Come spieghiamo in modo approfondito anche all’interno del nostro corso preparto online, il travaglio di parto è il più significativo processo di cambiamento che avviene nel corpo della donna durante la sua vita; contemporaneamente è la prima esperienza di cambiamento che ogni essere umano ha sperimentato nascendo. Se non tutte partoriamo, tutti nasciamo. Show
Come indurre il travaglioAspettare l’inizio spontaneo del travaglio è un grande vantaggio per la mamma e il bambino, ed è associato a minori complicanze del parto e a minore probabilità di avere un taglio cesareo (in questo articolo parliamo del parto cesareo dolce, approccio centrato sull’esperienza di mamma e bambino che aiuta a ridurre gli aspetti negativi di questo tipo di intervento). È una decisione molto importante quella di indurre il parto prima del suo inizio naturale. I medici propongono l’induzione del parto con metodi diversi (farmaci e/o altri interventi in base alla situazione e alle condizioni del collo dell’utero) quando diventa più rischioso
aspettare. In assenza di fattori di rischio non è consigliato dalle Linee Guida indurre il parto prima delle 41 settimane. L’attività sessuale al termine della gravidanza, per la sua ricaduta sul sistema ormonale che favorisce il parto, è consigliata per facilitare l’avvio fisiologico del travaglio e non presenta rischi. Altri metodi come stimolare i capezzoli per indurre il travaglio hanno mostrato qualche evidenza positiva ma sono da riservare a casi individuati e controllati
dal personale sanitario. Contrazioni uterineL’apertura del collo dell’utero e la discesa del bambino avvengono grazie alle contrazioni uterine che modificano il collo dell’utero
rendendolo più soffice e corto. Successivamente agiranno spingendo il piccolo verso il basso e stirando lateralmente il collo per facilitarne l’apertura da zero fino a 10 centimetri. Contrazioni e inizio del travaglioSebbene sia l’utero a contrarsi (si percepisce appoggiandoci sopra una mano) non
si avverte nessun dolore all’addome, anche se questo risulta molto teso e duro. Il dolore, invece, viene percepito distintamente sopra il pube, molto in basso, e può raggiungere anche i muscoli delle cosce, oppure si riflette sulla schiena, nella sede renale, e può raggiungere la zona sacrale. La localizzazione del dolore non è prevedibile, e una non esclude l’altra. Calcola la tua settimana di gravidanza e la data presunta del partoData di inizio dell'ultimo ciclo mestruale Fasi del travaglioIl fenomeno biologico del travaglio si suddivide in quattro fasi, importanti da conoscere per capire il linguaggio tecnico usato dalle ostetriche e dai medici coinvolti nella cura della salute della mamma e del bambino:
Sintomi del travaglioL’attività contrattile sporadica (anche dolorosa) è presente nell’ultimo periodo della gravidanza, ed è un bene, perché il collo si modifica e si prepara già nel periodo (settimane, giorni) precedente il travaglio. È esperienza comune, infatti, avere delle contrazioni durante la sera, che passano poi prima della notte. Questi non sono i sintomi del travaglio, ma certamente ci dicono che tutto va per il meglio, che l’utero si sta allenando a contrarsi davvero, e che il travaglio si avvicina. NataliaDeriabina / iStockPerdita del tappo mucosoQuesto lavoro di preparazione, quando particolarmente intenso, può essere accompagnato da segni quali perdite di muco bianco, marrone o rosato. Il collo si apre e qualche piccolo capillare può generare una gocciolina di sangue, che può manifestarsi subito (il rosa) o uscire più tardi (il marrone). Qualche volta, ma non è affatto una regola, si può avere la fuoriuscita anche abbondante di una sostanza gelatinosa, grigiastra o giallognola, compatta, che è il tappo di muco. Il tappo non è un sintomo assoluto di inizio travaglio perché può uscire successivamente, un po’ per volta, o anche mai. Fase prodromicaArriverà un bel giorno in cui queste contrazioni non passano, anzi, tendono a regolarizzarsi. Il periodo
prodromico del travaglio di parto è proprio questo, caratterizzato da cicli di contrazioni abbastanza regolari e dolorose, inframezzate da pause anche lunghe, a volte spossanti e noiose. Spesso, ma non sempre, in questa fase si ha anche uno spontaneo, facile e abbondante svuotamento dell’intestino. Talvolta compare nausea e più raramente vomito. Ma bisogna comunque sforzarsi di mangiare qualcosa e bere. Cosa fare nel periodo prodromico?È fondamentale garantirsi una situazione comoda, intima, la compagnia giusta, piccoli pasti appetitosi e digeribili, e bevande tiepide o fresche leggermente zuccherate. Ingannare l’attesa con attività piacevoli, passeggiare, riposarsi, dormire. E, soprattutto, è fondamentale evitare stress da prestazione, in genere indotto
dall’ansia dei parenti: «Chissà quando nascerà…». Dolori del travaglio e fase dilatanteUna volta
raggiunti i 4 cm di dilatazione, di solito la mamma e il suo accompagnatore (in questo articolo parliamo dell’importanza di questa figura) vengono ammessi in sala travaglio e affidati alle cure di un’ostetrica che ha il compito di sostenere e incoraggiare la mamma, controllare l’evoluzione del processo, il suo benessere e la salute del bambino.
Raggiunta la dilatazione completa si assiste in genere a uno spontaneo rallentamento dell’attività contrattile, un benefico periodo di riposo in cui la mamma si ricarica e il suo utero si prepara alle poderose contrazioni necessarie all’espulsione del piccolo: è la cosiddetta “fase latente”, che è indispensabile rispettare per garantire spinte più efficaci successivamente. È necessaria, e da questa fase la mamma esce vigile e coraggiosa, pronta per la fase successiva. Spinte spontanee e fase espulsiva«Saprò spingere?». È questa una delle più frequenti ansie delle donne relative al parto. Nella norma non c’è alcun bisogno di insegnare a una donna come deve spingere, semplicemente perché al momento giusto sarà impossibile impedirglielo. A spingere non si insegna e non si impara. La spinta è spontanea, è “incoercibile”, è un
riflesso automatico, in genere non doloroso, dovuto alla pressione della testa del bambino sui muscoli del perineo. Semplicemente bisogna assecondarla, ed è così potente che talvolta le donne non se lo aspettano, e può fare quasi paura. Espulsione della placenta: il secondamentoSe non c’è perdita di sangue importante si deve aspettare (senza fare manovre né trazioni del cordone ombelicale) che la placenta si distacchi e una poderosa
contrazione la faccia uscire. L’unico intervento farmacologico raccomandato per la mamma, nel travaglio fisiologico, è un’iniezione di ossitocina dopo la fuoriuscita delle spalle del bambino, per favorire questo passaggio delicato e proteggerla dall’emorragia. Come affrontare il travaglioOgni donna che abbia partorito ricorda tutti i particolari del suo travaglio di parto, anche se il figlio ha ormai 60 anni. Ogni storia familiare custodisce le narrazioni delle donne, e anche degli uomini, che descrivono ogni nascita, nella sua unicità. Perché non si avvia il travaglio?(Travaglio protratto)
Il travaglio che progredisce troppo lentamente può derivare dal rallentamento del movimento del feto attraverso il canale del parto in quanto troppo grande o in posizione anomala, un canale del parto troppo stretto o contrazioni dell'utero troppo deboli o troppo intense.
Quando il parto non arriva?Secondo le linee guida viene definito parto oltre il termine (o gravidanza protratta) quando il parto avviene a 42 settimane o oltre. Una gravidanza viene definita, invece, tardiva, quando il parto avviene a 41 settimane.
Come far partire il travaglio a 39 settimane?Altre tecniche per favorire il travaglio. Stimolazione dei capezzoli: in queso modo l'organismo rilascia ossitocina, responsabile delle contrazioni.. Bagno caldo: la temperatura dell'acqua deve essere tra 37 e 38 gradi. ... . Impacchi caldi sul seno: anche questi potrebbero far produrre al corpo ossitocina.. Cosa fare se il bambino non vuole nascere?Quando la gravidanza è ormai giunta a termine ma il bimbo non vuole nascere allora si può praticare il parto indotto. Una tecnica ostetrica che consente di far nascere il bambino quando il travaglio non è efficace e senza ricorrere al cesareo.
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