Ritratto di federico da montefeltro e battista sforza

Piero della Francesca, Dittico dei Duchi Federico da Montefeltro e Battista Sforza, 1465-1472 circa. Olio su tavola.
Al centro della sala un vero gioiello, il Dittico dipinto da Piero negli anni ‘60 del Quattrocento: l’opera arrivò a Firenze con la dote di Vittoria della Rovere, duchessa di Urbino, sposa di Ferdinando II dei Medici nel 1637.
La cornice ottocentesca dà al dittico la forma di quadro, ma il dipinto in origine era concepito diversamente: una cerniera univa le due parti che venivano chiuse come un libro, con i ritratti all’interno; un’opera preziosa e privata, probabilmente conservata in una custodia, che veniva aperta solo in importanti occasioni.
I ritratti sono di profilo, come usava nel primo Rinascimento e il modello è quello delle medaglie romane: riallacciandosi ad un illustre passato, si intendeva così soprattutto celebrare i personaggi ritratti, lasciando in disparte l’aspetto psicologico o del carattere.
Federico e Battista sono in posizione alta e preminente, e dietro di loro si dispiega l’ampio e dolce paesaggio di Urbino con vallate, un lago, castelli, colline che sfumano in lontananza, e su tutto un limpido cielo azzurro.
È straordinario il modo con cui il pittore rappresenta i più minuti dettagli: osservate il volto del duca descritto nei minimi particolari, o la sofisticata acconciatura e la splendida collana della moglie: l’artista ha come modello la pittura fiamminga, che amava rappresentare con la stessa incredibile precisione uomini e cose, sia vicini che lontani; e dei pittori fiamminghi Piero usa, tra i primi in Italia, la tecnica della pittura ad olio, che permette sfumature e meravigliose trasparenze. Ma allo stesso tempo notate anche come il disegno lineare ed essenziale renda le figure dei duchi simili a volumi geometrici; una sintesi perfetta quindi tra precisione nordica e razionalità e prospettiva italiane, unite da una luce chiara e ferma, che fissa uomini e cose in un tempo sospeso.
Sul lato posteriore carri allegorici portano in trionfo il duca, condottiero incoronato dalla Fortuna, e la duchessa, simbolo di moderazione e castità, ciascuno accompagnato da quattro Virtù: si celebrano così le loro qualità morali, come è scritto in latino nelle iscrizioni del parapetto.
Questo capolavoro risale al periodo di maggior splendore della corte di Federico, che divenne duca nel 1444 dopo un movimentato passato da capitano di ventura: uomo di grande cultura, riuscì, circondandosi di intellettuali ed artisti, a fare del piccolo ducato di Urbino uno dei centri più raffinati dell’Umanesimo.
Grazie a lui fu edificato il Palazzo ducale, una delle meraviglie dell’architettura rinascimentale, sua era una delle più celebri biblioteche dell’epoca: un vero mecenate, ritratto da uno dei massimi artisti del Rinascimento.

Ritratto di federico da montefeltro e battista sforza
Piero della Francesca, ritratti di Battista Sforza e Federico da Montefeltro

Due figure iconiche, destinate a guardarsi per l’eternità di fronte a un luminoso e ampio paesaggio. Un’opera inedita nella ritrattistica dell’epoca, realizzata da Piero della Francesca. Sono Federico da Montefeltro, il potente signore di Urbino, e la giovane moglie Battista Sforza. I dipinti dovevano probabilmente essere uniti in un unico dittico e sul retro l’artista realizzò un’allegoria della coppia su di un carro trionfale. Realistici e idealizzati allo stesso tempo, dai profili perfetti. Una versione dipinta delle medaglie rinascimentali che all’epoca erano in uso e che a loro volta si ispiravano alle monete romane.

Piero della Francesca e il doppio ritratto dei Duchi

Federico è vestito con un abito di corte sgargiante, rosso. È mostrato con pregi e difetti, con la pelle butterata e il naso deformato dalla rottura rimediata in un torneo, a seguito del quale il lato destro del volto era stato orribilmente sfigurato. Piero della Francesca è abile nel celarlo diplomaticamente. Battista invece mostra tratti ultraterreni. Questo potrebbe dipendere dal fatto che, siccome la donna morì prematuramente, Piero dovette ricavare le sue sembianze dalla maschera funebre.

La pettinatura della donna è squisita, l’abito di broccato sfarzoso, il filo di perle elegante. Battista sposò Federico all’età di quattordici anni e, dopo aver messo al mondo otto figlie in undici anni, offrì la propria vita a Dio in cambio di un maschio. Nel 1472 arrivò il tanto atteso erede e sei mesi dopo Battista morì. Sebbene gli studiosi non abbiano ancora stabilito con certezza la datazione di quest’opera, è probabile che essa sia stata commissionata da Federico in memoria della moglie. Un dipinto che ha fissato per sempre il suo ricordo e che l’ha resa immortale.

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Ritratto di federico da montefeltro e battista sforza
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C.C.

Questo post si avvale di contributi bibliografici vari che potete consultare qui

Perché Piero della Francesca ritratto i coniugi Montefeltro di profilo?

In accordo con la tradizione quattrocentesca, ispirata alla numismatica antica, le due figure sono rappresentate di profilo, taglio che garantiva una notevole verosimiglianza e precisione nella resa dei particolari, senza che trasparissero gli stati d'animo: i duchi di Urbino appaiono infatti immuni da turbamenti e ...

Chi è il Signore di Urbino?

Duchi di Urbino furono i signori di Montefeltro, il cui primo personaggio storico fu Montefeltrano I, conte del castello di Monte Copiolo, vivente nel XII secolo. Tra il 1228 e il 1233-34 Buonconte, figlio di Montefetrano, lasciò Monte Copiolo per insediarsi nella città di Urbino di cui era divenuto conte.

Perché Federico da Montefeltro naso?

Il naso sconciato si deve a un incidente occorso durante un addestramento: la lancia del contendente perforò la visiera dell'elmo, colpendo la sommità nasale e l'occhio destro. Da allora fu guercio e i ritrattisti dovettero sempre ricorrere al profilo sinistro.

Dove e sepolta Battista Sforza?

Essendo religiosissima e terziaria francescana, volle essere sepolta nella fossa comune delle monache del convento di santa Chiara di Urbino, vestita di un semplice saio.