Sport e integrazione: la vittoria più bella
29/05/2014
Si è svolto mercoledì 28 maggio al Circolo del Tennis di Roma il workshop "Sport e Integrazione: la vittoria più bella". L’iniziativa rientra nell'ambito delle attività previste dall’accordo di programma stipulato tra CONI e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per favorire l’integrazione sociale delle persone straniere attraverso lo sport ed ha rappresentato un momento di riflessione e di confronto finalizzato a promuovere esempi, anche attraverso la voce diretta dei protagonisti.
Presenti diversi rappresentanti del mondo sportivo, politico e sociale italiano e testimonial sportivi che hanno raccontato le loro storie offrendo una testimonianza diretta sul tema.
In occasione del workshop è stato presentato ufficialmente il Manifesto del progetto, curato dal Comitato Tecnico-Scientifico ed è stato rilanciato l’hashtag #fratellidisport, da utilizzare sui vari social network affinché chiunque possa dare il proprio contributo diretto all’iniziativa.
- Per saperne di più vai su www.fratellidisport.it
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Lo sport, proprio per i valori che lo caratterizzano, può e deve essere strumento per veicolare l’integrazione e il rispetto dell’altro. Proprio per questo il Coni e il Ministero del lavoro e delle politiche sociali hanno stipulato un accordo di programma in materia di integrazione sociale dei migranti attraverso lo sport. Da questo accordo è nato il Manifesto dello Sport e dell’integrazione. Ne abbiamo parlato con il professor Vincenzo Iaconianni, componente del comitato scientifico che ha redatto il Manifesto e Membro del Cda di Coni Servizi, che ha risposto alle domande di Earth Day Italia intervenendo su A Conti Fatti, rubrica trasmessa dalle frequenze di Radio Vaticana Italia
Professor Iaconianni, perché la necessità dell’accordo tra Coni e Ministero del Lavoro e Politiche sociali e quindi la nascita di questo Manifesto?
Le ragioni sono molteplici. Si è ritenuto opportuno stipulare questo accordo vista la naturale vicinanza dello
sport con il mondo del lavoro. In particolare si fa riferimento allo sport sotto il profilo dilettantistico, ma anche come vera e propria forma di lavoro che occupa tantissime persone in Italia. Infine anche per incentivare la cittadinanza sportiva, sulla quale si basa molto questo Manifesto.
Lei, come componente del comitato scientifico, ha redatto il Manifesto dello Sport e dell’Integrazione. Ci vuole spiegare cosa vuole promuovere il manifesto?
Lo dice il termine
stesso: integrazione sociale, concetto che investe tutto il mondo, tutta la società italiana anche sotto il profilo sportivo. Tutelare, incentivare, rendere ancora più semplice l'integrazione dei cittadini non italiani attraverso lo sport. Si parla allora di cittadinanza sportiva in questi termini: stranieri che si trovano in Italia, oppure stranieri nati in Italia, devono essere in grado di diventare, sotto il profilo sportivo, dei cittadini italiani e quindi rappresentanti dello sport
italiano.
L’obiettivo, quindi, è quello di perseguire lo Ius soli, spronando l’opinione e soprattutto le istituzioni?
Si sicuramente è così. Abbiamo usato il termine cittadinanza sportiva in quanto lo Ius Soli è un termine che ha natura sociale e politica. Nel caso dello sport ci è sembrato più opportuno parlare di cittadinanza sportiva al fine di distinguere quelle che sono le sfere non solo di interesse ma anche di competenza, della politica da una parte e dello sport
dall’altro. E' sicuramente uno degli aspetti di questo Manifesto, dove il Coni ha messo maggior interesse e maggior impegno.
A chi è indirizzato questo Manifesto?
E indirizzato a tutti, anche a chi non fa parte del mondo sportivo. Contiene una serie di norme, di raccomandazioni, di messaggi che vengono rivolti al mondo sportivo, ma che non possono avere una ricaduta solo ed esclusivamente sportiva. Bisogna sensibilizzare i cittadini italiani su questa problema, anche in
un’ottica sportiva.
In fatto di integrazione possiamo dire che lo sport, attraverso questo Manifesto, si è dimostrato più avanti rispetto ad altri settori della società, come ha affermato lo stesso presidente Malagò?
Condivido il pensiero del presidente Malagò, che lo sport, in questo ambito, sia all'avanguardia. Lo sport ha una funzione sociale importantissima, perseguita dal Coni stesso, che è l’integrazione. Lo sport, infatti, è fratellanza e convivenza civile e
pacifica fra i popoli.
Si terrà domani 5 novemnre a Roma alle ore 11 presso il Circolo del Tennis Foro Italico - Viale dei Gladiatori n. 31 il meeting conclusivo delle attività dell’Accordo di Programma 2015 e presentazione delle “Buone Pratiche” in materia di integrazione attraverso lo sport.
Interverranno: il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, il Presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano Giovanni Malagò, Alberto Miglietta, Amministratore Delegato della CONI Servizi, Federico Soda, Direttore dell’Ufficio Coordinamento per il Mediterraneo OIM e Diana Bianchedi, Componente del Comitato Scientifico di progetto
All’evento parteciperanno inoltre gli atleti: Carlo Molfetta, taekwondo (Club Olimpico); Frank Chamizo, lotta (CS Esercito); Anzhelika Savrayuk, ginnastica (CS Aeronautica); Fostine Eseosa Desalu, atletica (GS Fiamme Gialle); Josè Bencosme, atletica (GS Fiamme Gialle); Ahmed El Mazouri, atletica (GS Fiamme Gialle); Ivan Mach Di Palmstein, atletica (GS Fiamme Gialle).
L’iniziativa è finalizzata alla presentazione dei risultati dell’Accordo di Programma volto a promuovere, attraverso testimonianze dirette e “buone pratiche”, esempi che favoriscano l’integrazione sociale attraverso lo sport.