Schopenhauer il mondo come volontà e rappresentazione riassunto

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PARAGRAFO 30 Primo libro —> mondo come pura rappresentazione Secondo libro —> mondo come oggettità della volontà, cioè la volontà fatta oggetto, ossia rappresentazione Gradi di oggettivazione della volontà diversi, sempre più determinati per maggiore chiarezza e perfezione —> idee di Platone —> nella filosofia di Schopenhauer sono le specie determinate e le forme e proprietà di tutti i corpi naturali e le forze universali —> la loro rappresentazione è basata solo su spazio, tempo e causalità —> sono diversi modi del PRINCIPIO DI RAGIONE Principio di ragione = principio ultimo di ogni cosa finita, di ogni individuazione, general forma della rappresentazione, com’essa penetra nella conoscenza dell’individuo in quanto individuo —> forma della conoscenza degli individui in quanto tali Idee = immutate e identiche, sono oltre al principio di ragione # forma = sottomessa alla conoscenza del soggetto —> le idee diventano oggetto di conoscenza quando si supera l’individualità del soggetto conoscente (obbiettivo del libro III, superamento principio individuationis) PRINCIPIO INDIVIDUATIONIS = afferma che un ente esiste nella sua individualità come un essere differente e distinto nei confronti di tutti gli altri enti che pure partecipano della sua stessa natura PARAGRAFO 31 * Critica a Kant: modo oscuro e paradossale per arrivare alla cosa in sè (deduzione), per Schopenhauer è semplicemente la volontà —> quello che Schopenhauer intende con volontà equivale al noumeno di Kant e alle idee eterne di Platone La volontà è la cosa in sè, l’idea è l’oggettità della volontà nei suoi gradi determinati Teoria di Kant e di Platone (pag 11-12) —> intimo senso delle due dottrine identico = il mondo visibile è apparenza, la quale è in sè nulla, ed acquista significato e realtà riflessa solo da ciò che in lei si esprime Tempo, spazio e causalità sono quella disposizione del nostro intelletto, grazie alla quale l’unico essere di ogni specie che effettivamente esiste ci si presenta come una pluralità di individui della specie medesima, soggetti a nascita e morte, in successione infinita (IMMANENTI vs TRASCENDENTALE) PARAGRAFO 32 Differenza fra l’idea di Platone e la cosa in sè di Kant: l’errore di Kant è quello di non aver citato fra le forme di un fenomeno la prima e più universale, cioè l’essere oggetto per un soggetto, ossia rappresentazione —> Kant non ha tolto alla cosa in sè la qualità di essere oggetto, mentre l’idea di Platone invece è per necessità oggetto, ha la forma di rappresentazione a cui tutte le altre forme sono subordinate e moltiplicano le idee in singoli ed effimeri individui Noi conosciamo la volontà mediata dal principio di ragione —> fra la cosa in sè e l’oggetto c’è l’idea, che è oggettità immediata della volontà, che non ha preso nessuna forma del conoscere se non quella dell'essere oggetto per un soggetto —> l’idea è la cosa in sè in forma di rappresentazione I singoli oggetti non sono oggettità adeguata della volontà perchè sono intaccati dalle forme che sono espressione del principio di ragione, cioè condizione della conoscenza possibile a noi in quanto individui Noi in quanto oggetto fra oggetti, a causa della mediazione del corpo non possiamo conoscere la volontà in sè pura Platone: il tempo è un'immagine mossa dell'eternità, è l’immagine divisa e spezzettata che un individuo ah delle idee, che sono eterne e fuori dal tempo PARAGRAFO 33 Il conoscere appartiene all’oggettivazione della volontà nel suo grado più alto, la sensibilità è espressione della volontà in questo grado della sua oggettità La rappresentazione sorta per mezzo della conoscenza e della sensibilità è al servizio della volontà, è il mezzo per raggiungere di suoi fini, cioè la conservazione di un essere avente molteplici bisogni —> la conoscenza è al servizio della volontà La conoscenza è volontà oggettivata e quindi ogni conoscenza è informata nel principio di ragione Essendo il nostro corpo oggetto fra gli oggetti, con i quali ha svariate relazioni, secondo il principio di ragione, la considerazione di questi oggetti rimanda al nostro corpo stesso, cioè alla nostra volontà —> la conoscenza serve alla volontà per conoscere questi oggetti e i rapporti stabiliti tra di loro dal principio di ragione La nostra conoscenza, che sta al servizio della volontà, conosce le relazione tra gli oggetti, che esistono come singoli oggetti per le loro relazioni causali, temporali... Scienza # comune conoscenza per il suo carattere sistematico Ogni relazione ha un’esistenza relativa per cui mezzo possono a un medesimo oggetto toccare determinazioni opposte Differenza tra genio e scienziato in Kant —> genio: definito come quella disposizione naturale innata attraverso la quale la natura da le regole all’arte; da la regola a se stesso attraverso la natura (natura soprasensibile che opera all’interno del genio —> il genio crea le idee estetiche attraverso la sua immaginazione produttiva e non solo imitativa) —> scienziato: cosciente dei passaggi successivi delle sue argomentazioni, è in grado di spiegare la sua dimostrazione Definizione di arte: modo di considerare le cose indipendentemente dal principio di ragione, al contrario della scienza e dell’esperienza la cui via è il principio di ragione Maniera razionale : scienza (linea orizzontale corrente all’infinito) —> Aristotele/ violento uragano = maniera geniale : arte (linea verticale tagliata in qualsivoglia punto) —> Platone/placido raggio di sole Essenza del genio = preponderante attitudine alla contemplazione, assorbentesi intera nell'oggetto con cui si colgono le idee —> questa contemplazione richiede un pieno oblio, infatti la genialità è piena obbiettità —> pura intuizione Il genio non è un essere umano comune, è un soggetto sciolto dalla volontà, un lucido specchio dell'essenza del mondo —> continua tensione, continua ricerca di oggetti nuovi e degni di considerazione + ansia di trovare esseri a loro somiglianti con i quali discutere Facoltà principale del genio è la FANTASIA, che gli permette di vedere nelle cose ciò che la natura avrebbe voluto realizzare L'uomo comune non è capace di guardare le cose in maniera disinteressata e può rivolgere la sua attenzione alle cose in quanto esse hanno una qualche relazione con la sua volontà —> con l'osservazione della vita stessa come tale non sta a perder tempo # l’uomo geniale si sforza di raggiungere l’idea di ogni cosa e non si sofferma sul proprio cammino nella vita —> “Mentre per l’uomo comune il proprio patrimonio conoscitivo è la lanterna, che illumina la strada, esso è per l’uomo geniale il solo, che disvela il mondo” Nel genio prevale il conoscere sul volere —> l’attività del genio è ispirazione, è l’attività di un essere sovraumano distinto dall’individuo medesimo, che solo a volte si impadronisce di questo Nel genio pazzia e genialità hanno un lato in cui confinano (Orazio, Aristotele, Platone, Cicerone, Pope, Goethe) PAZZIA —> ai pazzi non si nega nè ragione, nè intelletto —> Schopenhauer crede che il male dei pazzi risieda nella memoria, che non manca del tutto, il cui filo è rotto smarrendo al concatenazione costante di essa; le lacune i folli le riempiono con fantasie —> alterano il presente con una fittizia connessione con un immaginario passato —> il più alto grado di pazzia comporta una completa assenza di memoria Folle e animale —> la conoscenza di entrambi è limitata al presente, ma l’animale non ha alcuna rappresentazione del passato come passato, mentre il folle ha nella memoria un passato in abstracto, ma falso e che esiste solo per lui Per eliminare una dolorosa consapevolezza o memoria la sostituiamo con delle chimere e dal dolore intellettuale ci rifugiamo nella follia (= cancrena) Il folle misconosce le relazioni per evitare i dolorosi ricordi, mentre il genio lo fa per conoscere l’idea, la vera essenza delle cose Sia il genio che il folle vanno al di là delle relazioni causali e spazio-temporali, il che significa che entrambi superano il principio di ragion sufficiente Il genio vede solo gli estremi e quindi la sua azione va sempre all’estremo, non sa cogliere la giusta misura, non ha la temperanza PARAGRAFO 37 * Con l’opera d’arte il genio comunica agli altri l’idea percepita —> l’idea si svela a noi meglio nell’opera d’arte rispetto che nella natura, perchè l'artista conosce l’idea sola e non la realtà e riproduce quindi l’idea pura * Le qualità del genio sono innate, bisogna nascere geniali, ma la capacità di comunicare agli altri uomini ciò che vede è acquisita, è la tecnica dell’arte PARAGRAFO 38 Finchè la nostra coscienza è riempita della nostra volontà, finchè siamo abbandonati alla spinta dei desideri, finchè siamo soggetti al volere non ci è concessa durevole felicità nè riposo Due possibili cioè di uscita dal predominio della volontà: disposizione intima o occasione esterna (Epicuro, condizione di beatitudine degli dei) —> condizione in cui si può conoscere l’idea —> contemplazione estetica Dal gusto estetico si genera la COMMOZIONE, accresciuta dal contrasto della disposizione d’animo turbata, agitata dal volere La pienezza della BELLA NATURA invita, anzi costringe alla contemplazione —> superamento del principium individuationis —> non esistiamo più se non come l’unico occhio del mondo, che vede il mondo come idee —> non appena una qualsiasi relazione si riaffaccia alla coscienza ha fine l'incantesimo Gli uomini non si trovano volentieri soli con la natura finchè il loro conoscere rimane soggetto al volere * Concetto di BEATITUDINE = incanto magico + concetto di ILLUSIONE (visione che ci presenta tutte le cose in una luce più bella) —> illusione dell’arte (positiva) # DISILLUSIONE, è nella volontà La luce è la più rallegrante delle cose; in tutte le religioni rappresenta l'eterna salvezza, mentre l’oscurità rappresenta la dannazione —> il massimo della gioia si ha quando i colori sono trasparenti, cioè simili alla luce | sensi: gusto e olfatto sono i meno nobili perchè sono i più inquinati dalla volontà (Kant li chiama sensi soggettivi, mentre quelli oggettivi sono vista e udito) La gioia che da la luce è quindi in realtà nient'altro che la gioia per l’oggettiva possibilità della più pura e più compiuta conoscenza intuitiva PARAGRAFO 39 * Sentimento del SUBLIME = quando si coglie l’idea, estranea ad ogni relazione, e si contemplano volentieri gli oggetti sentendosi elevati sopra di sè, sopra la propria persona, la propria volontà e la volontà in genere —> puro conoscere raggiunto con un conscio ed energico districarsi dalle relazione dell’oggetto con la volontà + elevazione sopra la volontà e la conoscenza a cui essa si riferisce —> questa elevazione va conservata, infatti c'è un ricordo della volontà in generale espresso attraverso il corpo umano Sentimento del BELLO = prevalenza del puro conoscere + bellezza/conformazione dell'oggetto allontana la volontà e la conoscenza delle relazioni dalla coscienza Quando l'oggetto contemplato crea un pericolo, prende il sopravvento la volontà individuale, si esce dallo stato di contemplazione, si perde l'impressione del sublime e si entra in uno stato di paura Il sublime in Kant e in Schopenhauer: secondo Kant la differenza tra il bello e il sublime è spiegata come una differenza di natura —> non è possibile una transizione tra il bello e il sublime, si realizza nella teoria ma non nell’oggetto della teoria —> secondo Schopenhauer possiamo passare dal sentimento del bello a quello del sublime Esistono più gradi del sublime, passaggi dal bello al sublime: - Paragone tra l’uomo e il sole —> l’uomo è sia impetuoso e oscuro impulso del volere che soggetto del puro conoscere; il sole è sorgente di luce (condizione della più perfetta conoscenza) che di calore (condizione prima di ogni vita) —> volontà : calore = conoscenza : luce —> la luce è condizione assoluta per la bellezza —> es. raggi di sole sui massi d’inverno, che non scaldano ma illuminano solamente dell’edificio sta nella compartecipazione delle parti al tutto e nella regolarità, che non si traduce per forza in simmetria, infatti possono essere belle anche le rovine Opere dell’architettura con la luce —> più belle —> la luce è la cosa che più di tutte rallegra, come condizione e correlato oggettivo del più perfetto modo di conoscenza intuitiva Il godimento estetico consiste nel fatto che in tal vista il contemplatore sia ente strappato al modo di conoscere dell’individuo e innnalzato a quello del puro, scevro di volontà oggetto del conoscere Contrario dell’architettura —> dramma —> nel godimento estetico il lato oggettivo è del tutto prevalente L’architettura, al contrario delle arti plastiche e della poesia, porta il vero oggetto individuale alla chiara e completa espressione della sua essenza Spesso le opere di architettura hanno fini pratici e utili, ma la bravura dell’architetto sta nell'inserire elementi a fini puramente estetici, anche se subordinati ai primi —> es. per le condizioni climatiche si costruiscono tetti, torri ecc... = Winckelmann) * IDRAULICA —> non trovano accordo gli scopi pratici e quelli estetici PARAGRAFO 44 * ARTE DEI GIARDINI —> il bello che essa presenta appartiene quasi per intero alla natura Il mondo vegetale è oggetto dell’arte nella PITTURA DI PAESE —> ecosimpatia di sentimento = porsi dal punto di vista dell’artista e sentire lo stesso sentimento di piacere che ha provato lui davanti al paesaggio rappresentato ù PITTURA E SCULTURA D’ANIMALI —> il lato oggettivo prende il sopravvento su quello soggettivo —> la considerazione obbiettiva delle loro svariati e mirabili forme e della loro attività è un’istruttiva lezione del gran libro della natura, in lei vediamo i molteplici gradi e modi della manifestazione della volontà PARAGRAFO 45 * Il lato obbiettivo del piacere prodotto dal bello è prevalente rispetto a quello soggettivo * CARATTERE —> con gli animali si rappresenta solo il carattere della specie e nessun carattere individuale, invece con gli uomini si distingue il carattere della specie da quello dell’individuo —> carattere della specie = bellezza (in senso oggettivo), carattere dell’individuo = carattere/espressione 10 Umana bellezza —> espressione oggettiva che indica la più perfetta oggettivazione della volontà nel grado più alto della sua conoscenza possibile, l’idea dell’uomo in genere —> nell'uomo coesistono l’aspetto soggettivo e quello oggettivo perchè nulla più del suo aspetto e della sua forma ci provoca un piacere inesprimibile e ci eleva La natura riesce a creare l’uomo perchè la volontà, oggettivandosi al grado altissimo di un individuo, vince tutti gli ostacoli posti dai gradi più bassi di oggettivazione Il corpo umano è composto da parti armonicamente subordinate all’insieme, manchevole di nulla e con nulla di eccessivo —> rare condizioni per la bellezza, per il carattere della specie perfettamente improntato —> così fa la natura Come fa l’ARTE? —> il PRINCIPIO DI IMITAZIONE non è sufficiente —> come riconosce l’artista il modello da imitare se non ha già in mente questa anticipazione del concetto di bellezza? Non potrebbe, quindi ci vuole una nozione anteriore ad ogni esperienza, cioè l’ANTICIPAZIONE Per Schopenhauer è assurdo il pensiero di Batteux e Winckelmann secondo cui l’artista dovrebbe scegliere gli elementi più belli in natura e comporre da essi un essere perfetto —> chi dice che sono belle queste forme e non le altre —> per Schopenhauer non si può avere cognizione del bello a posteriori, questa è sempre, almeno in parte, a priori —> questa maniera di conoscere a priori non concerne la forma, ma il contenuto dei fenomeni L'artista ha una conoscenza più chiara della beltà umana e nel rappresentarla sorpassa la natura, questo perchè la volontà è noi stessi —> così possiamo avere una cognizione anticipata —> nel genio l’PANTICIPAZIONE è accompagnata dalla riflessione e questo gli permette di comprendere la natura attraverso mezze parole , tanto da rappresentare la bellezza della forma che alla natura fallisce in mille tentativi Anticipazione —> ideale —> l’idea almeno per metà conosciuta a priori, venendo a completare quanto ci è offerto dalla natura a posteriori, diventa pratica per l’arte Lo scultore ha l’anticipazione a priori, l’intenditore ha il riconoscimento a posteriori della natura —> sono due aspetti della stessa natura —> il simile conosce il simile —> un genio può infiammarsi solo contemplando l’opera di un altro genio Sia la scultura che la poesia l’esperienza come uno SCHEMA indispensabile perchè quanto era loro noto oscuramente a priori venga innalzato alla pura chiarezza e ci sia la possibilità di una rappresentazione SCHEMA (Kant) —> elemento a priori della nostra conoscenza —> schematismo dei concetti puri dell’ intelletto —> secondo Kant esistono tre facoltà diverse della 11 conoscenza: sensibilità, intelletto e ragione —> sensibilità: riceve dall'esterno, infatti ha per oggetto lo spazio e il tempo, colti attraverso l’intuizione —> intelletto: si serve di elementi a priori per conoscere, cioè i concetti —> ragione: facoltà delle idee, appartiene al soprasensibile (idea di mondo, di anima e di dio) —> nell’etica lo schema diventa concetto di simbolo non teoretico, ma estetico L’adeguata oggettivazione della volontà per mezzo di un fenomeno spaziale è bellezza, nel senso oggettivo —> es. pianta —> # animali e uomini per rivelare la volontà hanno bisogno anche delle azioni, quindi di una relazione con il tempo La temporale oggettivazione della volontà, cioè l’AZIONE, corrisponde in modo puro e perfetto alla volontà che in lei si oggettiva, senza estranea mescolanza, superfluità o manchevolezza; può accadere al rovescio —> nel primo caso il movimento è compiuto con grazia, nel secondo senza Winckelmann: “La grazia è il particolare rapporto della persona agente con l’azione” Alle piante si può attribuire bellezza, ma non grazia —> GRAZIA = consiste nel fatto che ogni movimento venga eseguito nel modo più facile possibile, più conveniente e più comodo, e sia quindi l’espressione diretta del proposito suo, dell’atto di volontà (riflette sul problema dell’intenzione connesso al concetto di volontà), senza nulla di superfluo nè di manchevole Bellezza e grazia perfette e congiunte sono il fenomeno della volontà nel grado supremo della sua oggettivazione Il carattere, pur essendo individuale, deve essere colto e rappresentato mettendo in risalto il suo rapporto con l’idea dell’umanità in generale —> la rappresentazione è RITRATTO, riproduzione del singolo con tutte le sue accidentalità, ma il ritratto medesimo deve essere l’immagine ideale dell’individuo (Winckelmann) CARICATURA = trionfo del carattere individuale su quello della specie —> INSIGNIFICANZA = trionfo del carattere delle specie su quello individuale Il caratteristico non deve danneggiare nè la bellezza, nè la grazia Nella scultura le qualità essenziali sono bellezza e grazia —> nella pittura viene rappresentato il vero carattere dello spirito (affetto, passione, gioco alterno del conoscere e volere), rappresentato dall'espressione del volto e dai gesti * Vs Lessing —> dice che il gridare del Laocoonte non è compatibile con la bellezza PARAGRAFO 46 12 * Il fondamento delle opere d’arte sono la natura e la vita, per questo non appartengono a nessuna epoca, ma semplicemente all'umanità PARAGRAFO 50 * ALLEGORIA = opera d’arte che non significa nulla di diverso da ciò che rappresenta —> con l’allegoria viene significato un concetto, con il quale si rimanda la mente dello spettatore a una rappresentazione astratta, non intuitiva, che sta fuori dall’opera d’arte —> con l’allegoria nell'opera d’arte il fine non è più la rappresentazione percepibile solo intuitivamente dell'idea, ma è sufficiente vedere l’oggetto attraverso il quale si rimanda a un concetto astratto (il fine) L'allegorico è il significato nominale, il reale è ciò che in effetti viene rappresentato ALLEGORIA SIMBOLICA —> segno e cosa significata stanno in connessione tutta convenzionale, mediante un ravvicinamento positivo e provocato a caso EMBLEMI = personaggi storici o mitici fatti o conoscere mediante simboli convenuti una volta e per sempre; oppure immagini parlanti, semplici, illustrate da un motto, che servono a raffigurare una verità morale # Winckelmann —> pone il supremo fine dell’arte nella rappresentazione di concetti generali e di cose non percettibili dai sensi Poesia —> quello che è dato direttamente con le parole è il concetto e lo scopo e condurre da questo al dato intuitivo, la cui rappresentazione deve essere intrapresa dalla fantasia dell’ascoltatore; il concetto nella poesia è il materiale, il dato immediato ALLEGORIA ACCETTABILE = è l’allegoria che ci permette di arrivare dalla semplice parola che esprime il concetto all'immagine intuitiva PARAGRAFO 51 * | concetti astratti sono il diretto materiale della poesia e, in luogo di questa, si deve presentare alla FANTASIA un suo rappresentante intuitivo, che modifichi le parole del poeta secondo l’intento proposto * Ausiliari della poesia: RITMO e RIMA —> riferimento a Burke: la poesia deve avere un effetto enfatico e persuasivo (si raggiunge il sublime) —> disposizione cieca (inconscia e oscura) * L'oggetto della poesia è l'universalità della materia, tutta la natura —> ma il principale oggetto della poesia è l’uomo, che non si rivela unicamente nella sua fisionomia * L'esperienza e la storia ci forniscono solo delle regole, ci fanno conoscere gli uomini, non l’uomo, di cui la poesia ci fa conoscere l’intima essenza 15 * Assoluta condizione per conoscere la poesia, come la storia, è l’esperienza personale Il poeta coglie le idee, l'essenza dell'umanità, fuori da ogni relazione e tempo, adeguata oggettità della cosa in sè nel suo grado più alto —> alla poesia si attribuisce più intima e vera verità che alla storia Lo storico deve scrivere tutto ciò che sia volge nel tempo, ma ad ogni istante l’originale si allontana dal suo quadro, invece il poeta ha ciò che vuole esprimere davanti agli occhi, fermo, limpido, in piena luce, che non può allontanarsi, oggettiva ciò che vede in sè stesso Il poeta somiglia al matematico, che costruisce a priori i rapporti tra le figure, in pure intuizione, e li manifesta non come sono effettivamente nella figura disegnata, ma come sono nell’idea dov'è immagine sensibile il disegno Per conoscere l’essenza dell'umanità sono meglio le biografie e le autobiografie rispetto alla storia La finzione è più difficile nelle biografie e nella autobiografie, perchè l’uomo abbandonato a se stesso guarda in sè e non fuori, non considera ciò che gli è estraneo e lontano e non ha vicino la misura dell’effetto che su un altro uomo —> il miglior modo di conoscere un autore anche come uomo è di leggere il suo libro La storia ci mostra l'umanità come la vista da un alto monte ci mostra la natura, vediamo molto con un’occhiata, ma nulla distintamente riconoscibile POESIA LIRICA/CANZONE IN SENSO PROPRIO = la rappresentazione dell’idea di umanità può essere fatta dal poeta o in modo che il rappresentato sia anche colui che rappresenta —> soggettività, il poeta vede e descrive solo il sugo stato personale POESIA ROMANZA = traspaiono i sentimenti del poeta, più oggettiva della canzone ma anche con qualcosa di soggettivo —> il lato soggettivo diminuisce gradualmente sempre di più nell’IDILLIO, nel ROMANZO e quasi del tutto nell’EPOPEA DRAMMA = più oggettivo, più perfetto, ma anche più difficile genere poetico Per comporre una bella canzone occorre una viva intuizione del proprio stato in un momento di agitazione Il poeta è l’uomo universale, è lo specchio dell'umanità Essenza della canzone vera e propria = è il soggetto della volontà, ossia il proprio volere, che riempie la coscienza di chi canta, sempre come affetto, passione, animo agitato 16 Il contrasto fra la pace spirituale del soggetto libero dalla volontà e l’urto del volere sempre costretto si esprime nel complesso della canzone e costituisce lo stato lirico Nel corso della vita testa e cuore vengono sempre più discostandosi l’uno dall’altro, sempre più scindiamo il nostro sentimento soggettivo dalla conoscenza oggettiva, mentre nel fanciullo sono entrambi ancora fusi del tutto, ogni percezione produce dapprima sentimento e stato d'animo —> il giovane è attaccato alla faccia esterna intuitiva delle cose, è capace solo di poesia lirica, mentre l’uomo maturo è capace del dramma, il vecchio è poeta epico (epopea) perchè il narrare appartiene al carattere del vecchio Nei generi più oggettivi (romanzo, epopea e dramma) lo scopo, cioè la rivelazione dell’idea di umanità, viene raggiunto con due mezzi: con esatta e profonda rappresentazione di significanti caratteri e col trovar significanti situazioni in cui quelli si dispieghino La continuata importanza delle situazioni distingue il romanzo, l’epopea, il dramma dalla vita reale, altrettanto come li distingue la raccolta e la scelta di caratteri espressivi, ma nell’una cosa e nell’altra è inesorabile condizione dell’effetto la più rigida verità Importanza delle forze contrarie, senza di esse non riusciamo a spiegare nulla Nell’epopea, nel romanzo e nella tragedia vengono eletti caratteri posti in circostanze, nelle quali tutte le loro proprietà si dispiegano, gli abissi dell'animo umano si dischiudono e fanno visibili in azioni straordinarie, altamente significative —> l’arte poetica oggettiva l’idea dell'umanità TRAGEDIA —> scopo: rappresentazione della vita nel suo aspetto terribile = contrasto della volontà con se medesima —> il dolore in parte proviene dal caso e dall’errore e in parte dall’umanità stessa La volontà si rivela potente, in qualche individuo di più e in qualche di meno, più o meno accordata con la riflessione e attenuata dalla luce della conoscenza, purificata ed elevata mediante il dolore stesso, tocca il punto in cui il fenomeno, il velo di Maya, non la inganna più —> l’egoismo è spento, nasce la rassegnazione e la rinuncia non soltanto alla vita, ma anche alla volontà di vivere —> il delitto maggiore dell’uomo è essere nato, perchè si è sopraffatti dalla volontà Il vero senso della tragedia è la cognizione che l’eroe non sconta i suoi peccati personali, ma il peccato universale (delitto dell’esistenza stessa, la colpa dell’essere) 17

Cosa è la volontà per Schopenhauer?

Schopenhauer e la volontà di vivere La volontà è una forza cieca, alogica, irrazionale, senza scopo, unica ed eterna perché è presente al di fuori del tempo e dello spazio, cioè è sottratta a quella capacità nostra di determinare le cose.

Che cosa possiamo conoscere del mondo secondo Schopenhauer?

Il dualismo apparenza-realtà viene ripreso da numerosi filosofi, uno di questi è Arthur Schopenhauer. Egli sottolinea un concetto in particolare: la nostra conoscenza del mondo è puramente illusoria, le cose sono solo oggetti della nostra rappresentazione. Schopenhauer riprende da Kant i concetti di fenomeno e noumeno.

Cosa ha detto Schopenhauer?

Quanto più si ha brama di vivere tanto più si soffre. Quanto più si accresce la propria vita arricchendola tanto più si soffre. Quindi, noi siamo volontà. Volontà che ci fa muovere, pensare e che si oggettiva nella realtà fenomenica come corpo.

Che cosa sono le idee nella teoria di Schopenhauer?

Schopenhauer riprende il termine idea, di derivazione platonica, ma usandolo a modo suo. Sostiene che la volontà di vivere è unica, indivisibile e a causa dell'illusione la vediamo frantumata in una miriade di esseri, ma c'è una manifestazione intermedia della volontà di vivere, che sono le idee.