Quando si comincia a dare il verderame ai pomodori

  • Pomodori perfetti se si rispettano questi requisiti
  • Altre cure per i pomodori
  • Dopo piogge troppo abbondanti
  • Riconoscere e risolvere i più diffusi attacchi fungini

Pomodori perfetti se si rispettano questi requisiti

Terreno

Il pomodoro è pianta piuttosto esigente che vuole terreno di medio impasto, sciolto, fertile, ricco di sostanza organica, situato in zone calde e soleggiate, al riparo dai venti. Non sono adatti i suoli pesanti, molto argillosi, nei quali l’acqua ristagna a lungo e, all’opposto, quelli troppo sciolti e sabbiosi o pietrosi, che comportano scarse produzioni.

Clima

Originario delle regioni centro e sud-americane, il pomodoro necessita di temperature costantemente medio-elevate e di buona illuminazione. Le temperature ottimali di crescita sono comprese tra 22 e 24°C, quelle minime tra 13 e 15°C; inizia a produrre frutti attorno ai 23-25 °C e deperisce con temperature al di sotto dei 7-10 °C .

Concime

Somministrare al terreno prodotti organici circa dieci giorni prima della messa a dimora delle piantine. A partire dalla fase di formazione dei primi frutti è opportuno, soprattutto se il terreno è poco fertile, somministrare ogni circa 2-3 settimane, concimi chimici in granuli, specifici per orto, ricchi in fosforo e potassio.

Irrigazione

Deve essere regolare durante tutto il ciclo di crescita, in particolare durante la fioritura e la fase iniziale della formazione dei frutti. L’acqua va distribuita solo al terreno, per scorrimento o tramite il sistema goccia a goccia, e non sulle foglie e sui frutti, onde evitare la comparsa di gravi malattie fungine.

Altre cure per i pomodori

Altre operazioni necessarie sono:

  • eliminare regolarmente le erbacce dal terreno coltivato;
  • legare le piante a tutori verticali o inclinati, quando la pianta è alta circa 30-40 centimetri;
  • eliminare i getti ascellari per avere frutti di migliore pezzatura e qualità;
  • rincalzare moderatamente le piante.

Dopo piogge troppo abbondanti

Un eccesso di acqua (per piogge o irrigazione) successivo ad un periodo piuttosto prolungato di siccità fa sì che la polpa, prima contratta perché disidratata, si gonfi per accumulo di acqua sino a far scoppiare la buccia: si tratta della spaccatura dei frutti. È il danno più frequente che si manifesta in periodo estivo e che colpisce soprattutto le varietà a bacca grossa (tondo, costoluto, cuore di bue) e si manifesta sotto forma di fessurazione della buccia in frutti ormai prossimi alla maturazione. Si previene garantendo regolari irrigazioni durante i periodi di siccità. I frutti rovinati vanno raccolti ed eventualmente consumati, onde evitare che attraverso le fessurazioni possano entrare spore di funghi dannosi.

Riconoscere e risolvere i più diffusi attacchi fungini

PERONOSPORA

È la più grave avversità fungina che colpisce il pomodoro, soprattutto le varietà a bacca grossa (tondo, costoluto, canestrino,cuore di bue). Le temperature ottimali per il suo sviluppo sono comprese tra i 20 ed i 25 °C , con prolungata bagnatura della vegetazione. Sulle foglie, a partire dal momento della fioritura, si notano macchie irregolari, decolorate, di varia forma e dimensione, che poi diventano brune e causano il disseccamento delle lamine. I fusti mostrano zone ingiallite o rinsecchite. Sui frutti ancora verdi compaiono macchie traslucide, di forma irregolare e depresse rispetto alla buccia, che assumono colorazioni variabili tra il giallastro ed il bruno. Il frutto colpito non matura, ma cade al suolo precocemente.

MARCIUME A ZONE

Anche questo fungo è abbastanza diffuso e colpisce soprattutto le varietà a bacca grossa e quelle allungate (tipo San Marzano, pendolino). Le temperature ideali per il suo diffondersi sono più alte rispetto a quanto serve alla peronospora, risultando comprese tra i 23 ed i 28 °C. Sulle foglie dapprima appaiono estese ed irregolari chiazze giallastre, che poi rinsecchiscono, causando un accartocciamento vistoso delle lamine. Al colletto e sulle radici si notano degli imbrunimenti, seguiti presto da marciumi che possono anche provocare la morte della pianta. E’ soprattutto sui frutti che la malattia si manifesta: sulle punte delle bacche ancora verdi, si formano zone grigio-brunastre, di consistenza acquosa. I frutti così colpiti velocemente marciscono e cadono a terra. Gli stessi sintomi si notano sulle bacche prossime alla maturazione o già mature: in questi casi il processo di disfacimento del frutto, a partire dalla sua estremità libera, è ancora più veloce.

Cura

Solo se necessario, per gli interventi curativi si dovranno utilizzare anticrittogamici a basso impatto ambientale e meno nocivi di quelli chimici di sintesi, quali quelli a base di rame (ossicloruro di rame, poltiglia bordolese, idrossido rameico) e zolfo. I trattamenti vanno effettuati con cautela durante il periodo della fioritura, cercando di non colpire i fiori. Inoltre va ricordato che tali prodotti non vanno distribuiti in prossimità della raccolta: devono trascorrere almeno 10 – 15 giorni tra l’intervento antiparassitario ed il consumo dei frutti, che ovviamente andranno ben lavati prima dell’utilizzo. Si deve inoltre evitare che gli antiparassitari possano cadere su altre colture dell’orto prossime alla raccolta; a tal fine è pertanto bene intervenire in giornate non ventose e coprire con teli plastici gli ortaggi vicini.

Meglio la prevenzione

I funghi attaccano frutti in fase di maturazione, quindi prossimi al consumo, quando si sconsiglia vivamente di ricorrere ai trattamenti chimici. Bisogna quindi cercare di prevenirne la formazione con comportamenti adeguati, quali:

  • non piantare pomodori in terreni troppo argillosi e freddi, poco drenanti;
  • prediligere esposizioni soleggiate e soprattutto ben ventilate;
  • utilizzare piantine di buona qualità, ben sviluppate e sane;
  • adottare la tecnica della rotazione colturale, ovvero evitare di piantare per due anni di seguito i pomodori nello stesso terreno;
  • eliminare le foglie ed i frutti colpiti dalle malattie, preferibilmente staccandoli dalla pianta ed evitando che rimangano sul terreno anche per un beve periodo;
  • non bagnare le parti aeree della pianta;
  • evitare lesioni o ferite durante l’esecuzione dei lavori, specialmente alle zappettature;
  • dal momento della fioritura diminuire le concimazioni con prodotti ricchi di azoto e usare invece concimi con buoni tenori in fosforo e potassio rafforzano le strutture della pianta rendendole meno facilmente penetrabili dalle spore dei funghi.

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Quando si dà il ramato ai pomodori?

Da luglio in avanti, se non piove e le temperature sono elevate (oltre i 30°), si trattano con rame solo le piante giovani, in rapido sviluppo (ogni 10 giorni). Con il caldo, i pomodori in piena produzione, si giovano maggiormente di trattamenti bio con Caolino o Zeolite, che prevengono anche le scottature.

Quando dare il verderame mattina o sera?

In primavera e in estate, la combinazione di questo prodotto con l'alta temperatura può causare una reazione fitotossica, soffocando il fogliame. Durante le giornate più calde è pertanto consigliabile effettuare il trattamento la mattina presto o la sera al tramonto, quando le temperature sono più basse.

Quando si usa la poltiglia bordolese sui pomodori?

La Poltiglia Bordolese andrebbe distribuita la sera, quando le temperature e l'effetto del sole sono più tenui. In caso di pioggia occorre tenere presente che la copertura fogliare viene meno, quindi, a seconda della salute della pianta, bisogna valutare se ripetere o meno il trattamento.

Come fare i trattamenti ai pomodori?

Altre cure per i pomodori eliminare regolarmente le erbacce dal terreno coltivato; legare le piante a tutori verticali o inclinati, quando la pianta è alta circa 30-40 centimetri; eliminare i getti ascellari per avere frutti di migliore pezzatura e qualità; rincalzare moderatamente le piante.