Cu prestazioni occasionali sotto i 5.000 euro

Il contratto di prestazione occasionale è una delle tipologie contrattuali più diffusa, soprattutto dai giovani e da coloro che non hanno un posto fisso e vogliono comunque avere piccoli guadagni e dichiararli in modo da non avere problemi con il fisco.

Spesso le prestazioni occasionali sono il primo passo verso la partita IVA. Infatti molti futuri liberi professionisti fino al raggiungimento di una soglia di reddito e clienti soddisfacente, preferiscono lavorare con questo tipo di contratto occasionale in modo da non avere gli oneri previsti per la partita IVA. Infine, rappresenta un modo per esercitare un secondo lavoro e dichiararne i relativi redditi.

Il contratto di collaborazione occasionale è regolato in modo piuttosto preciso. Vediamo quali sono i limiti e la relativa tassazione. Andiamo con ordine.

  • Prestazione occasionale: requisiti
  • Che succede quando si superano i 5000 euro?
  • Prestazione occasionale dipendente pubblico
  • Ricevuta prestazione occasionale
  • Prestazione occasionale in dichiarazione dei redditi
  • Comunicazione preventiva lavoro occasionale

Prestazione occasionale: requisiti

Il contratto di prestazione occasionale è stato introdotto in Italia nel 2003 con la legge Biagi. Affinché una collaborazione possa essere iscritta in tale categoria deve rispondere a determinati requisiti, ovvero non deve trattarsi di un’attività svolta abitualmente, non deve esserci subordinazione o coordinazione con il proprio committente, ciò vuol dire che questo non deve dare indicazioni sul come svolgere l’attività e la stessa non deve essere coordinata con quella del committente.

Chi offre la prestazione occasionale ha un ampio margine di autonomia, non deve esserci continuità e deve trattarsi di un’attività non professionale.

Per quanto riguarda la forma contrattuale, non vi è l’obbligo di redigere un contratto scritto. La somma di tutti i compensi ricevuti non deve superare i 5000 euro annui.

E’ bene precisare che, nel caso in cui tali caratteristiche non fossero rispettate, in caso di controlli fiscali il contratto di prestazione occasionale verrebbe automaticamente trasformato in lavoro dipendente.

Che succede quando si superano i 5000 euro?

Ecco un altro aspetto da valutare attentamente. In base alla normativa INPS il collaboratore occasionale, non essendo un lavoratore subordinato ed avendo un reddito inferiore ai 5000 euro netti l’anno, non è tenuto a versare i contributi INPS, di conseguenza non accede alle prestazioni pensionistiche o ad altre forme di tutela riservate agli iscritti INPS.

Superati i 5000 euro netti, invece, vi è l’obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS e quindi al versamento di contributi per la parte di reddito eccedente i 5000 euro annui.

Prestazione occasionale dipendente pubblico

Il lavoro occasionale può essere affiancato anche ad altro lavoro subordinato, a questo punto però occorre precisare che non tutti i lavoratori dipendenti possono prestare tale tipo di collaborazione. Sono esclusi i dipendenti pubblici, coloro che sono iscritti in albi professionali e prestano lavoro intellettuale, ad esempio avvocati, architetti. Sono altresì esclusi coloro che fanno parte di organi di amministrazione o commissioni e coloro che fanno parte di enti sportivi riconosciuti, come il CONI.

Ricevuta prestazione occasionale

Chi esegue un lavoro con ritenuta d’acconto deve predisporre una ricevuta. Nella stessa devono essere indicate le generalità del committente e di chi esegue la prestazione, il numero progressivo della ricevuta e la data in cui è stata rilasciata (questa corrisponde alla data di consegna del lavoro e non quella in cui è stato commissionato), il compenso lordo, compenso netto e la ritenuta applicata.

La ritenuta d’acconto corrisponde al 20%, è versata dal committente e nel caso in cui il prestatore non superi i 5000 euro netti annui sarà restituita dall’Agenzia delle Entrate oppure sarà trasformato in credito d’imposta.

Se la ricevuta ha un valore superiore a 77,47 euro, il committente deve versare anche un’imposta di bollo pari a 2 euro.

Prestazione occasionale in dichiarazione dei redditi

Gli importi derivanti dai rapporti di collaborazione occasionale sono sottoposti alla disciplina dell’articolo 67 del TUIR (testo Unico delle imposte sui redditi).

Devono essere dichiarati alla voce “redditi diversi“. Non tutti sono però tenuti a dichiarare i redditi percepiti con tali tipologie contrattuali. Sono esenti dall’obbligo coloro che non percepiscono altri redditi e l’ammontare dei compensi per questa tipologia di lavoro non supera i 4800 euro lordi. Anche in questo caso, pur non essendovi obbligo, è comunque consigliato dichiarare le somme percepite, perché se è stata applicata la ritenuta d’acconto vi è diritto alla restituzione delle somme o a credito d’imposta.

Coloro che affiancano a questo lavoro un lavoro dipendente devono tenere in considerazione che le somme percepite per le prestazioni occasionali possono contribuire ad una maggiore aliquota IRPEF perché possono far superare le soglie previste dalla normativa.

Volendo tirare le somme, le prestazioni occasionali non devono superare i 5000 euro annui, in tal caso sarà necessario o farsi assumere come lavoratore dipendente oppure aprire una partita IVA e iscriversi alla gestione separata INPS, pagando i relativi oneri. Fino al limite di 4800 euro lordi si è esenti da obblighi di dichiarazione dei redditi, ma solo se non si percepisce altra entrata. Gli eventuali oneri versati in ritenuta diventano credito per il contribuente se l’ammontare delle entrate non supera i 5000 euro. Il prestatore occasionale può avere più committenti.

Questa tipologia di prestazione occasionale deve essere tenuta distinta dal lavoro accessorio occasionale. Si tratta di una forma applicabile solo a determinate tipologie di prestazioni, ad esempio in favore di associazioni senza fine di lucro, oppure piccoli lavori domestici, ripetizioni, piccoli lavori di giardinaggio. Si tratta di lavori occasionali che prima sfuggivano ad ogni tipologia contrattuale e si trasformavano in lavoro in nero.

La normativa di queste prestazioni è del tutto diversa da quella vista prima perché chi intende esercitare questa attività deve rivolgersi al Centro per l’impiego dove gli verrà consegnata una card magnetica. Chi vuole invece usufruire di queste collaborazioni occasionali deve ritirare, presso il Centro per l’impiego o presso esercizi commerciali convenzionati, dei vaucher del valore di 10 euro di cui 7,50 euro vanno al lavoratore e 2,50 euro alla gestione separata INPS, all’INAIL e un 5% alla gestione del servizio. Il lavoratore potrà riscattare il voucher presso l’ufficio postale. Anche in questo caso vi sono dei limiti perché i compensi ricevuti non possono superare i 5000 euro annui, un unico committente non può superare i 2000 euro se è imprenditore commerciale o professionista.

Comunicazione preventiva lavoro occasionale

L’art. 13 della legge n. 215/2021 ha previsto un nuovo obbligo a partire dall’anno 2022, vale a dire l’obbligo per le imprese di comunicare l’avvio dell’attività di un lavoratore autonomo occasionale.

La comunicazione, che deve essere preventiva, andrà effettuata per ora via email all’Ispettorato del Lavoro territorialmente competente, in ragione del luogo ove si svolgerà la prestazione. A regime la comunicazione sarà telematica.

La comunicazione dovrà contenere una serie di dati quali:

  • i dati del committente;
  • i dati anagrafici del lavoratore;
  • la sede ove il collaboratore svolgerà la propria prestazione lavorativa;
  • una sintetica descrizione dell’attività;
  • l’ammontare lordo del compenso, se stabilito al momento dell’incarico;
  • la data e l’arco temporale delle prestazioni  svolte.

In caso di mancata comunicazione si applica una sanzione amministrativa da 500 a 2.500 euro per ogni lavoratore autonomo occasionale.

Ecco il fac simile di Comunicazione preventiva

Quando vanno dichiarate le prestazioni occasionali?

I committenti titolari di partita IVA per cui hai effettuato una prestazione occasionale hanno l'obbligo di rilasciarti la Certificazione Unica (CUD) dei compensi ricevuti, di solito entro la fine di marzo dell'anno successivo a quello della prestazione (la scadenza può variare di anno in anno).

Cosa indicare nella Certificazione unica?

Certificazione Unica 2022 nella quale vengono riportati i dati fiscali e previdenziali relativi alle certificazioni lavoro dipendente, assimilati e assistenza fiscale e alle certificazioni lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi nonché i dati fiscali relativi alle certificazioni dei redditi relativi alle ...

Cosa succede se non si dichiara una prestazione occasionale?

In caso di mancata comunicazione si applica una sanzione amministrativa da 500 a 2.500 euro per ogni lavoratore autonomo occasionale.

Come indicare le somme non assoggettate a ritenuta nella CU 2021?

Il codice 8 all'interno della Certificazione Unica 2021 dovrà essere utilizzato per indicare tutte le somme che non concorrono alla formazione del reddito imponibile del contribuente in regime forfettario. Si tratta, ad esempio, delle spese anticipate, così come dei bolli indicati in fattura.