Perdite di sangue e dolori alle ovaie

Ho avuto due rapporti protetti, il 24 è tornato il ciclo di tre giorni fino al 26, molto abbondante. Ieri queste perdite. Cosa potrebbe essere?

Buongiorno,il giorno 15 agosto ho avuto due rapporti protetti. Il giorno 24 ciclo di tre giorni fino al 26, molto abbondante. Ieri 4 agosto e oggi 5 agosto ho avuto perdite di sangue e ho dolori alle ovaie, ho il seno gonfio. Puó essere un arrivo del ciclo? O cosa potrebbe essere?

Anonima


Cara Anonima,
avendo avuto rapporti protetti non corri alcun rischio, molto probabilmente queste perdite potrebbero essere correlate ad episodi di spotting ovulatorio, in funzione anche degli altri sintomi che racconti tipici dell’ovulazione, come dolori e gonfiori al seno. Tendenzialmente lo spotting ovulatorio è dovuto ad un brusco calo degli estrogeni (sbalzo ormonale) che solitamente precede di qualche giorno il picco ovulatorio (picco di LH) e che provoca un piccolo sfaldamento della mucosa uterina. Lo spotting può avere cause disfunzionali e organiche. Le più comuni sono le prime, legate a un’ovulazione non ottimale e sono più frequenti soprattutto in giovane età. Tendono a risolversi spontaneamente nel corso di due o tre cicli mestruali.
Le alterazioni ormonali possono dipendere da cause diverse: stress, disturbi del comportamento alimentare, assunzione di contraccettivi ormonali. Se lo spotting si protrae nel tempo e si ripete nei mesi, è un segnale del corpo che ci suggerisce che bisogna attivarsi.
Non riteniamo sia nulla di grave, se dovesse persistere come fenomeno, ti consigliamo comunque di consultare un ginecologo o rivolgerti a un Consultorio, dove troverai degli esperti per monitorare insieme la situazione, dare un nome alla causa ed eventualmente intraprendere un trattamento.
Un caro saluto!

2017-09-06T08:24:18+02:00

2018-12-11T11:50:05+01:00

Perdite di sangue e dolori alle ovaie

La malattia infiammatoria pelvica è un’infezione degli organi riproduttivi femminili superiori (cervice, utero, tube di Falloppio e ovaie).

  • Solitamente l’infezione si trasmette durante i rapporti sessuali con un partner infetto.

  • In genere si manifesta con dolore al basso ventre, secrezione vaginale e sanguinamento vaginale irregolare.

  • La diagnosi si basa sui sintomi, sull’analisi delle secrezioni della cervice e della vagina e talvolta si ricorre all’ecografia.

  • Avere un solo partner sessuale e utilizzare sempre il preservativo può ridurre il rischio di infezione.

  • Gli antibiotici possono eliminare l'infezione.

La malattia infiammatoria pelvica può essere un’infezione che colpisce

  • l’epitelio uterino (endometriosi)

  • le tube di Falloppio (salpingite)

  • una combinazione di quanto sopra

Se l’infezione è grave, può

  • diffondersi alle ovaie (ooforite)

  • produrre una raccolta di pus nelle tube di Falloppio (ascesso tubo-ovarico)

Circa un terzo delle donne con pregressa malattia infiammatoria pelvica presenta recidive nel tempo.

La patologia compare di solito in donne sessualmente attive e raramente interessa le ragazze prima del primo ciclo mestruale (menarca), le donne in gravidanza o in post-menopausa. Il rischio aumenta nei seguenti casi:

  • donne sessualmente attive sotto i 35 anni di età

  • donne che hanno partner sessuali numerosi o nuovi

  • donne con malattia infiammatoria pelvica pregressa

  • donne di classe socioeconomica bassa (che di solito hanno meno facilmente accesso alle cure mediche)

In genere la malattia infiammatoria pelvica è causata da batteri di origine vaginale. Il più delle volte i batteri si trasmettono durante il rapporto sessuale con un/a partner affetto/a da un’infezione sessualmente trasmessa. I batteri sessualmente trasmessi più comuni sono

Le irrigazioni vaginali aumentano il rischio di infezione.

In genere i sintomi di malattia infiammatoria pelvica si manifestano verso la fine del ciclo mestruale o pochi giorni dopo. Per molte donne, il primo sintomo è un dolore da lieve a moderato (spesso opprimente) nel basso ventre, che può peggiorare da un lato. Altri sintomi sono sanguinamento vaginale irregolare e secrezione vaginale, talvolta maleodorante.

Con la diffusione dell’infezione, il dolore addominale aumenta fino a essere molto grave e può essere accompagnato da una leggera febbre (di solito sotto i 38,9° C), nausea o vomito. Nella fase avanzata, la febbre aumenta e le secrezioni spesso diventano similpurulente, di colore giallo-verdastro. Talvolta si può avvertire dolore durante la minzione o il rapporto sessuale.

Anche se l’infezione è grave i sintomi possono essere lievi o assenti. I sintomi della gonorrea tendono a essere più gravi di quelli dell’infezione da clamidia o da Mycoplasma genitalium, che possono non produrre secrezioni o altri sintomi osservabili.

La malattia infiammatoria pelvica può determinare altri problemi, tra cui:

  • ostruzione delle tube di Falloppio

  • peritonite (una grave infezione addominale)

  • sindrome di Fitz-Hugh-Curtis (una grave infezione dei tessuti intorno al fegato)

  • un ascesso (una raccolta di pus)

  • aderenze (bande cicatriziali)

  • una gravidanza in una tuba di Falloppio (gravidanza tubarica)

Se sono infette, talvolta le tube di Falloppio possono bloccarsi e gonfiarsi a causa del liquido che rimane intrappolato all’interno. provocando una sensazione di pressione o un dolore cronico nel basso addome.

La sindrome di Fitz-Hugh-Curtis si sviluppa se l’infezione delle tube di Falloppio, dovuta a gonorrea o a infezione da clamidia, si diffonde ai tessuti che circondano il fegato causando dolore nel quadrante superiore destro dell’addome. Tale dolore assomiglia a quello di una patologia colecistica o da calcoli.

Le aderenze sono bande anomale di tessuto cicatriziale che si possono sviluppare quando la malattia infiammatoria pelvica produce liquido simile a pus. Questo liquido irrita i tessuti provocando la formazione di bande di tessuto cicatriziale all’interno degli organi riproduttivi o tra due organi nell’addome, con possibile conseguenza di sterilità e dolore pelvico cronico. Il rischio di sterilità e di altre complicanze è direttamente proporzionale alla durata, alla gravità e alla frequenza con cui l’infiammazione recidiva. Il rischio aumenta a ogni nuovo episodio di infezione.

  • Valutazione medica

  • Esame di un campione prelevato dalla cervice

  • Test di gravidanza

  • Talvolta, ecografia o laparoscopia

In genere, con un tampone si preleva un campione di liquido dalla cervice per determinare l’eventuale presenza di gonorrea o di un’infezione da clamidia. Anche se i test non rilevano gonorrea o un’infezione da clamidia, la presenza di malattia infiammatoria pelvica è comunque possibile.

Si procede a un test di gravidanza, per escludere la presenza di una gravidanza tubarica, possibile causa dei sintomi. Gli altri sintomi e i test di laboratorio aiutano a confermare la diagnosi.

Se il dolore impedisce lo svolgimento di un adeguato esame obiettivo o se sono necessarie ulteriori informazioni si procede a un’ecografia, che consente di individuare gli ascessi nelle tube di Falloppio o nelle ovaie e un’eventuale gravidanza tubarica.

La prevenzione della malattia infiammatoria pelvica è essenziale per la salute e la fertilità della donna.

L’astensione dai rapporti sessuali rappresenta un metodo infallibile per evitare la malattia infiammatoria pelvica a trasmissione sessuale. Tuttavia, in caso di rapporti sessuali con un unico partner il rischio è ridotto, purché entrambi non siano infetti con i batteri che provocano infezioni sessualmente trasmesse.

  • Antibiotici

  • Se necessario, drenaggio dell’ascesso

Gli antibiotici contro la gonorrea e l’infezione da clamidia vengono somministrati al più presto per via orale o intramuscolare. È necessario un trattamento immediato per prevenire gravi complicanze. Se necessario, la terapia antibiotica viene modificata non appena conosciuti i risultati degli esami.

La maggior parte delle donne è trattata a casa con antibiotici assunti per via orale, ma l’ospedalizzazione si rende necessaria nelle seguenti situazioni:

  • l’infezione non migliora entro 72 ore

  • la donna presenta sintomi gravi o febbre alta

  • la donna potrebbe essere incinta

  • si sospetta un ascesso

  • la donna vomita, quindi non può assumere antibiotici orali a casa

  • i medici non possono confermare la diagnosi di malattia infiammatoria pelvica e non riescono a escludere disturbi che richiedono un intervento chirurgico (come l’appendicite) quali possibili cause.

In ospedale, gli antibiotici vengono somministrati per via endovenosa.

Sugli ascessi che persistono nonostante il trattamento con antibiotici si può intervenire con un drenaggio, spesso mediante un ago inserito in una piccola incisione nella cute e seguito da un esame di diagnostica per immagini, come l’ecografia o la tomografia computerizzata (TC), che lo guida fino all’ascesso. Un ascesso rotto deve essere operato d’urgenza.

È opportuno astenersi dai rapporti sessuali fino al completamento della terapia antibiotica e alla conferma, da parte del medico, che l’infezione è stata eliminata completamente, anche se i sintomi scompaiono.

Tutti i partner sessuali recenti devono essere esaminati per ricercare, e quindi curare, un’eventuale gonorrea e infezione da clamidia. Se la malattia infiammatoria pelvica è diagnosticata e trattata rapidamente, è probabile una guarigione completa.

Quando si rimane incinta si hanno dolori alle ovaie?

Dolore alle ovaie nei primi mesi di gravidanza Il dolore ovarico è normale e frequente nel primo trimestre di gravidanza. "A determinarlo è la presenza del corpo luteo che in caso di fecondazione continua a produrre progesterone in grandi quantità" specifica la dott. ssa Sarli.

Che sintomi danno le cisti ovariche?

Il sintomo caratteristico è un dolore acuto e improvviso nel basso addome, che può durare da pochi giorni a qualche settimana; in alcuni casi il dolore può essere del tutto assente. dolore intenso in regione addominale, febbre, nausea e vomito.

Come si fa a capire quando scoppia il follicolo?

Quando scoppia il follicolo ovarico, il primo sintomo che si presenta è dolore addominale, accompagnato da sanguinamento e fuoriuscita di fluido follicolare. Il dolore è molto simile ai crampi mestruali, anche se si presenta in prossimità dell'ovulazione, ossia due settimane prima dell'inizio delle mestruazioni.

Quando fanno male le ovaie si sta Ovulando?

In un normale ciclo mestruale di 28 giorni, il dolore ovulatorio si manifesta all'incirca dopo 2 settimane dall'inizio delle mestruazioni e coincide con la rottura del follicolo ovarico maturo e il conseguente rilascio della cellula uovo.