Come non pensare a una persona che ti manca

Come non pensare a una persona che ti manca

Cosa vuol dire quando ti manca qualcuno?

Per riassumere, sentire la mancanza di qualcuno è pensare ad una persona e ai momenti che abbiamo trascorso insieme a questa. D'altra parte, ricordare è richiamare alla mente i bei momenti, mettendo però da parte la nostalgia, ovvero tralasciando i sentimenti che si sono provati allora.

Come fare quando ti manca un amico?

Confidati con qualcuno. Esprimere i tuoi sentimenti può essere un ottimo modo per dare sfogo a quello che si agita nel tuo animo e ricevere il sostegno che ti serve. Mettiti in contatto con amici e familiari e spiega che cosa sta ti succedendo. Potresti dire: "Mi sento così triste ora che Marco si è trasferito.

Cosa fare se il tuo ragazzo ti manca?

Se pensi che il tuo ragazzo non ti manchi tanto quanto lui, è una buona idea iniziare una conversazione. Spiegagli che ti senti in questo modo e spiegagli perché. Sii cauto in modo da non sembrare che tu lo stia incolpando. Da lì, potrebbe rassicurarti o spiegare perché non mostra così tanto i suoi sentimenti.

Come non sentire la mancanza del partner?

Vedere il volto della persona amata, il suo sorriso, la sua voce, ti farà sentire subito meglio. Vedersi frequentemente via web sarà un antidoto alla nostalgia e una cura alla tristezza. Poter vedere tutti i giorni il sorriso della persona amata è il modo migliore per scacciare l'ansia della separazione.

Cosa fare se ti manca il tuo ex?

Mi manca il mio ex ragazzo, cosa posso fare?

  1. Smetti di inseguirlo. Sia che tu lo voglia riconquistare, sia che invece lo voglia dimenticare, devi ora smettere di inseguirlo e di stalkerarlo. ...
  2. Muoviti verso cose genuine. ...
  3. Fai progressi nella tua vita. ...
  4. Datti del tempo per guarire. ...
  5. Come riconquistarlo.

Come dire a un ex che lo ami ancora?

Ascolta ciò che ha da dire.

  1. Se dice di provare ancora qualcosa per te, parlate di ciò che è andato storto nel vostro rapporto. ...
  2. Se dice di aver superato tutto e di non provare i tuoi stessi sentimenti, basta rispondere: "Speravo che fosse diverso, ma sono contenta di aver saputo come stanno le cose da parte tua.

Se pensi spesso a qualcuno e non riesci a dimenticarlo – che sia un amico che non vedi da anni, il tuo ex o una persona incontrata a una festa il mese scorso – potrebbe essere colpa del modo in cui il cervello ricorda le cose. L’effetto Zeigarnik, utilizzato per spiegare anche come le canzoni si fissano in mente in modo ripetitivo, suggerisce alcune preziose intuizioni su come voltare finalmente pagina.

Vi è mai capitato di ascoltare uno spezzone di una canzone che poi vi siete ritrovati a canticchiare dopo qualche ora? O di ripensare intensamente all’ultima puntata di un telefilm, la cui ultima scena è terminata proprio sul più bello? Ebbene, sono solo due delle tante manifestazioni di un meccanismo molto affascinante che si chiama effetto Zeigarnik e che spiega perché è così difficile dimenticare, oltre che le canzoni o i film, anche alcune persone o relazioni. Questo effetto è stato scoperto dalla psicologa lituana Bluma Zeigarnik mentre si trovava a cena in un ristorante viennese piuttosto affollato. Intenta a consumare la sua cena, la psicologa notò che Il cameriere riusciva nell’arduo compito di ricordare a mente un numero sbalorditivo di ordinazioni, ma una volta portate al tavolo le pietanze dimenticava ciò che aveva servito. Tuttavia, sembrava ricordare molto meglio, anche a distanza di tempo, le ordinazioni lasciate a metà. Zeigarnik, da brava scienziata, approfondì il fenomeno in laboratorio e gli studi confermarono le sue intuizioni: quando un compito non viene portato a termine, si crea uno stato mentale di tensione che impedisce alla mente di iniziarne un altro da zero. È lo stesso meccanismo che viene messo in atto quando si compila una lista delle cose da fare o si inserisce un impegno in agenda. Per il solo fatto di aver pianificato un’attività, la mente trasmette messaggi ansiogeni che invitano a portarla a termine, impedendo di concentrarsi su altri processi mentali. Ne consegue che, per dimenticare e non pensare più a qualcosa, qualunque essa sia, è indispensabile “concludere” l’azione mentale iniziata in precedenza. Per farlo, spesso risulta necessario dare ascolto a quei richiami di completamento.

Comprendere le relazioni “sospese”

L’effetto Zeigarnik è responsabile anche di un altro fenomeno a volte irritante: quello di non riuscire a togliersi una canzone dalla testa. Una manciata di note musicali ascoltate di fretta in radio restano così impresse nella memoria da non poterle ignorare. Se trasportiamo questo meccanismo all’interno delle relazioni “sospese”, quelle cioè che sono concluse senza essere veramente risolte, non sarà difficile comprendere perché lasciarsi alle spalle queste relazioni diventi a volte complicato. È proprio per l’effetto Zeigarnik che una relazione, all’apparenza terminata, continua a perdurare nella mente. Potremmo dedurre che siamo programmati per continuare i progetti intrapresi, e così una relazione conclusa per volontà di qualcun altro e senza un chiaro e netto accordo (o rifiuto), potrebbe essere difficile da digerire. L’effetto Zeigarnik viene sfruttato anche nelle pubblicità dei trailer dei film in uscita al cinema: viene mostrata una sequenza di scene interessanti, che crea tensione e curiosità, chiudendo però il trailer sul momento di maggiore suspense con la data di uscita del film nei cinema. Questo espediente narrativo è definito cliffhanger e serve proprio per generare nello spettatore un senso di forte interesse e di non compiutezza. Nel caso delle relazioni, il sospeso e il non detto potrebbero influenzare in modo negativo l’autostima, a causa di un continuo rimuginio e auto-svalutazione. Le ore passeranno in preda a speculazioni inutili sul passato, che verrà rivissuto di continuo, e non considerato come “fatto compiuto”, ma dolorosa entità in divenire. I possibili sensi di colpa (se avessi fatto questo o quell’altro..) e i mirabolanti scenari della fantasia (sarebbe bello se…) potrebbero spingere molte persone a cercare in modo spasmodico di riprendere i contatti, con la speranza (o più propriamente illusione) di rivivere nel presente l’occasione persa.

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Cosa fare quindi?

Certo, potremmo rifiutare tutto questo, decidere di fare altro, darci al bungee jumping o a un hobby orientale, ma intanto il nostro pensiero, che lo vogliamo oppure no, continuerà a tornare a quella parola non detta o a quella lettera non scritta, insomma alla relazione sospesa. Cercare di distrarsi, insomma, è poco efficace.

  1. Il primo passo potrebbe essere quindi quello di accettare, con serenità, che il sentiero di ognuno è spesso segnato da eventi che rimangono lasciati a metà o vengono interrotti bruscamente.
  2. Il secondo passo è quello di svincolarsi dai malintesi, dal dolore e dalla tristezza, creando le condizioni per ritrovarsi con questa persona per sciogliere i nodi e per tagliare finalmente questo vincolo. Morale della favola: il metodo più pratico per scacciare una persona dalla nostra mente è lo stesso che utilizziamo per scacciare dalla nostra testa le note di una canzone insistente: ascoltarla fino alla fine. In questo modo il nostro cervello sarà più ben disposto, a quel punto, a lasciarla andare.

Lo dicevano anche gli psicologi della gestalt, quando affermavano che una configurazione visiva incompiuta si fissa nella memoria più di una compiuta. Anche Lacan, noto psicoanalista, scrisse che i conflitti non risolti si fissano con maggior persistenza nell’apparato psichico.

(16 Aprile 2019)

Come non pensare a una persona che ti manca

Martina Gnerre

Tirocinante

Dopo il conseguimento del titolo in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l’Università Cattolica di Milano, sta conseguendo la laurea magistrale in “Psicologia per il benessere: riabilitazione, empowerment e tecnologie positive” con un progetto di tesi dal titolo “I processi di codifica e di decodifica delle emozioni attraverso il canale vocale. Un’analisi acustica in soggetti con diagnosi di Parkinson”. Attualmente sta maturando diverse esperienze nel campo dell’ human machine interface, grazie all’avvio di due start-up che si occupano rispettivamente di benessere alla guida e di turismo.

Cosa fare per non sentire la mancanza di qualcuno?

Strumenti come confidarsi con gli amici più stretti, scrivere un diario, parlare con un terapeuta o meditare possono aiutare a elaborare, affrontare e superare il dolore della mancanza di qualcuno.

Perché si sente la mancanza di una persona?

Per riassumere, sentire la mancanza di qualcuno è pensare ad una persona e ai momenti che abbiamo trascorso insieme a questa. D'altra parte, ricordare è richiamare alla mente i bei momenti, mettendo però da parte la nostalgia, ovvero tralasciando i sentimenti che si sono provati allora.

Cosa si può fare quando ti manca una persona?

Trascorri più tempo con la famiglia e gli amici..
Chiama un amico e invitalo a prendere un caffè..
Invita un paio di amici a cena e cucinate insieme..
Vai a trovare tua nonna che vive fuori città durante un fine settimana..
Evita di isolarti dalle persone, soprattutto se ti senti depresso..

Quanto tempo ci mette una persona ad accorgersi che gli manchi?

Dopo una o due settimana trascorse in silenzio, inizierà a chiedersi perché non hai chiamato e magari anche a innervosirsi. Dopo un'altra settimana o due, sarai così tanto nei suoi pensieri che potrebbe essere pronto a riconoscere che gli manchi.