Immagini che cambiano a seconda della prospettiva

7 Gennaio 2019//in Cronaca, STORIE, Video e photogallery/

Matthieu Robert-Ortis e l’importanza della prospettiva per capire la realtà

Ha iniziato ad esibire le sue opere solo tre anni fa, ma ha già incuriosito milioni di persone su Internet. Una delle sue opere più importanti ha superato le 84 milioni di visualizzazioni su Facebook. Si chiama Matthieu Robert-Ortis ed è un artista e scultore francese. Nelle sue opere, il 26enne francese intreccia cavi metallici per rappresentare forme. Questo tipo di scultura è detto scultura in filo. Matthieu Robert-Ortis ha scelto questa tecnica soprattutto per rappresentare animali. Ma la vera particolarità della sua arte è l’uso della prospettiva, infatti da punti di vista diversi è possibile osservare realtà completamente diverse. Per godere interamente dei suoi lavori è necessario muoversi attorno all’opera: grazie al cambio di prospettiva è possibile vedere gli animali trasformarsi lentamente in altre forme, dando vita a nuovi animali.

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Le metamorfosi e le anamorfosi dello scultore

Le opere di Matthieu Robert-Ortis si dividono in metamorfosi e anamorfosi. Le metamorfosi nascono dal movimento intorno all’opera. Le anamorfosi, invece, sono le proiezioni di un’immagine che danno vita ad una forma differente. Ad esempio, l’artista francese utilizza la luce per proiettare sul muro la seconda realtà della sua opera sottoforma di ombra. L’idea alla base di queste opere è il voler spingere le persone ad andare oltre la prima apparenza. Lo spettatore è quindi spinto a porsi delle domande sulla propria percezione della realtà e a cercare nuovi punti di vista. La metamorfosi più famosa di Matthieu Robert-Ortis si intitola “The Revolution of Giraffes” (La rivoluzione delle giraffe). Il titolo stesso richiama una rivoluzione intesa come movimento: infatti, grazie alla rotazione, un elefante può dare vita a due giraffe o viceversa. Tra le altre opere, molte delle quali presenti sul canale YouTube dell’artista, anche un uomo che si trasforma in granchio e persino un drone che dà vita a due uccelli rapaci.

Da rapper a scultore

In un’intervista a MalayMail, il giovane artista francese ha raccontato il suo percorso artistico. Inizialmente, Matthieu Robert-Ortis voleva diventare un rapper, poi la passione per il disegno ha preso il sopravvento. Da lì ha iniziato a studiare la prospettiva e i diversi punti di vista. Dopo aver frequentato una scuola d’arte a Lione e aver poi interrotto gli studi, si è dedicato alla scultura. Il meticoloso studio della prospettiva nel disegno è alla base delle sculture di Matthieu Robert-Ortis: le sue opere nascono infatti da schizzi disegnati su quaderni e diventano successivamente sculture.

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Immagine di copertina: Screenshot da YouTube

https://berlinomagazine.com/wp-content/uploads/2019/01/Matthieu-Robert-Ortis.png 436 854 Francesco Guerrini https://berlinomagazine.com/wp-content/uploads/2019/12/berlino_magazine_2019.pngFrancesco Guerrini2019-01-07 13:31:152019-04-22 17:46:31Un geniale artista francese crea sculture che cambiano forma a seconda del punto di vista

Sembra una parola complicata, in realtà l’anamorfosi non è altro che un’immagine fortemente distorta che acquista la «vera forma» solo quando l’osservatore si dispone in una particolare posizione molto inclinata rispetto al suo piano.

Ogni giorno vediamo delle anamorfosi attorno a noi: la segnaletica stradale orizzontale (come la scritta “stop“, il pittogramma della bicicletta, etc…) è sempre anamorfica affinché le scritte appaiano leggibili da un punto di vista molto radente.

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Gli appassionati di calcio, inoltre, possono osservare un tipico esempio di anamorfosi nelle pubblicità della TIM poste accanto alle porte di calcio: dal punto di vista delle telecamere appaiono due pannelli verticali con il logo dell’azienda, in realtà sono due tappetini stesi ai lati della porta.

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Proprio per i suoi effetti ottici sorprendenti, l’anamorfosi è stata sfruttata spesso nella pubblicità, anche negli spot video. Ecco un paio di esempi molto ben riusciti:

Ed ecco svelati tutti i segreti del secondo spot con un dietro-le-quinte davvero istruttivo!

Ma cerchiamo un attimo di capire come funziona l’anamorfosi: tralasciando le questioni relative alla visione binoculare e stereoscopica, nella visione prospettica monoculare noi vediamo le immagini come se fossero proiettate su un piano trasparente verticale. Se vi osserviamo un triangolo verde posto verticalmente, tale immagine corrisponde sia ad un triangolo realmente verticale che ad un lunghissimo triangolo orizzontale. È possibile, quindi, realizzare delle immagini piane poste sul pavimento che appaiono svettare verso l’alto, o forme comunque distribuite su più superfici che si ricompongono solo da un determinato punto di vista.

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Nel caso in cui l’immagine sul piano vada osservata da una posizione inclinata si ha una anamorfosi ottica, originata da una trasformazione proiettiva e quindi soggetta alle regole della prospettiva, ma applicata in senso inverso; quando l’immagine, invece, viene riflessa su uno specchio curvo si ha una anamorfosi catottrica che somma la trasformazione proiettiva, quella topologica e quella dovuta al fenomeno della riflessione.

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La relativa semplicità di generazione di una anamorfosi ottica ne ha fatto la fortuna già nel XVI sec. in concomitanza con la fioritura degli studi e delle applicazioni della prospettiva. I primi originali spunti su questo tema sono, come al solito, rintracciabili in Leonardo (una testa e un occhio, in particolare) mentre un allievo di Dürer, Erhard Schön (1491-1542), fu, in quell’epoca, il più prolifico realizzatore di questa nuova e bizzarra forma di disegno con i suoi ritratti anamorfici di personaggi illustri da osservare in modo radente.

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Nella prima metà del Cinquecento l’anamorfosi ottica ebbe grande fortuna nel Nord Europa non solo come semplice curiosità, ma come composizione che, solo ad un occhio esperto, rivelasse significati nascosti di natura religiosa, politica o erotica. L’uso in chiave simbolica di figure anamorfiche inserite nei dipinti è testimoniato per la prima volta negli Ambasciatori del 1533, opera del tedesco Hans Holbein. Qui la figura che appare in basso al centro non è altro che l’anamorfosi di un teschio, simbolica allusione al trionfo finale della morte su tutte le attività umane, richiamate con la raffigurazione di strumenti della scienza e dell’arte.

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Il grande successo di questa tecnica grafica si ebbe nel Seicento, grazie anche al contributo sostanziale di Jean François Niceron. Il religioso francese, oltre all’attrazione scientifica per questo tema, ritrovava in queste visioni addirittura significati teologici.

Tra le sue innumerevoli opere ci sono anche anamorfosi coniche, cioè visibili solo arrotolando l’immagine a formare un cono.

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Un esempio di grandi dimensioni, sempre dell’età barocca, è un affresco lungo ben 6 m dipinto da Emmanuel Maignan a Trinità dei Monti a Roma. Solo osservandolo di scorcio si può cogliere San Francesco di Paola in preghiera.

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E che dire della cupola della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, sempre a Roma? Qui l’artista seicentesco Andrea Pozzo, oltre agli affreschi sulla volta, offre uno sbalorditivo saggio della sua rigorosissima sapienza prospettica fingendo su una tela piatta circolare la presenza della cupola all’incrocio tra navata e transetto (da osservare da un punto preciso indicato nel pavimento). Portandosi esattamente sotto la cupola si può scoprire l’inganno: si tratta di un dipinto bidimensionale realizzato attraverso una prospettiva a quadro orizzontale.

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Oggi con le anamorfosi, ottenute da semplici software, si possono creare altre sorprendenti illusioni ottiche spaziali, sia al chiuso che all’aperto. Un vero artista in tal senso è lo svizzero Felice Varini con le sue forme geometriche che sembrano fluttuare sulle architetture.

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Spesso l’anamorfosi è usata nella street art. Molti artisti realizzano immagini più o meno complesse sul pavimento di piazze e marciapiedi; altri ne hanno fatto degli interventi di riqualificazione urbana vera e propria (come il collettivo spagnolo Boa Mistura nelle favelas di San Paolo del Brasile).

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Uno degli artisti più noti di 3D street-painting è Leon Keer, autore di memorabili realizzazioni sulle strade di tutto il mondo!

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Edgar Mueller, invece, è specializzato in baratri e voragini spaventose, tutti rigorosamente anamorfici, come quelli che vedete qui sotto.

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Un altro famosissimo autore di splendide figure anamorfiche è Julian Beever (è suo il globo terrestre pubblicato più sopra). Ha disegnato sui pavimenti di mezzo mondo bottiglie, animali e oggetti che sembrano davvero materializzarsi in tre dimensioni salvo poi spostarsi di lato e scoprire l’inganno…

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Notevoli anche le opere di Kurt Wenner, soprattutto le vasche in cui si immergono strani esseri infernali…

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Non è necessario, comunque, avere spazi enormi per fare disegni anamorfici: Muhammad Ejleh, ad esempio, li fa nello spazio di un album da disegno, con risultati altrettanto stupefacenti (e svelandoci anche il trucco…).

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Come poter creare gli anamorfismi anche a scuola, con gli studenti? Software a parte, esiste un mezzo semplicissimo quanto potente per creare qualsiasi immagine anamorfica a terra o sulle pareti, sul quaderno o sulla lavagna: il videoproiettore! Basta proiettare l’immagine su una superficie in modo radente e ricalcarne i bordi. Se osservata dallo stesso punto di vista da cui era stata proiettata, l’immagine apparirà perfetta e soprattutto tridimensionale (ma è meglio osservarla con un occhio solo oppure fotografarla).

L’esempio qui sotto mostra come fare.

Immagini che cambiano a seconda della prospettiva
Credo che dopo aver fatto esperimenti del genere gli studenti saranno senz’altro più pronti a comprendere il disegno in prospettiva nella sua complessità e in tutto il suo fascino! Se non è learning by doing questo!