Cane che si morde la coda gif

esclusa la presenza di parassiti e necessità di svuotare le ghiandole anali, il rincorrersi la coda non è mai un atteggiamento da incentivare, in quanto è un modo che il cane ha per scaricare lo stress o per attirare l'attenzione.
Ti consiglio di ignorarei l cane quando attua questo comportamento, cambiare subito stanza e lasciarlo dov'era, non ridere non dare peso a quel che fa. Inoltre dedica più tempo a qualceh passeggiata o gioco, probabilmente ha un accumulo di energie che non sa come scaricare e entra in questo circolo vizioso del rincorrersi la coda.
Mai incentivare questo atteggiamento poco sano

Cane che si morde la coda gif

Cane che si morde la coda gif

Se non funziona nemmeno questa:

Post n°1377 pubblicato il 08 Settembre 2014 da melen.me

Il caso e' preoccupante!

Questa di cui sopra sarebbe una gif animata,alla pari di quelle di cui sotto.

Non funzionano le gif

non funziono io

non funziona piu' niente?

Probabilmente l'ultima,anche perche' ho notato che la pagina in home ,la' dove DOVREBBERO scorrere i vari blog e' ferma da MESI sempre sugli stessi e nessuno va a girare il foglio...

cazz pero',per i post in evidenza si muove...

c'e' un bel movimento...tipo cane che si morde la coda...piu' o meno!

BUONGIORNO.

Attualità

La riflessione di Lorenzo Biagiarelli: «C’è un motivo se la frutta e gli ortaggi costano»

Cane che si morde la coda gif

Comprensibile la caccia all'affare, anche quando si fa la spesa di ortofrutta al mercato. Ma se i prezzi diventano stracciati, prima di esultare per il possibile colpaccio bisognerebbe farsi due domande. Quelle che si è posto Lorenzo Biagiarelli, "not a chef" come si definisce, personaggio televisivo - è uno degli ospiti della trasmissione "È sempre mezzogiorno" condotta da Antonella Clerici - e social, con la sua pagina seguita da oltre 170mila persone su Facebook.

Cane che si morde la coda gif

E proprio su Facebook il fidanzato di Selvaggia Lucarelli ha postato una riflessione che parte da un video in cui un ragazzo vuole scoprire cosa riuscirà a comprare con dieci euro in uno dei mercati più economici della sua città.

"Alla fine porta a casa 10 carciofi, 1 kg di banane, 1 di mele e 1 di kiwi, 3 di patate, 1 kg di fragole e 1 di arance. Un sacco di roba - evidenzia Bigiarelli - Ci sono più di seimila commenti, quasi tutti entusiasti, quasi tutti sottolineando che chi commenta, nella propria città, non comprerebbe nemmeno la metà delle cose. E c’è un motivo. C’è un motivo se la frutta e gli ortaggi costano: qualcuno li ha raccolti. Qualcuno con uno stipendio regolare. Qualcuno, si spera, che non sia nelle grinfie del caporalato. Poi c’è qualcuno che li lavora, qualcuno che li trasporta, auspicabilmente nelle stesse condizioni dei lavoratori precedenti. Poi c’è qualcuno, ad esempio il supermercato, o la bottega, che su quello che vende paga le tasse, attraverso l’emissione dello scontrino. E infine c’è un'informazione sulla filiera, sulla provenienza, sulla cosiddetta qualità potenziale".

Una cosa ovvia si dirà, ma soprattutto in un periodo come questo, dove la tensione sui prezzi è massima, è sempre bene ricordarla. Anche perché se da una parte ci sono mercati che offrono ortofrutta a prezzi stracciati (ne abbiamo scritto anche qui), dall'altra nella distribuzione moderna e nel dettaglio tradizionale i valori fanno i conti con l'aumento dell'inflazione.

Cane che si morde la coda gif

"Ad esempio, al supermercato sotto casa mia un chilo di fragole della Basilicata costa sei euro. So da dove vengono, conosco la loro varietà e il periodo di raccolta, leggo il nome dell’azienda, su cui posso fare ricerche di eticità - aggiunge Bigiarelli - Pagherei 7 euro al kg dei kiwi con le stesse caratteristiche, per delle patate della Sila, ad esempio, 1,50. Questo al supermercato. Al mercato dei coltivatori diretti, forse anche di più, in quel caso però il produttore sarebbe di fronte a me, con frutta e ortaggi biologici, con una minore impronta di carbonio e con la certezza che i soldi che pago ricadranno sul lavoro del territorio. E accetterebbero un pagamento con il Pos".

"È scivoloso dire quanto sto per dire ma lo farò - prosegue il personaggio tv -: è possibile che quello sia un mercato con una clientela che per mille motivi non può permettersi di spendere prezzi maggiori di quelli offerti. È perfettamente comprensibile. Ciò non toglie che dietro a quei prezzi c’è lo spettro di gente ancora più povera, che zappa i campi sotto il sole per due euro al giorno e dorme in un Cara assieme a altri otto compagni di stanza. Di mancati introiti nelle casse dello Stato sotto forma di tasse non pagate, e l’assistenzialismo non si paga da solo, ma proprio con le tasse. Potrebbe esserci lo spettro della mafia, dell’agricoltura intensiva che impoverisce il terreno e obera l’ambiente. È un cane che si mangia la coda, e non è certo colpa del ragazzo che ha girato il video. Il problema del video è solo culturale: trasforma tutto questo pacchetto di miseria in un’allegra rappresentazione folcloristica, suscita commenti entusiastici mentre dovrebbero essere colmi di preoccupazione, in sostanza rende ‘cool’ una catena di problemi per l’ambiente, per lo Stato e soprattutto per la gente - conclude Lorenzo Biagiarelli - che, da una parte o dall’altra, a quella catena ci è legata mani e piedi".

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