Per tutti i miei sbagli camilla boniardi

Marta vive ogni giorno in preda a uno strano e costante senso di inafferrabilità: anche le scelte più semplici, le decisioni più ovvie sembrano sempre un passo più in là di ogni suo sforzo. Non sfugge a questa sua irrequieta condizione nemmeno l'amore, che sembra volersi arrendere allo stesso senso di inadeguatezza: mai abbastanza affascinante, mai sufficientemente intelligente, mai all'altezza o idonea a soddisfare le aspettative dei partner. Trovare il modo per ovviare a quelle che ormai ritiene siano delle sue mancanze, diventa per Marta quasi un'ossessione. La sua vita si trasforma in uno slancio sofferto, a tratti agonistico, verso la perfezione, una ricerca continua e a volte dolorosa di quell'immagine che gli altri hanno costruito su di lei, fatta di empatia, ironia, leggerezza e seduzione. Nel suo percorso verso una nuova consapevolezza, Marta scoprirà quanto sia sottile e tagliente la lama che la separa dall'etica dell'imperfezione. In questo difficile cammino il tempo sarà suo alleato. La vita, come questa storia, non è altro che una lunga battaglia contro la sindrome dell'impostore. Ritroviamo un po' di Jane Austen e un po' di Sally Rooney nel racconto di Marta, che parla d'amore senza mai dimenticarsi della realtà, dove, mentre ondeggiano tra lacrime e sorrisi, i personaggi si abbandonano a profonde riflessioni e a coinvolgenti momenti di autoanalisi. Per tutto il resto dei miei sbagli è il romanzo d'esordio di una scrittrice di talento che ha fatto della sua esperienza di vita materia pulsante, vivida, e soprattutto universale.

Marta vive ogni giorno in preda a uno strano e costante senso di inafferrabilità: anche le scelte più semplici, le decisioni più ovvie sembrano sempre un passo più in là di ogni suo sforzo. Non sfugge a questa sua irrequieta condizione nemmeno l'amore, che sembra volersi arrendere allo stesso senso di inadeguatezza: mai abbastanza affascinante, mai sufficientemente intelligente, mai all'altezza o idonea a soddisfare le aspettative dei partner. Trovare il modo per ovviare a quelle che ormai ritiene siano delle sue mancanze, diventa per Marta quasi un'ossessione. La sua vita si trasforma in uno slancio sofferto, a tratti agonistico, verso la perfezione, una ricerca continua e a volte dolorosa di quell'immagine che gli altri hanno costruito su di lei, fatta di empatia, ironia, leggerezza e seduzione. Nel suo percorso verso una nuova consapevolezza, Marta scoprirà quanto sia sottile e tagliente la lama che la separa dall'etica dell'imperfezione. In questo difficile cammino il tempo sarà suo alleato. La vita, come questa storia, non è altro che una lunga battaglia contro la sindrome dell'impostore. Ritroviamo un po' di Jane Austen e un po' di Sally Rooney nel racconto di Marta, che parla d'amore senza mai dimenticarsi della realtà, dove, mentre ondeggiano tra lacrime e sorrisi, i personaggi si abbandonano a profonde riflessioni e a coinvolgenti momenti di autoanalisi. "Per tutto il resto dei miei sbagli" è il romanzo d'esordio di una scrittrice di talento che ha fatto della sua esperienza di vita materia pulsante, vivida, e soprattutto universale.

Per tutti i miei sbagli camilla boniardi
Per tutto il resto dei miei sbagli, edito da Mondadori, è l’opera prima di Camilla Boniardi, nota ai più come Camihawke, nome che utilizza sui social che l’hanno resa celebre come content creator e influencer (un titolo che, a sua detta, non le si addice poi così tanto). I suoi follower però hanno parlato, o meglio, hanno comprato, al punto da portare il libro alla seconda ristampa nel giro di due giorni e far schizzare le vendite fino al picco di 36 mila copie vendute in due settimane. Per tutto il resto dei miei sbagli è in cima alle classifiche di vendita per la quinta settimana di fila e continua a riscuotere un notevole successo di pubblico durante gli incontri con la scrittrice e i firmacopie in giro per lo stivale.

Ma come mai l’ennesimo romanzo di una influencer riesce ancora a riscuotere un tale successo e, in questo caso, consenso?

Una nota di merito è sicuramente da attribuire alla trama, di ispirazione parzialmente autobiografica, che pone al centro argomenti ampiamente condivisibili dalla generazione a cui Camilla si rivolge: i suoi coetanei, nati negli anni ‘90 e testimoni del passaggio alla digitalizzazione delle emozioni e dei rapporti interpersonali. Chi conosce Camihawke, o semplicemente la segue da un po’, comprenderà dopo poche pagine che di autobiografico in questo romanzo c’è davvero parecchio.

Il cuore del libro è un pozzo di insicurezze, da cui Marta, la protagonista, estrae nuove preoccupazioni e ansie che mutano e si evolvono con l’avanzare degli anni: ”Quante volte avevo ordinato la cena in albergo per non andare al ristorante da sola, quanti film avevo rinunciato a vedere al cinema per fuggire gli sguardi indagatori…” sentimenti condivisi questi, che tengono il lettore, o più spesso la lettrice, incollata alla pagina come a un pezzo del proprio diario segreto.

Ad accompagnare la crescita di Marta c’è l’amicizia pura e sincera di Olivia, a cui non viene riservata mai una parola di risentimento, ma totale fiducia, apprezzamento e stima. Olivia è porto sicuro, spalla su cui piangere, cavaliere sul suo destriero bianco, pronto ad accorrere al primo grido d’aiuto.

Ma è proprio quando il cavaliere manca al suo appuntamento che Marta riesce a brillare. Scopre di poter uscire da sola dalla propria comfort zone ed essere felice, o quantomeno spensierata! L’arrivo di Leandro conferisce a Marta una nuova sicurezza, ma non senza qualche riserva: “[…] in attesa di sapere se all’ingresso darai indicazione di non farmi entrare per nessuna ragione, cerco di salvare ciò che resta della mia reputazione con una delle mie canzoni preferite.”

Leandro è l’amore puro e inaspettato, frontman di una band rock che ricorda “vagamente” un certo Aimone, che con Camihawke fa coppia fissa ormai da anni, con l’ampio consenso del nutrito stuolo di follower di entrambi.

Le insicurezze di Marta, che si alternano a riflessioni razionali e lucide sulla propria condizione di ventenne dalle molteplici possibilità, si traducono molto spesso in quella classica sindrome dell’impostore in cui la sua generazione sguazza ormai da tempo. Marta si sente sempre inadeguata, troppo bambina, troppo semplice, troppo immatura, troppo indecisa, fino a temere il giudizio altrui, anche quello degli amici: “Come si spiega una cosa grande come quella che è stata, senza sembrare solo un’ingenua incosciente raggirata da qualche parola d’amore e una promessa d’abbracci?”

La descrizione dei paesaggi gioca un ruolo altrettanto significativo all’interno del romanzo. La Perugia selvaggia di Leandro (o di Aimone), viene esaltata nella sua bellezza naturale e si scontra con i paesaggi meneghini dei giorni nostri, fatti di università gremite, aperitivi, concerti e feste aziendali. Una Milano “riscattata”, che evoca la Milano di Andrea De Carlo attribuendole una rinnovata dignità, un animo gentile, un calore inaspettato: “Camminando per le strade si sente il profumo dei capelli appena lavati, lasciati asciugare al tepore dell’aria, si partecipa al rumore delle tavole sparecchiate a tarda sera, che il sole d’estate, si sa, si trattiene anche dopo il caffè. Nessuno cammina a capo chino, con le mani affondate nelle tasche del cappotto, ci sono visi distesi e spalle spalancate, ci si ferma a guardare i balconi fantasticando su quanto sarebbe bello avere una terrazza così o un giardino cosà.”

Infine, gli sbagli, così importanti da essersi guadagnati un posto nel titolo del libro, come una sorta di confessione, di “mea culpa”… che se ci si è immedesimati fino alla fine forse si riuscirà anche a comprendere che gli sbagli non sempre sono solo nostri.

Parlando di note di merito, lo stile necessita senz’altro di qualche osservazione. Il libro è scorrevole, ha l’andamento di una conversazione tra amici. La voce dell’autrice sembra quasi provenire ininterrotta dal nostro cellulare, sezione “instagram stories”. La sua “arte di detutizzare l’abbigliamento” (la capacità di dare “dignità” anche a una tuta); il suo atteggiamento impacciato e poco mondano; i crodini a fine serata: tutto ci parla di un personaggio di cui conosciamo già i modi, la voce, la casa e la famiglia intera.

Ora che la promozione delle opere editoriali avviene quasi principalmente sui social e, in questo caso, a costo zero permette di veicolare la letteratura tra i giovani, la scelta di affidare alla penna di una influencer le insicurezze degli adulti del futuro, (perché adulti ancora non si riconoscono), non sembra poi così sbagliata. Ancor meno se la penna, (o la tastiera), è quella di Camilla Boniardi, che di libri ne ha letti e commentati, fino ad “influenzare” le abitudini di acquisto di molti dei suoi follower.

È per questo motivo che il piglio autobiografico rappresenta il vero cardine del successo del libro: chi ha acquistato Per tutto il resto dei miei sbagli sperava di trovarci l’episodio pilota della vita di Camihawke; anelava i dettagli sulla sua storia d’amore con Aimone, sperava di riconoscervi gli amorevoli genitori e l’amica fedele. Eccovi accontentati.