percorrere strade alternative e impiegare anche tre ore in più per evitare di attraversare un ponte alto. Se la prospettiva di un discorso in pubblico mette il vostro stomaco in subbuglio, potreste evitare di partecipare al matrimonio del vostro miglior amico. Ma, se continuate ad evitare le situazioni non avrete mai la possibilità di superarle. In un primo momento potreste anche sentirvi sollevati, ma poi le cose non faranno altro che peggiorare. Infatti, evitare di affrontare le paure le rende spesso più forti. L’idea che il tempo aggiusti le cose è sbagliata e pericolosa.

La terapia dell’Esposizione, come suggerisce lo stesso nome, implica l’esposizione della persona a situazioni e oggetti temuti, in modo graduale e ripetuto. Ciò permette alla persona di sentirsi sempre più in grado di controllare la situazione sperimentando un progressivo abbassamento dei livelli di ansia. L’esposizione può avvenire in due modi: il terapeuta può guidare la persona ad immaginare la situazione ansiogena o può accompagnarla ad affrontarla nella vita reale.

La Desensibilizzazione Sistematica:

Affrontare le nostre più grandi paure nell’ immediato, può talvolta essere difficile e sgradevole. Attraverso la Desensibilizzazione Sistematica (DS) si affrontano progressivamente le situazioni per noi ansiogene, acquisendo gli strumenti per gestire l’ansia, sviluppare fiducia nelle proprie possibilità ed imparare ad affrontare le situazioni temute.

La desensibilizzazione sistematica è costituita da tre fasi:

  1. Apprendere le tecniche di rilassamento. Come prima cosa il / la terapeuta insegnerà alla persona la tecnica del rilassamento muscolare progressivo e la respirazione diaframmatica. La persona dovrà allenarsi in terapia e a casa. Quando la persona comincerà ad affrontare le proprie paure, utilizzerà questa abilità per ridurre le sensazioni fisiche legate all’ansia ( come i tremori o l’iperventilazione) e riuscire a rilassarsi maggiormente.
  2. Creare una gerarchia di situazioni disturbanti. La persona creerà insieme al / alla terapeuta una lista di 10 o 20 situazioni disturbanti, partendo da quella meno ansiogena per arrivare alla più temuta. Per esempio, se l’obiettivo finale è quello di superare la paura di volare, si potrebbe cominciare guardando le foto di aerei, immaginare di fare un breve volo, per poi arrivare a prendere l’aereo. Ogni fase deve essere il più precisa possibile.
  3. Affrontare ogni fase. Sotto la guida del terapeuta, la persona comincerà ad affrontare ogni gradino della gerarchia. L’obiettivo, è quello di rimanere nella situazione utilizzando rilassamento e respirazione fino a quando l’ansia decresce. In questo modo si imparerà che le sensazioni provate non possono danneggiare e che gradualmente svaniscono. Ogni volta che l’ansia diventa troppo intensa, è possibile utilizzare le tecniche apprese. Una volta abbassata l’ansia, l’attenzione può essere nuovamente rivolta alla situazione. In questo modo è possibile affrontare ciascuna situazione senza sperimentare livelli di stress troppo intensi.

Fare in modo che la Terapia funzioni:

Per l’ansia non esistono soluzioni immediate. Superare un disturbo d’ansia richiede tempo ed impegno. La terapia permette di confrontarsi con le proprie paure piuttosto che evitarle, per cui a volte è possibile avere l’impressione di sentirsi peggio prima di sentirsi meglio. La cosa importante è rimanere centrati sul proprio percorso e seguire i suggerimenti del terapeuta. Se ci si sente scoraggiati è importante ricordare che la terapia per l’ansia funziona ed è efficace a lungo termine.

Potete rendere più efficace la terapia facendo delle scelte positive. Tutto può avere effetti sull’ansia, a partire dal vostro livello di attività fino ad arrivare alla vostra vita sociale. Fate una scelta consapevole che promuova vitalità, rilassamento e una visione positiva della vita quotidiana.

  • Imparate ciò che serve sapere sull’ansia. Per superare l’ansia, è importante conoscerla. Questo è ciò che in termini tecnici viene chiamata psicoeducazione. Questa da sola non cura l’ansia, ma può aiutare ad ottenere risultati maggiori dalla terapia.
  • Coltivate la vostre relazioni interpersonali. Solitudine ed isolamento alimentano l’ansia. Abbassatene i livelli stando insieme ad altre persone e distraendovi. Fate sì che vedere gli amici diventi un’abitudine; frequentate un gruppo di auto aiuto o supporto, condividete le vostre preoccupazioni con le persone care.
  • Adottate uno stile di vita salubre. L’attività fisica offre sollievo dall’ansia e dalla tensione, per cui trovate il tempo per fare attività fisica in modo regolare. Non utilizzate alcol o droghe per trovare sollievo dall’ansia e cercate di evitare caffeina e nicotina che possono peggiorare i sintomi.
  • Riducete i livelli di stress della vostra vita. Esaminate i livelli di tensione e cercate di ridurli. Evitate le persone che vi rendono ansiosi, rifiutate di assumervi eccessive responsabilità e trovate il tempo per rilassavi e divertirvi durante il giorno.

Se cerchi un aiuto psicologico puoi contattare  la Psicologa Sonya Sabbatino specializzata in  terapia ansia e depressione
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Noi del Watson oltre ad offrire aiuto Psicologico nelle nostre sede di Torino e Chivasso diamo anche la possibilità di offrire Terapia Cognitivo Comportamentale Online con il programma su come vincere il panico

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Siamo un centro specializzato per sconfiggere gli Attacchi di Panico a Torino grazie alla Terapia Cognitivo Comportamentale.

Cosa fare in caso di attacchi di panico e ansia?

Mettere la persona che ha un attacco di panico a proprio agio.
Mettere la persona “al sicuro” (rimuovere l'eventuale causa o portare l'individuo in una zona tranquilla) ... .
Parlare in tono rassicurante ma deciso. ... .
Non negare o sminuire le paure. ... .
Supporto emotivo e empatia (vietato dire “calmati!” o “non c'è nulla da temere“).

Quali sono i sintomi di chi soffre di ansia?

I sintomi principali dell'ansia sono:.
nervosismo;.
apprensione;.
insonnia;.
apnea;.
facilità al pianto;.
palpitazioni;.
debolezza;.
crampi allo stomaco..