novembre 9, 2015 Show DIDATTICA INCLUSIVA - SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO Gli insegnanti degli istituti tecnici e professionali raccontano che gli studenti si impegnano volentieri e con buoni risultati nelle materie “pratiche”, mentre notano
un impegno molto limitato, se non un vero e proprio rifiuto, per quelle “teoriche”. Quando gli studenti entrano in laboratorio sembrano trasformarsi: da abulici e assenti in aula, a pesci guizzanti nel momento in cui viene loro richiesto un impegno manuale e operativo. Giovanni Marconato La didattica in laboratorioLe attività di “laboratorio tecnico” sono caratterizzate da questi elementi:
Gli insegnanti “teorici” nutrono una certa invidia per i colleghi “pratici” perché, a loro dire, disporrebbero di una “materia” che richiede agli studenti un impegno operativo, facile, senza quel lavoro cognitivo, decisamente più difficile e impegnativo, richiesto dalle proprie discipline. Non si rendono, però, conto che molte delle caratteristiche del laboratorio di una disciplina “tecnica” possono essere attivate anche per le materie “teoriche”. Le specificità didattiche dell’apprendimento in un “laboratorio” tecnico possono essere utilizzate tutte anche quando si manipolano oggetti concettuali (contenuti disciplinari, abilità personali, sociali e cognitive), si utilizzano strumenti soft (apparati digitali, software, o carta e matita) e si realizzano artefatti cognitivi (progetti, rapporti, filmati, presentazioni analogici e digitali). I principi didattici di riferimento, i meccanismi cognitivi attivati, le leve motivazioni utilizzate sono gli stessi. Perché la didattica laboratoriale?La didattica laboratoriale è una strategia di insegnamento e di apprendimento nella quale lo studente si appropria della conoscenza nel contesto del suo utilizzo. Questo in contrasto con la didattica convenzionale in cui la conoscenza viene proposta agli studenti in isolamento da ogni suo utilizzo e per le sue caratteristiche generali. Essa tende a superare due tra le cause principali di un apprendimento superficiale, riproduttivo e che genera un transfer limitato delle
conoscenze all’interno e all’esterno della scuola: la separazione dei momenti di costruzione e di utilizzo della conoscenza e la natura decontestualizzata del sapere. Un apprendimento significativoLe ricerche sull’apprendimento sviluppate negli ultimi decenni a partire da studi sulle modalità attraverso le quali le persone apprendono nella vita di tutti i giorni, hanno progressivamente smentito tante delle convinzioni su si fonda la scuola attuale, evidenziando come l’appropriazione delle conoscenze e il loro utilizzo non sono mai temporalmente separate (se non a scuola) e che i significati (il valore della conoscenza) sono sempre situati in specifici contesti d’uso, mai astratti o generali. Si costruisce conoscenza significativa nello svolgimento di attività, non al di fuori di esse, e in specifici contesti d’uso:
Coerentemente con questi principi, David Jonassen offre alcune suggestioni per una didattica significativa:
Secondo la didattica laboratoriale gli studenti lavorano con i contenuti per generare un prodotto. Operativamente il focus della didattica è il “prodotto” da realizzare, ma didatticamente il prodotto è un pretesto per imparare, è un attrattore delle attività e il vero focus è il processo con il quale lo studente si appropria dei contenuti disciplinari e sviluppa abilità cognitive, personali e sociali. Un insegnante diversoFare didattica in questo modo implica per l’insegnante una ristrutturazione del sé professionale e delle sue pratiche didattiche. Infatti:
Cambiano, anche i tempi e i luoghi della didattica: l’organizzazione della didattica in unità di una o due ore non è funzionale all’operatività laboratoriale, perché l’azione intenzionale e finalizzata impone tempi distesi e, pertanto, sono necessari moduli di una di una certa durata, anche di 4 o più ore.
Inoltre le “risorse” per l’apprendimento non si possono trovare sempre e tutte nell’aula o all’interno della scuola e potrebbe essere necessario uscire dalla scuola e utilizzare la realtà come “libro di testo”.
Uno studente diversoAnche lo studente dovrà cambiare il suo modo di “studiare”. Non gli sarà richiesto di “stare attento” o di “seguire” la lezione dell’insegnante ma dovrà avere un ruolo attivo sia cognitivamente sia operativamente. Apprendendo in questo modo, lo studente, non solo apprenderà i “contenuti” disciplinari in modo significativo ma allenerà il proprio pensiero e svilupperà abilità e competenze. Dal punto di vista dello studente, questa didattica favorisce l’attivazione degli stili di apprendimento preferiti, consente di utilizzare e valorizzare al meglio le sue risorse e i suoi interessi, favorisce la consapevolezza di ciò che si è imparato e potenzia i processi cognitivi e metacognitivi.
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