Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

Grazia era una contadina di ventinove anni circa, cieca dalla nascita, frequentava da tempo la chiesetta del monastero. Un giorno Padre Pio le domand� all'improvviso se desiderasse possedere la vista: "certo, lo vorrei", rispose, "purch� non mi sia occasione di peccato". "Bene, guarirai", rispose e la mand� a Bari, raccomandandola alla moglie di un ottimo oculista. Ma questi dopo averla visitata disse a sua moglie: "Non c'� niente da fare con questa ragazza. Padre Pio pu� guarirla se vuol fare miracoli, io devo rimandarla a casa senza operarla". Ma poich� Padre Pio te l'ha mandata - insistette la signora, "potresti almeno tentare l'operazione su un occhio. Lo specialista si lasci� convincere, prima oper� un occhio e poi l'altro e tutti e due furono guariti. Di ritorno a San Giovanni Rotondo, Grazia accorse al convento e si gett� ai piedi di Padre Pio. Questi in silenzio, guardando oltre, la lasci� fronte a terra per un p� di tempo, poi le ordin� di levarsi. "Beneditemi Padre, beneditemi", implor�. Egli tracci� su di lei il segno della Croce ma Grazia attendeva ancora immobile. Quando era cieca il Padre la benediva ponendole le mani sul capo. "Beneditemi padre, beneditemi", ripeteva la ragazza con un certo disappunto. "E che ti ci vuole come benedizione", replic� il Padre, "un secchio d'acqua sulla testa?"

 

Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

Nel 1953 - raccontava una signora - per dolori all'addome, fui sottoposta ad accertamenti radiografici i cui risultati, per�, prospettarono una situazione difficilissima che richiedeva un intervento chirurgico urgente. Una mia amica, a cui confidai il mio problema, mi consigli� di scrivere una lettera a Padre Pio per chiedere il suo aiuto e la sua preghiera. Ebbi risposta: il padre mi suggeriva di "andare in ospedale". Lui avrebbe pregato per me. In ospedale andai. Gli stessi medici che precedentemente avevano formulato la preoccupante diagnosi, nel rifare gli accertamenti per- operatori, con meraviglia dovettero convenire che "non avevo pi� nulla". Ringrazio, a distanza di quaranta anni, ancora Padre Pio ed invito tutti a rivolgersi con fiducia a questo Santo che non sa negare ad alcuno la sua potente intercessione.

 

Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

Nel 1954, racconta una signora,  mio padre, all'ora ferroviere, all'et� di quarantasette anni si ammal� di una strana malattia che gli immobilizz� gli arti inferiori. Vana risult� ogni cura ed il posto di lavoro, dopo circa due anni, stava per essere compromesso. Poich� la situazione peggiorava, uno zio consiglio a mio padre di andare a San Giovanni Rotondo dove viveva un Frate cappuccino al quale il Signore aveva donato speciali carismi. Con tante difficolt� mio padre giunse nel piccolo centro sul Gargano accompagnato e sorretto da questo zio. In chiesa incontr� Padre Pio il quale, vedendo in che modo si trascinava tra la folla, disse a voce alta: "Fate spazio a quel ferroviere!" Eppure non conosceva mio padre n� sapeva che egli era ferroviere. Qualche ora dopo Padre Pio si intrattenne in fraterno colloquio con pap�. Gli appoggi� una mano sulla spalla. lo confort� con un sorriso e gli rivolse parole di incoraggiamento. Quando mio padre si allontan� da lui non si accorse di essere stato improvvisamente guarito. Mio zio lo seguiva sorpreso, stringendo tra le mani i due bastoni che non servivano pi�.

 

Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

Un distinto signore era un ateo materialista molto noto  in Puglia per il fervore con cui propagandava la sua fede e combatteva la religione. La moglie era invece religiosa, ma l'uomo le aveva severamente proibito di andare in chiesa e di parlare di Dio ai figli. Nel 1950 l'uomo si ammal�. La diagnosi dei medici fu terribile: "un tumore al cervello e uno dietro l'orecchio destro". Non c'era speranza di guarigione. Ecco quanto raccont� l'interessato: "Fui trasportato all'Ospedale di Bari. Avevo una grande paura del male e della morte. Fu questa paura che mi fece nascere nell'animo il desiderio di rivolgermi a Dio, cosa che non facevo da quando ero bambino. Da Bari fui trasportato a Milano per essere sottoposto a una operazione nel tentativo di salvarmi la vita. Il medico che mi visit� disse che l'operazione era di estrema difficolt� e i risultati assai dubbi. Una notte, mentre ero a Milano, vidi in sogno Padre Pio. Venne a toccarmi la testa e lo sentii dire: "Vedrai che con il tempo guarirai". Al mattino stavo meglio. I medici furono stupiti dal mio rapido miglioramento, ma ritenevano l'intervento indispensabile. Io invece, terrorizzato, poco prima di entrare in sala operatoria, fuggii dall'ospedale e mi rifugiai in casa di parenti, a Milano, dove si trovava anche mia moglie. Dopo alcuni giorni per�, i dolori ripresero fortissimi e, non riuscendo pi� a resistere, tornai in ospedale. I medici, indignati, non volevano pi� prendersi cura di me, poi la loro coscienza professionale prevalse. Ma prima di procedere all'operazione credettero opportuno farmi degli altri esami.  Al termine di questi esami, con grande stupore, si accorsero che dei tumori non c'era alcuna traccia. Ero sorpreso anch'io, non tanto per ci� che mi dissero i medici, ma perch� mentre si stavano facendo gli esami avevo sentito un intenso profumo di viole e sapevo che quel profumo annunciava la presenza di Padre Pio. Prima di lasciare l'ospedale chiesi il conto al professore. Non mi dovete nulla - rispose - giacch� nulla ho fatto per guarirvi. Tornato a casa volli andare con mia moglie a San Giovanni Rotondo per ringraziare il Padre. Ero convinto che la guarigione mi era stata data da lui. Ma quando giunsi nella chiesa del convento di Santa Maria delle Grazie i dolori ripresero violentissimi, tanto che svenni. Due uomini mi portarono di peso al confessionale di Padre Pio. Mi ripresi. Appena lo vidi gli dissi: "Ho cinque figli e sono molto ammalato, salvatemi Padre, salvate la mia vita". "Non sono Dio - mi rispose - "e neppure Ges� Cristo, sono un prete come tutti gli altri, non di pi�, forse di meno. Non faccio miracoli io". - "Vi prego padre, salvatemi", implorai piangendo. "Padre Pio stette un attimo in silenzio. Lev� gli occhi al cielo e vidi che le sue labbra si mossero in preghiera. In quel momento sentii ancora l'intenso profumo di viole. Padre Pio disse: "Va a casa e prega. Io pregher� per te. Tu guarirai". Tornai a casa e da allora ogni sintomo del male spar�."

 

Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

Racconta un signore: "Nel lontano 1950 mia suocera fu ricoverata in ospedale per un intervento al seno sinistro. la neoformazione, per� risult� di natura maligna. Infatti, dopo pochi mesi, fu necessario, con un nuovo ricovero, un altro intervento analogo, al seno destro. Data la diffusione del male i medici del Policlinico di Milano diedero all'inferma tre o al massimo quattro mesi di vita. A Milano, qualcuno ci parl� di Padre Pio e dei prodigi attribuiti alla sua intercessione. Partii immediatamente per San Giovanni Rotondo. Attesi il mio turno per la confessione e, quando giunse, chiesi al Padre la grazia della guarigione per la madre di mia moglie. Padre Pio fece due lunghi sospiri pio disse: "Preghiamo, preghiamo tutti. Guarir�!" Cos� fu. Mia suocera dopo l'intervento si ristabil� e and� personalmente a ringraziare il Padre che, sorridendo le disse: "Va in pace, figlia mia! Va in pace!" Invece di pochi mesi previsti, mia suocera visse ancora diciannove anni durante i quali crebbe, in lei ed in noi, la devota riconoscenza per Padre Pio".

 

Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

Un'altra guarigione, attribuita a Padre Pio, fu considerata un prodigio permanente, riguarda un ex ferroviere toscano, morto nel 1983, a settanta anni. "Sono una sfida vivente alle leggi fisiche" - ripeteva l'uomo. Nel 1945 viveva in provincia di Siena. Era sposato e aveva un figlio piccolo. Lavorava come sorvegliante degli impianti elettrici di una linea ferroviaria. La mattina del 21 maggio, mentre si recava al lavoro in motocicletta, venne travolto da un camion. Arriv� all'ospedale in fin di vita. I medici gli riscontrarono una frattura al cranio, una frattura all'arco sopraccigliare sinistro, la rottura del timpano sinistro, la frattura di alcune costole e cinque fratture alla gamba sinistra. Rimase tra la vita e la morte per diversi giorni, poi venne dichiarato fuori pericolo. La ripresa fu lunga ma soddisfacente, tranne che per la gamba. Era cos� mal ridotta che i medici non riuscivano a metterla a posto. Passava da un ospedale all'altro. "Fui ricoverato alla Clinica ortopedica  di Siena dove rimasi in cura per un anno e mezzo. Poi andai al Rizzoli di Bologna. Dopo i primi interventi le fratture al femore erano state parzialmente sanate ma a causa di una serie di complicazioni, la gamba era completamente rigida. I medici parlavano di "anchilosi fibrosa del

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ginocchio sinistro" e non riuscivano a guarirmi. Inoltre le ferite provocate dai numerosi interventi chirurgici non si rimarginavano. Poich� tutti i tentativi di piegare la gamba erano risultati inutili, i medici della Clinica ortopedica di Siena decisero di tentare la "flessione forzata del ginocchio su apparecchio di Zuppinger in anestesia generale. Ma le aderenze muscolari e i legamenti che bloccavano l'articolazione erano cos� resistenti che anche quell'intervento risult� inutile. Anzi, quando i medici insistettero con maggior forza, si spezz� nuovamente il femore e dovetti restare altri due mesi con la gamba ingessata. All'inizio del 1948 fui dimesso dalla Clinica ortopedica di Siena e dichiarato inguaribile. Avrei dovuto restare con la gamba rigida per tutto il resto della mia vita. Avevo trentacinque anni e non riuscivo a rassegnarmi. Decisi perci� di tentare ancora presso altri specialisti ma le speranze di successo risultarono essere pochissime e quindi non me la sentii di affrontare un nuovo intervento. Ero demoralizzato e cattivo come una bestia ferita. Non volevo vedere nessuno. Non volevo pi� vivere. Sfogavo tutto il mio dolore contro mia moglie che tentava di farmi coraggio. Per muovermi adoperavo le stampelle, ma riuscivo a trascinarmi solo per pochi metri perch� la gamba, oltre che essere rigida, era ancora piena di ferite sanguinanti e dolorosissime. Spesso, volevo fare da solo, cadevo e allora urlavo con tutta la mia rabbia, bestemmiando contro Dio e contro tutti. Mia moglie era credente, io no. Lei andava in chiesa e io la rimproveravo. Bestemmiavo per farle dispetto e lei piangeva. Un giorno nella nostra parrocchia venne un religioso a tenere delle conferenze.  Venuto a conoscenza del mio caso volle parlare con mia moglie per confortarla: "Perch� non porta suo marito a San Giovanni Rotondo da Padre Pio, un cappuccino che fa miracoli?" Mia moglie mi rifer� quelle parole con tanta speranza ma io scoppia in una ironica risata, pronunciando bestemmie e improperi anche contro Padre Pio. Mia moglie non volle lasciar perdere quella possibilit� e scrisse tante volte al religioso, ma non ricevette mai risposta. Allora riprese a parlarmene e a chiedermi di accontentarla. La mia situazione andava sempre peggio. Mi resi conto che per me la vita era finita. La forza della disperazione ebbe il sopravvento. Verso la fine dell'anno mi arresi. "Va bene" - dissi a mia moglie - "proviamo anche questo". Il viaggio fu drammatico. In treno ero disteso su una barella, ma quando dovevo salire e scendere dallo scompartimento i dolori erano atroci. La prima tappa fu Roma, la seconda Foggia. Per raggiungere San Giovanni Rotondo c'era un solo pullman e partiva al mattino presto. Decidemmo di trascorrere la notte in una pensione. Mentre mi trascinavo con le stampelle scivolai in una pozzanghera, cadendo malamente. Fui soccorso dai dipendenti delle ferrovie, i quali saputo che ero un loro collega mi misero a disposizione una stanza negli uffici della stazione e l� passai la notte. Il mattino presto, io, mio figlio e mia moglie prendemmo il pullman per San Giovanni Rotondo.   Il pullman si fermava a circa due chilometri dalla chiesetta dei cappuccini. Le strade non erano asfaltate. Non so come riuscii a raggiungere la chiesa. Appena entrato, mi accasciai su una panca mezzo svenuto. Non avevo mai visto una fotografia di Padre Pio, quindi non sapevo riconoscerlo. In chiesa c'erano diversi cappuccini. Vicino a me ce n'era uno che stava confessando le donne. La tendina, che serve a nascondere il confessore, era aperta. Il frate teneva gli occhi bassi e le mani nascoste nelle maniche della tonaca. Quando alz� la destra per dare l'assoluzione mi accorsi che portava i mezzi guanti. "E' lui" - dissi a me stesso. In quell'istante Padre Pio alz� gli occhi e mi fiss� per un paio di secondi. Sotto quello sguardo il mio corpo cominci� a tremare, come se fosse stato colpito da una violenta scossa elettrica. Dopo alcuni minuti il padre usc� dal confessionale e se ne and�. Alle quattro del pomeriggio eravamo di nuovo in chiesa. Mio figlio mi accompagn� in sagrestia. Padre Pio stava gi� confessando. C'erano alcune persone prima di me. Dopo circa un quarto d'ora arriv� il mio turno. Puntellandomi sulle stampelle, mi avvicinai al religioso. Tentai di dire qualcosa, ma lui non me ne diede il tempo. Cominci� a parlare tracciando un quadro perfetto della mia vita, del mio carattere, del mio comportamento. Ero completamente rapito dalle sue parole e non pensavo pi� alla gamba. Quando il Padre alz� la mano per darmi l'assoluzione, provai di nuovo la terribile scossa in tutto il corpo che avevo sentito la mattina. Senza accorgermi mi inginocchiai e feci il segno della croce. Poi, sempre senza pensare alla gamba, mi alzai, presi le stampelle in mano e mi allontanai camminando regolarmente. Tutto questo lo facevo in moto del tutto normale. Mia moglie che era in chiesa, mi vide arrivare con le stampelle in mano, ma neanche lei ci fece caso. Mi disse solo: "Che bella faccia serena che hai!" Ci fermammo a pregare un p�, poi ci avviammo all'uscita. Solo a questo punto mia moglie si rese conto di quello che era accaduto: "Giuseppe, ma tu cammini" disse. Mi fermai ed osservai con immenso stupore le stampelle che avevo in mano. "E' vero, cammino e non sento nessun dolore" risposi. "Pap�" - aggiunse mio figlio - "quando eri da Padre Pio ti sei anche inginocchiato". Potevo fare quei movimenti con la massima naturalezza, senza nessun dolore e difficolt�. Mi tolsi i pantaloni ed esaminai le gambe: tutte le ferite, che fino a poco prima erano doloranti e sanguinanti, si erano rimarginate. Ora si vedevano solo delle cicatrici perfettamente asciutte. "Sono veramente guarito!" - gridai a mia moglie e scoppiai a piangere. Il ritorno a casa fu una marcia trionfale. Ovunque mi fermassi raccontavo quanto mi era accaduto. Tornai a farmi visitare alla Clinica ortopedica di Siena. I medici erano esterrefatti. Prima di tutto nel vedere che camminavo. E poi perch� alle radiografie la mia gamba non era assolutamente cambiata. L'anchilosi fibrosa al ginocchio sinistro era sempre presente e non avrei potuto in nessun modo camminare. Il mio caso venne presentato anche a un congresso medico a Roma. Fui visitato da molti di quelli illustri specialisti che provenivano anche dall'estero, e tutti restarono meravigliati.

 

Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

Frate Daniele raccontava che un signore aveva una zia guarita per intercessione di Padre Pio. La zia di questo signore, molto tempo prima, si era ammalata di tumore. La madre dell'uomo, che era la sorella della zia, invi� un telegramma a Padre Pio per chiedere il suo aiuto ed ebbe questa risposta: "Pregher� per vostra sorella affinch� il Signore la guarisca. Star� con le braccia alzate, perch� Egli ci ascolti.". Il telegramma di risposta fu messo sotto il cuscino e dopo un poco la malata riapr� gli occhi, come se tornasse da un altro mondo, dicendo: "E' venuto un frate cappuccino e mi ha detto: "Alzati che sei guarita". Le fecero vedere una foto di Padre Pio ed ella riconobbe il suo benefattore. La zia ritorn� in salute e ricominci� anche i lavori nell'orto.

Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

Suor Pagani racconta:

�Avevo programmato un viaggio per rivedere padre Pio ma prima di partire volli andare a salutare don Giancarlo, parroco del mio paese, ricoverato in ospedale per un tumore al polmone. L�ammalato mi chiese di raccomandarlo al santo frate: �Dite qualcosa al Padre della mia malattia�.

Giunta a San Giovanni Rotondo, insieme a qualche altra persona mi fecero accomodare nel corridoio della portineria, dove sarebbe passato il Santo. Ero immersa nei miei pensieri quando giunse padre Pio. Mi diede la mano da baciare ed ebbi il breve colloquio, il Padre chiese: �Hai altro da dirmi?�.

Io rimasi un po� sorpresa di fronte alla sua domanda, ma poi mi ripresi e dissi �Ah si, Padre!� Il nostro parroco � ammalato di tumore ed aspetta una vostra parola�.

Padre Pio disse: �E se Dio ha disposto che muoia, lui che vuole?�.

�Padre che guarisca, padre -  Lui vuole guarire�.

Il Santo rimase un po� in silenzio e poi: �B�, lasciamo andare�� disse non terminando la frase.

Tornata a casa, seppi che don Gianfranco era uscito dall�Ospedale. Andai in canonica e gli riferii quanto aveva detto il padre. In ospedale non mise pi� piede.

Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

La statua della Madonna pellegrina di Fatima giunse a San Giovanni Rotondo il 5 agosto 1959. Padre Pio era da diversi mesi ammalato. Aveva un focolaio bronco-pneumonico on una pleurite siero emorragica. Questa era la diagnosi del suo medico dott. Sala. Mentre la statua della Madonna fa il suo ingresso solenne nella chiesa del convento, Padre Pio � a letto, in preghiera, impossibilitato ad alzarsi. Ma il giorno dopo, verso le tredici, poco prima che la Madonna sia spostata a Casa Sollievo, viene trasportato con molta cautela nella vecchia sacrestia. Abbassano la statua fino al suo viso e lui, commosso e con le lacrime agli occhi la bacia affettuosamente e mette un rosario da lui benedetto nelle sue mani; poi si riporta su perch� stanco e per il timore di qualche collasso. Al riguardo padre Raffaele da Sant�Elia a Pianisi racconta: �Dopo aver saputo che la Vergine di Fatima ha terminato il giro in tutti i reparti dell�Ospedale, padre Pio esprime il desiderio di volerla salutare ancora, prima della partenza. E viene nuovamente accontentato. Lo trasportano, sempre su una sedia, nel coro della nuova chiesa e si affaccia all�ultima finestra di destra di chi guarda la chiesa dal piazzale�l�elicottero si solleva; prima per� di prendere la rotta designata, fa tre giri sul convento e la chiesa per salutare Padre Pio. Egli, al vedere l�elicottero che si muove con su la Madonna, tutto commosso, con fede e lacrimante dice: �Madonna mia, Mamma mia, sei entrata in Italia e mi sono ammalato; ora te ne vai e mi lasci ancora malato�. Detto questo, abbassa il capo, mentre un brivido lo scuote e pervade tutto. Padre Pio ha ricevuto la grazie e si sente bene. Il giorno dopo vuol celebrare in chiesa, ma quasi tutti lo sconsigliano. Intanto la sera, provvidenzialmente, arriva il prof. Gasbarrini, che lo visita minuziosamente, lo trova guarito clinicamente e dice ai padri presenti� Padre Pio sta bene e domani pu� celebrare liberamente in chiesa�.

Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

Tra la fine del 1953 e l’inizio del 1954 il Papa Pio XII ebbe un vero e proprio tracollo fisico da stress: “Lo stomaco rifiutò di ricevere qualsiasi cibo. Vomito continuo e nausea si alternavano ad un ininterrotto, terribile e penoso singhiozzo. Le uniche pause erano brevi sonni di mezz’ora. Si dovette ricorrere alla nutrizione artificiale.
Padre Pio, anche per richiesta espressa della sorella del Papa e per invito della Segreteria di Stato di Sua Santità, durante la grave malattia del Santo Padre, non solo promise preghiere e suppliche al Signore per la sua guarigione, ma arrivò ad offrire la propria vita in cambio di quella del Papa.
Qualche tempo dopo il Padre Pio fu “costretto a letto, con febbre altissima” ricorderà padre Costantino Capobianco. Egli diceva: “io ero ignaro della cosa e non sapevo a che attribuire quell’improvviso ammalarsi del carissimo Padre; ma il molto reverendo Padre Agostino, molto addentro alle “segrete cose” di quell’anima singolare, mi disse: “Ma perché gli fanno sapere certe cose? Padre Pio si è ammalato, perché ha saputo che il Papa è in grandi angustie. Ed ogni volta che sente notizie simili si ammala”. Padre Pio prendeva sulle sue spalle anche la “croce” del Vicario di Cristo.
Vi fu quindi una improvvisa guarigione di Papa Pio XII il quale, una volta guarito e venuto a conoscenza della eroica offerta del Frate Cappuccino di San Giovanni Rotondo, scrisse una lettera alla Curia Generale dei Cappuccini, esprimendo il gradimento per le preghiere fatte da Padre Pio.

Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

Un Sacerdote ed alcuni fedeli ortodossi della Romania sono passati nella Chiesa Cattolica dopo un miracolo di guarigione compiuto da padre Pio.
Il parroco e la comunità affidata alle sue cure pastorali sono passati dalla religione ortodossa al cattolicesimo per esprimere la loro devota gratitudine a San Pio da Pietrelcina. È avvenuto a Pesceana, una cittadina della Contea di Vallea, nella Romania centro-meridionale. Qui la mamma di parroco, di 71 anni, era da tempo affetta da un tumore al polmone sinistro. I medici, dopo averla sottoposta a tutti i possibili accertamenti clinici, per la presenza di metastasi diffuse avevano per lei previsto solo pochi mesi di vita. Neppure un intervento chirurgico poteva essere tentato.
Il sacerdote ortodosso, non riuscendo a rassegnarsi a perdere la mamma, si rivolse allora a suo fratello che lavorava a Roma, sperando di poter far visitare la madre da un illustre oncologo italiano.
Il fratello del sacerdote riuscì a far visitare la madre da un illustre oncologo, il quale confermò la diagnosi dei colleghi rumeni,
Durante la permanenza a Roma, la signora un giorno accompagnò suo figlio in una chiesa. In un angolo notò una gigantesca statua di Padre Pio e ne rimase fortemente colpita. Chiese chi fosse il soggetto raffigurato ed il figlio le illustrò la storia.
Nei giorni successivi la donna ritornò in quella chiesa e ogni volta rimase a lungo in preghiera davanti alla statua del Santo di Pietrelcina. Passarono così due settimane e, nella data stabilita per i controlli clinici, si recò dall’illustre chirurgo, il quale, esterrefatto, constatò che del tumore e delle metastasi non c’era più traccia.
La signora volle rimpatriare e raccontò tutto al figlio sacerdote sottolineando di aver chiesto aiuto a Padre Pio e di essere stata ascoltata, nonostante la sua appartenenza alla Chiesa ortodossa.
La notizia si diffuse nella cittadina rumena e tra i fedeli, i quali, sotto la guida del loro pastore, cominciarono a conoscere e ad approfondire la figura del Santo Frate stimmatizzato. Anche altri ammalati si rivolsero a Padre Pio ed ebbero, per la sua intercessione, grazie e favori celesti. Nacque così tra tutti il desiderio di diventare cattolici per amore del venerato Padre.
Quando il loro desiderio si è finalmente trasformato in realtà, hanno iniziato a raccogliere fondi per erigere in paese una chiesa dedicata a Padre Pio.

Testimonianze di guarigione per intercessione di padre pio

Padre Pio conobbe ciò che accadde a papa Pio XII dopo la sua morte. Il 9 ottobre 1958, lo stesso giorno in cui Eugenio Pacelli era spirato a Castelgandolfo, suor Pascalina Lehnert scriveva una lettera a San Giovanni Rotondo ad un frate di sua conoscenza per sapere cosa ne pensasse Padre Pio. Il frate rispose alla suora dicendo che aveva posto la domanda a Padre Pio il quale, con un volto quasi trasfigurato, aveva risposto: “E’ in paradiso. L’ho visto nella Santa Messa”.
Il frate, aggiunse che non fidandosi delle sue orecchie aveva chiesto nuovamente a Padre Pio: “Lo ha visto in Paradiso?”. “Si”, gli aveva risposto Padre Pio con un sorriso celestiale.
Al riguardo Padre Agostino da San Marco in Lamis, il 18 novembre 1958 annotava nel suo Diario: “Padre Pio ha sentito tutto il dolore della sua anima per la morte del Papa Pio XII. Ma poi il Signore glielo ha fatto vedere nella gloria del Paradiso”.

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La statua della Madonna pellegrina di Fatima giunse a San Giovanni Rotondo il 5 agosto 1959. Padre Pio era da diversi mesi ammalato. Aveva un focolaio bronco-pneumonico on una pleurite siero emorragica. Questa era la diagnosi del suo medico dott. Sala. Mentre la statua della Madonna fa il suo ingresso solenne nella chiesa del convento, Padre Pio � a letto, in preghiera, impossibilitato ad alzarsi. Ma il giorno dopo, verso le tredici, poco prima che la Madonna sia spostata a Casa Sollievo, viene trasportato con molta cautela nella vecchia sacrestia. Abbassano la statua fino al suo viso e lui, commosso e con le lacrime agli occhi la bacia affettuosamente e mette un rosario da lui benedetto nelle sue mani; poi si riporta su perch� stanco e per il timore di qualche collasso. Al riguardo padre Raffaele da Sant�Elia a Pianisi racconta: �Dopo aver saputo che la Vergine di Fatima ha terminato il giro in tutti i reparti dell�Ospedale, padre Pio esprime il desiderio di volerla salutare ancora, prima della partenza. E viene nuovamente accontentato. Lo trasportano, sempre su una sedia, nel coro della nuova chiesa e si affaccia all�ultima finestra di destra di chi guarda la chiesa dal piazzale�l�elicottero si solleva; prima per� di prendere la rotta designata, fa tre giri sul convento e la chiesa per salutare Padre Pio. Egli, al vedere l�elicottero che si muove con su la Madonna, tutto commosso, con fede e lacrimante dice: �Madonna mia, Mamma mia, sei entrata in Italia e mi sono ammalato; ora te ne vai e mi lasci ancora malato�. Detto questo, abbassa il capo, mentre un brivido lo scuote e pervade tutto. Padre Pio ha ricevuto la grazie e si sente bene. Il giorno dopo vuol celebrare in chiesa, ma quasi tutti lo sconsigliano. Intanto la sera, provvidenzialmente, arriva il prof. Gasbarrini, che lo visita minuziosamente, lo trova guarito clinicamente e dice ai padri presenti� Padre Pio sta bene e domani pu� celebrare liberamente in chiesa�.

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