Show Esce a stampa anche in Italia, sul primo numero de Il Reportage il saggio gi� pubblicato da Jasad nel 2009. In Italia � accompagnato dalle splendide foto di Jessica Dimmock tratte dal suo video The Ninth Floor, che potete vedere cliccando qui Il corpo nudo dell’eroina Life is a killer Se si chiede a un tossicodipendente da eroina cosa fa nella vita, ci sono buone probabilit� che risponda: mi buco. Non: mi faccio d’eroina, o sono un junkie, oppure sono un drogato. No. Spesso vi sentirete rispondere:
mi buco. Hai tutto? Cucchiaino, siringa da insulina, acqua? Hai una sigaretta? Serve per il filtro. Ok. Vieni qui che ti spiego: intanto bisogna diluire la roba. Il quadro di Dresda raffigura un efebico San Sebastiano, teneramente bello, legato a un tronco d’albero. Ma comunque sta attento, se non conosci la roba che ti danno. Potrebbe essere troppo buona e dunque la prima’pera’ con roba nuova falla sempre pi� blanda, capito? Se � alla pittura che mi rivolgo in cerca di paragoni, piuttosto che a tanta letteratura sull’argomento, � perch� sono rimasto spesso piuttosto deluso dalla lettura delle centinaia, delle migliaia di pagine che gli scrittori e i poeti della modernit� hanno dedicato alle droghe in generale e, segnatamente, all’eroina. Apri la fialetta dell’acqua distillata ora, aspirala nella siringa... Molto pi� efficace di tante pagine fin troppo note �, piuttosto, un film di molti anni fa, Trash (1970), una pellicola diretta da Paul Morissey ed uscita direttamente dalla Factory di Andy Wharol. Nelle scene cupe, asfittiche, disperate del film, la dimensione corporea dell’esperienza di assumere eroina � evidente: la telecamera non ci risparmia niente, in un vortice in cui piacere ed infezione,
self-harm e sessualit� si mescolano senza posa. Ecco, ora che hai messo l’acqua, aggiungi due gocce di limone. Vedi come si scioglie adesso? Ora il filtro, metti nel cucchiaino un pezzetto del filtro della sigaretta. Bravo, cos�. Usa l’ago per mescolare, prendi il
filtrino con la punta dell’ago e mescola. Insomma, nel commercio che si instaura tra il tossico e la sua tossina la violazione corporea � un aspetto strutturale, una parte fondamentale, al punto che, parafrasando Mc Luhan, si potrebbe sostenere che in questo caso davvero medium is message e questo medium � l’atto di bucare il corpo, punirlo, segnarlo attraverso una siringa. Infilala piano, se la spingerai dentro di colpo perderai tutto il piacere. Il piacere doloroso che viene prima del piacere, quello di sentire l’ago che ti apre la pelle, che
la squarcia con un piccolo taglio netto, che scava nella tua carne alla ricerca della vena. Da questo punto di vista l’eroina � nelle nostre societ� contemporanee, pi� o meno ad ogni latitudine, la droga per eccellenza. L’immagine del Male. Della Follia. Della Morte. � il centro focale di quella che il grande, coraggioso
Thomas Szasz ha chiamato ‘la persecuzione rituale delle droghe’. Prendi la siringa, mettila quasi parallela al braccio, non devi trapassarlo, devi insinuarti, come fa un cazzo in una fica stretta, devi aprire la pelle piano, ma con
decisione come faresti con le piccole labbra di quella fica... Per comprendere meglio ci� che intendo pu� essere utile, in chiusura, fare riferimento ad un altro dipinto, la gi� citata Deposizione di Rosso Fiorentino, un capolavoro
del Manierismo italiano, un’opera dalle tinte acide, stridenti, dalla funambolesca architettura dei personaggi che lo abitano. Un Cristo morto, dall’espressione dolce, serena, � appena stato staccato dalla croce. Intorno a lui si affollano tanti personaggi, alcuni acrobaticamente protesi a sostenere la spoglia, altri (Maria con Maddalena, ad esempio) sono in gruppo sotto la croce. I loro volti sono tesi, sconvolti dalla fatica e soprattutto dal dolore e dall’indignazione per la morte che
sostengono tra le braccia. Le deformazioni dei corpi e dei volti giungono all’estrema esasperazione: il vecchio affacciato dall’alto, sulla croce, ha il viso contratto come una maschera. Ma da Cristo, dal Cristo Crocifisso, sulle cui mani, sui cui piedi, sul cui costato sono evidenti i buchi dei chiodi, le ferite inferte dalla lancia, ci giunge il sorriso distaccato e assolutamente appagato di chi ha cercato quella morte, esattamente quella. Il suo piacere, o, se preferite, la sua serena
‘assenza di vita’ (che nel Cristo rappresenta, evidentemente, il compimento della propria missione in Terra, attraverso il sacrificio del suo corpo) � la medesima cosa che suscita l’orrore sociale, il dolore, lo spavento di chi, intorno a lui, vive la sua morte, una morte, occorre ricordare, assolutamente momentanea. Nello stesso modo, la morte momentanea, la ‘piccola morte’ dell’eroina (e le sue piaghe), che per il tossico �, in fondo, il compiersi di un disegno, il suo disegno, � per la
societ� che lo circonda, anche per chi gli � pi� vicino, solo dolore, � l’insulto estremo, l’estremo scandalo, come lo erano i corpi flagellati e violati del desiderio sadiano. E la piccola morte dell’eroina, come quella dell’orgasmo, passa attraverso il corpo, la sua violazione, il buco. E, come l’orgasmo, essa deve essere nascosta, negata, ha diritto di cittadinanza solo in un ambito strettamente privato, quando diviene pubblica, trasformandosi in martirio, essa produce scandalo, violenza,
repressione, rimozione. E se � ancora tollerabile che, alla luce del sole, avvenga questo, o quello scambio di droga, l’immagine del tossicodipendente che si buca all’aria aperta, davanti a tutti, continua a conservare, per buona parte della societ�, tutta la sua potenza di insopportabile oscenit�. Come un amplesso consumato in piazza, all’ora dell’aperitivo, come un orgasmo esibito su una panchina, tra la gente, facendo del proprio desiderio e del proprio stesso corpo l’unica, invisibile,
cortina. Ora sei vuoto nel vuoto. Nulla nel nulla. Ora non esistono temperature, n� odori, n� luce, n� ombra, n� fame, n� sete, n� fatica, n� dolore, n� colpa, n� pentimento... NOTA: Questo non � un testo clinico-scientifico, n� un’indagine medica, n� un’analisi sociologica e neanche uno scritto antropologico sull’uso di eroina e sulle
liason che questo ha con il corpo di un tossicodipendente. Non � nemmeno un’analisi storico-filologica sulla letteratura, o l’arte dedicate a questo argomento. Il testo � stato appena pubblicato sul terzo numero della rivista in lingua araba JASAD, dedicata alle arti e alle scritture del e sul corpo, diretta dalla poetessa libanese Joumana Haddad. Come accorgersi se una persona fa uso di droghe?Progressiva perdita di interesse nello studio e in ogni attività. Cambiamento nel carattere (spesso il giovane che fa uso di stupefacenti ha molta sonnolenza, è depresso e si ribella in continuazione), nelle amicizie, nell'aspetto fisico (occhi arrossati, pupille dilatate, alterazione nell'aspetto).
Come capire se una persona si buca?si chiude in sè stesso.. diventa sfuggente.. è spesso assonnato.. ha le pupille molto strette (dette a spillo). si gratta spesso.. parla sbiascicando le parole.. racconta numerose bugie.. chiede spesso soldi.. Come sono gli occhi di un eroinomane?Pupille “a spillo”: è una delle condizioni più riconoscibili nell'eroinomane. Nota più correttamente come “miosi”, il fenomeno consiste nella diminuzione del diametro delle pupille, causato dalla contrazione del muscolo costrittore delle pupille.
Chi si droga dice bugie?Un tossicodipendente mente
Deve dire bugie per ingannare la gente su dove è stato davvero quando è uscito per comprare e usare droghe o alcol. Deve mentire su dove son finiti tutti i soldi. Con più sente il bisogno di droga, con più è probabile che menta.
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