Colonna sonora 007 no time to die

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15 Nov2021

Scritto da Guido Vignati. Pubblicato in Cinema

Colonna sonora 007 no time to die
Hans Zimmer
No Time To Die (Id. – 2020)
Decca Records 0882343
21 brani – Durata: 71’00”

Colonna sonora 007 no time to die

Dopo un anno abbondante di posticipo motivato dalla situazione pandemica che purtroppo ben abbiamo imparato a conoscere, siamo stati accolti al cinema col ritorno di uno dei brand cinematografici più blasonati e di successo, in questo caso all’ultimo atto della felice interpretazione dell’Agente 007 da parte di Daniel Craig. Quest’ultimo ha saputo dimostrare di essere ben più che idoneo a vestire i panni del noto agente carismatico, tanto da diventarne il più longevo fra tutti gli interpreti del grande schermo; c’è però un altro protagonista che si presenta con puntualità nei film di James Bond sin dall’ormai lontano 1962: la musica. La colonna sonora è infatti più che mai significativa in questa serie, soprattutto a causa dell’arcinoto tema per ottoni e chitarra elettrica ideato da Monty Norman, diventato col tempo un vero simbolo musicale del celeberrimo agente al servizio segreto di sua maestà. È quindi lecito aspettarsi all’uscita di ogni nuova pellicola un comparto musicale degno e per certi aspetti riconoscibile che accompagni le varie sequenze di azione, colpi di scena e intrighi sentimentali.
A realizzare lo score originale troviamo qui per la prima volta Hans Zimmer, in collaborazione con Steve Mazzarro e Stephen Lipson, oltre alla famosa pop star Billie Eilish accompagnata dal fratello Finneas, per la scrittura della canzone dei titoli di testa, appunto “No Time To Die”. Un team di discrete dimensioni ha accompagnato quindi il compositore principale (stando perlomeno a quanto rivelano i crediti della colonna sonora rilasciata), come di frequente nelle produzioni hollywoodiane odierne, e specialmente quando si parla di Zimmer.
Al principio della pellicola siamo subito trasportati in un preciso luogo e tempo della vita di Bond (diversi eventi anticipano i titoli di testa con la ormai consueta song di apertura): siamo infatti a Matera, in Italia, nel presente della vita di Bond; la musica però ci porta indietro nel tempo. Nel brano “Matera”, un adagio piacevole e romantico, compare infatti un sottile quanto esplicito riferimento alla canzone di Louis Armstrong “We Have All The Time In The World” (svelata infine come accompagnamento dei titoli di coda), che deve la sua fama alla pellicola del 1969 ben conosciuta dai fan della serie: Agente 007 - Al servizio segreto di Sua Maestà. Troviamo quindi in “Good To Have You Back” un’esposizione lineare, anche se curiosamente lenta e sommessa, del tema originale di questo specifico film, composto dal grande John Barry e parte fondante del parco tematico della serie. Questi rimandi suggeriscono l’inevitabile confronto col passato musicale della serie cui si è trovato Zimmer: un lavoro, il suo, che evidentemente già nelle premesse non poteva limitarsi ad accompagnare le peripezie di 007, ma piuttosto ambire a inserirsi all’interno di un contesto musicale consolidato e quasi tradizionale nella percezione comune. “Gun Barrel” difatti altro non è che un nuovo arrangiamento del tema di Monty Norman, ripreso più volte durante il film sia in forma completa, come per esempio in “Back To M16” (e sul finale di “Message From an Old Friend”), sia in quella più essenzialmente armonica e timbrica, come in “What Have You Done” oppure “Cuba Chase”.
Viene a questo punto da chiedersi quale sia la risposta di Zimmer a questo passato musicale da lui stesso invocato: l’approccio del compositore si presenta nel complesso duplice, poiché da una parte ricava motivi e timbri dalle musiche della tradizione, dall’altra non esita a immergerli nel calderone di sound design e violenti pattern ostinati più tipici del suo stile personale (“Gearing Up”). Il risultato è quindi anch’esso duplice: in parte riuscito, in parte no.
Andando con ordine, in rapporto al tema di Norman il compositore assembla un breve quanto flessibile motivo già identificabile in “Message From an Old Friend”, ma che comparirà spesso negli action cue successivi. Questa piccola cellula risulta efficace poiché suggerisce immediatamente la parentela con l’agente segreto, ma appare anche semplificativa e piuttosto funzionale a dare un sapore bondiano agli ostinati tensivi (si ascolti il primo minuto di “The Factory”), esonerando inoltre il compositore dall’inserire un vero e proprio tema melodico lineare. Complessivamente Zimmer invero evita questo sviluppo compositivo lineare e verticale prediligendo uno scoring “per situazione”; a seconda della scena i colori orchestrali ed elettronici cambiano insieme agli aspetti melodici e armonici: così in “Cuba Chase” con l’utilizzo di percussioni cubane e gli stravaganti interventi melodici delle trombe con sordina, in “Norway Chase” con l’utilizzo del coro e in “Square Escape” con i muscolosi staccati dei tromboni.
Un esempio riuscito di rapporto con la tradizione è sicuramente ravvisabile nel brano “Matera” in cui la melodia languida e romantica ben introduce i riferimenti di cui si accennava, contribuendo a plasmare una dimensione separata dal resto del film (così come richiesto dal contesto scenico). Il compositore tedesco non si limita però a questo intervento deliziandoci a più riprese con felici sviluppi melodici, a tratti lirici, come in “Someone Was Here” (minuto 00’30”), alla chitarra elettrica di “Shouldn’t We Get To Know Each Other First”, ma specialmente nel brano “I’ll Be Right Back”. Qui dopo uno sviluppo armonico sospeso (il senso della sospensione pervade tutto lo score) Zimmer si libera in una melodia per violini e voce femminile di grande risonanza drammatica ed epica, purtroppo destinata a defluire velocemente nel solito marasma di ostinati e percussioni, e quindi privata di un possibile sviluppo.
Riguardo all’aspetto stilistico più personale Hans Zimmer trova spazio per muoversi nella propria zona di comfort, poiché come già detto i brani d’azione sono diversi; si pensi a “Opening The Doors” dove la tonalità di re minore troneggia in un contesto timbrico scuro dominato da ottoni, percussioni e sound design, un grande classico del compositore. Già prima però in “Poison Garden” ci si era allontanati parecchio dal terreno battuto: qui la cellula motivica descritta prima diventa un mantra ricorsivo su cui sviluppa un’atmosfera che ha qualcosa di horror; un intervento musicale un po’ fuori luogo nel contesto e poco riuscito (così come l’antagonista che dovrebbe rappresentare). Un altro momento musicale distintivo si ha in “The Factory”, dove a 02’52” i sound sfx formano un commento autonomo aleatorio e atonale, separato dall’orchestra; interessante ma al tempo stesso disorientante nell’insieme (probabilmente un effetto voluto).
Volendo tirare le fila del discorso, l’offerta musicale complessiva è variegata e appare all’ascoltatore come un collage di tanti temi e idee che funziona nell’immediato della riproduzione mantenendo alta l’attenzione, ma non riesce a definire l’arco narrativo complessivo e quindi a comunicare il senso di un’esperienza emotiva univoca (forse anche per la presenza di più compositori al lavoro). Probabilmente la causa di ciò sta banalmente nella mancanza di un tema musicale principale, in una pellicola che è a tutti gli effetti un’autocelebrazione della figura di James Bond. Eppure proprio la melodia del brano “No Time To Die” (alla cui scrittura lo stesso Zimmer ha collaborato) poteva assolvere tranquillamente a questo compito: semplice ma caratteristica rappresenta bene il senso drammatico del film e ne custodisce il segreto, trovando però spazio di espansione solo nel brano “Home”. Quest’ultimo brano altro non è poi che una breve anticipazione di “Final Ascent”, un lento e triste epilogo costruito sugli archi che entrano ed escono, ricordando stilisticamente un altro pezzo ben più famoso del compositore.

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What songs are played in No Time to Die?

Music in the James Bond movie No Time To Die.
Dalida - Dans la ville endormie. Madeleine's Mother CD Player song. ... .
Teacha Dee - Rastafari Way. Playing on the streets in Jamaica. ... .
Buju Banton - Champion. ... .
Shaggy - Money Up (feat. ... .
Yma Sumac - Incacho (Royal Anthem) ... .
Louis Armstrong - We Have All The Time In The World..

What song plays at the end of No Time to Die?

Hans Zimmer - Final Ascent (Single Edit / From ''No Time To Die'' Soundtrack) - YouTube.

Who sang the last song in A Time to Die?

So, this is why you hear Loius Armstrong singing at the end of this movie. No Time to Die basically ends with a big tribute to George Lazenby, On Her Majesty's Secret Service, and one of the most underrated Bond songs of all time, “We Have All the Time in the World.”

Who sings We have all the time in the world in No Time to Die?

Louis Armstrong's “We Have All the Time in the World” is heard nine minutes into the new 007 feature, No Time to Die, starring Daniel Craig. The song was originally composed by film composer John Barry with lyrics by Hal David and became a late-life hit for Satchmo.