Tutte le poesie di pascoli in ordine alfabetico

Giovanni Pascoli è unanimemente considerato uno dei protagonisti del rinnovamento della lirica italiana che avviene tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Pascoli, infatti, si inserisce pienamente e originalmente nello sviluppo del simbolismo europeo.

Pascoli nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855 e la sua infanzia è sconvolta a undici anni dall’assassinio del padre in un agguato, vicenda che sarà oggetto della celebre poesia X agosto, e dalla morte di poco successiva della madre e di alcuni fratelli. Dopo alcuni anni negli ambienti anarchici socialisti, che gli costano anche un arresto, Pascoli riprende gli studi e una volta ottenuta la laurea comincia a insegnare e a scrivere poesie.

Sin dalla prima raccolta, Myricae, di cui X agosto fa parte, l’autore rinnova dall’interno la poesia italiana: nelle poesie di Pascoli domina il mondo delle piccole cose, testimonianza del senso di precarietà della condizione umana di fronte al mistero della natura, esplorato attraverso un linguaggio evocativo, allusivo e ricco di suggestioni fono-simboliche. Lo sguardo di un bambino mai diventato adulto sviluppa i temi della memoria, dell’infanzia, del sogno e della morte, privandoli della morbosità e dell’erotismo decadenti. Malinconica senza cadere nel sentimentalismo è la rievocazione di paesaggi e persone care. Questa poetica è espressa emblematicamente dalla riflessione sviluppata dall’autore nel testo Il fanciullino.

Le stesse atmosfere si ritrovano successivamente nella raccolta Canti di Castelvecchio, a cui appartiene i celebri componimenti La mia sera e La cavalla storna (un’altra poesia in ricordo dell’omicidio del padre: O cavallina, cavallina storna, che portavi colui che non ritorna; l’aggettivo storno si riferisce al mantello del cavallo quand’è di colore prevalentemente nero con piccole macchie di peli bianchi sparse a gruppi). Sono queste prime raccolte a fare di Pascoli un poeta di passaggio, interprete di una crisi di certezze che sarà emblematicamente novecentesca e si rifletterà nell’opera dei crepuscolari.

La seconda fase della produzione di Pascoli coincide con la sua successione a Carducci nella cattedra di letteratura italiana all’università di Bologna, dai primi anni del Novecento, ed è dominata dal mito classico, storico o civile. In questa città, il poeta rimane fino alla morte che avviene a Bologna il 6 aprile 1912.

Pascoli – Poesie

Moltissime sono le poesie di Pascoli divenute celebri, fra queste si ricordano principalmente le seguenti:

  • Arano
  • Il gelsomino notturno
  • Il lampo
  • L’aquilone
  • Il tuono
  • L’assiuolo
  • La cavalla storna
  • La mia sera
  • Lavandare
  • Nebbia
  • Novembre
  • Temporale
  • X agosto

Dopo una breve introduzione si rimanda alla scheda specifica nella quale, oltre al testo, sono presenti la parafrasi e una dettagliata analisi compresa la descrizione delle figure retoriche.

Arano – In questa poesia Pascoli descrive una scena di lavoro nei campi, con i contadini che arano e gli uccelli che sorvolando li “spiano”. Per approfondire si veda la scheda Arano.

Il gelsomino notturno – Poesia composta da Pascoli per il matrimonio dell’amico Gabriele Briganti; uscì in forma di opuscolo nel 1901; fu poi raccolta nei Canti di Castelvecchio nell’edizione del 1903. Per approfondire si veda la scheda Il gelsomino notturno.

Il lampo – Pascoli compose questa poesia tra 1891 e 1892 e la inserì nella sezione Tristezze della terza edizione di Myricae (1894). Nelle poesie di Pascoli torna frequentemente la descrizione dei fenomeni naturali, che egli osserva – da poeta-fanciullo qual è – con meraviglia e inquietudine. Per approfondire si veda la scheda Il lampo.

L’aquilone –L’aquilone è una poesia pubblicata nella raccolta Primi poemetti nel 1904. In questa poesia, a partire dall’odore delle viole il poeta ricorda alcuni momenti del suo passato e ne ricava una riflessione sulla vita. Per approfondire si veda la scheda L’aquilone.

Il tuono – Poesia inserita nella sezione Tristezze della quinta edizione di Myricae (1900), come testo successivo a Il lampo. In questa lirica Pascoli racconta il fragore improvviso suscitato dal tuono, che poi lascia spazio al silenzio, interrotto da un suono rassicurante: la dolce ninna nanna cantata da una madre al suo bambino che riposa nella culla. Per approfondire si veda la scheda Il tuono.

L’assiuolo – Poesia pubblicata la prima volta sulla rivista Il Marzocco nel 1897 e poi inserita nella sezione In campagna della quarta edizione di Myricae (1897). In essa Pascoli descrive un paesaggio notturno nel quale si distingue il canto lamentoso di un assiuolo, un uccello rapace il cui canto angoscioso diviene l’occasione per una riflessione sulla vita e sulla morte dell’uomo. Per approfondire si veda la scheda L’assiuolo.

La cavalla storna – In questa poesia, che fa parte dei Canti di Castelvecchio, Pascoli rievoca l’assassinio del padre Ruggero Pascoli, avvenuto il 10 agosto 1867. Tra i temi affrontati, oltre a quello della morte e della mancata giustizia terrena, Pascoli si misura anche con quello del dolore umano, di cui la natura si fa partecipe. Per approfondire si veda la scheda La cavalla storna.

La mia sera – Questa poesia fu pubblicata per la prima volta nel 1900 sulla rivista Il Marzocco per poi entrare far parte della prima edizione dei Canti di Castelvecchio (1903). Pascoli coglie la parte finale di una giornata dopo la pioggia, in cui trova spazio un paesaggio di serenità e armonia tra gli elementi naturali. Per approfondire si veda la scehda La mia sera.

Lavandare – Fra le tante poesie di Pascoli, Lavandare è sicuramente una delle più note; inserita nella raccolta Myricae, fa parte della sezione L’ultima passeggiata, la sesta delle quindici di cui è composta la raccolta. Per approfondire si veda la scheda Lavandare.

Nebbia – Pubblicata per la prima volta nel 1899 sulla rivista Flegrea, Nebbia entrò poi a far parte della prima edizione dei Canti di Castelvecchio (1903). In questa poesia Pascoli descrive inizialmente la nebbia come elemento atmosferico, per poi in seguito invocarla affinché separi il “nido” familiare da tutto ciò che si trova all’esterno. Per approfondire si veda la scheda Nebbia.

Novembre – Una delle poesie di Pascoli più note. Dopo la pubblicazione sulla rivista Vita nuova, fu inserita nella prima edizione della raccolta Myricae (1891). Basilare la descrizione la descrizione del paesaggio che, come in molte altre poesie di Pascoli, assume una doppia valenza: dietro apparenti armonia e serenità, è presente in modo costante la minaccia della morte. Per approfondire si veda la scheda Novembre.

Temporale – Composta nel 1892, Pascoli inserì questa poesia nella sezione In campagna della terza edizione di Myricae (1894). In questa ballata, gli elementi preannunciano l’arrivo di un temporale e, come in molte altre poesie di Pascoli, la rappresentazione del reale cela un significato simbolico, perché filtrata dalle impressioni soggettive. Per approfondire si veda la scheda Temporale.

X agosto – Senza ombra di dubbio, X agosto è una delle poesie più celebri di Giovanni Pascoli; nel 1896 fu pubblicata sulla rivista Il Marzocco; in seguito fu inserita nella quarta edizione di Myricae. La poesia mette in relazione due avvenimenti legati al 10 agosto: data in cui si celebra di San Lorenzo e giorno in cui, nell’anno 1867, perde la vita, in seguito a un agguato, il padre di Pascoli, Ruggero; questa perdita segnerà profondamente il poeta. Per approfondire si veda la scheda X agosto.

Tutte le poesie di pascoli in ordine alfabetico

Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912) è ritenuto, con Gabriele D’Annunzio, il maggior poeta decadente italiano

Giovanni Pascoli – Biografia e opere

  • 1855 – Nasce a San Mauro di Romagna (oggi San Mauro Pascoli in suo onore)
  • 1867 – Suo padre, Ruggero, muore assassinato
  • 1871 – Inizia a frequentare il liceo classico di Rimini
  • 1879 – Viene arrestato per aver per aver partecipato a una protesta contro la condanna di alcuni anarchici
  • 1882 – Consegue la laurea e comincia a insegnare latino e greco; è iniziato alla massoneria
  • 1887-1895 – Insegna a Livorno
  • 1891 – Myricae
  • 1895-1897 – Insegna a Bologna
  • 1895 – Lyra romana
  • 1897 – Pensieri sull’arte poetica
  • 1897 – Iugurtha
  • 1897 – Poemetti
  • 1897-1903 – Insegna a Messina
  • 1900 – Sul limitare
  • 1900 – Sotto il velame
  • 1901 – Fior da fiore
  • 1902 – La mirabile visione
  • 1903 – Canti di Castelvecchio
  • 1903-1905 – Insegna a Pisa
  • 1904 – Poemi conviviali
  • 1905 – Succede al Carducci nella cattedra bolognese di letteratura
  • 1906 – Odi e inni
  • 1907 – Pensieri e discorsi
  • 1909 – Nuovi poemetti
  • 1911 – Poemi italici
  • 1912 – Muore a Bologna

Tutte le poesie di pascoli in ordine alfabetico

Francobollo dedicato a Giovanni Pascoli

Frasi celebri di Giovanni Pascoli

  • Oh! Come è necessaria l’imperfezione per essere perfetti!
  • Il nuovo non s’inventa: si scopre.
  • Il poco è molto a chi non ha che il poco.
  • Il ricordo è poesia, e la poesia non è se non ricordo.
  • Il dolore è ancor più dolore se tace.
  • Il sogno è l’infinita ombra del Vero.
  • Non vedrei ora così bello, se già non avessi veduto così nero.
  • Chi prega è santo, ma è più santo chi fa.
  • Il mondo nasce per ognun che nasce al mondo.
  • Il poeta è colui che esprime la parola che tutti avevano sulle labbra e che nessuno avrebbe detta.

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Quali sono tutte le poesie di Pascoli?

Giovanni Pascoli, le poesie più belle.
Il gelsomino notturno. E s'aprono i fiori notturni, ... .
Il lampo. E cielo e terra si mostrò qual era: ... .
Sogno. Per un attimo fui nel mio villaggio, ... .
Di lassù La lodola perduta nell'aurora. ... .
X agosto. San Lorenzo, io lo so perché tanto. ... .
La gatta. ... .
Maria. ... .
Il brivido..

Qual è la poesia più famosa di Pascoli?

Giovanni Pascoli: le poesie più celebri.
“L'assiuolo”: sempre contenuta nella raccolta del 1897 Myricae, il titolo è ispirato a una specifica specie di uccello, l'assiolo. ... .
“Patria”: anche questa poesia è presente nella raccolta Myricae. ... .
“Il passero solitario”, 1986: anch'essa inserita nell'edizione di Myricae del 1897..

Quante poesie scrisse Pascoli?

Nel 1903, la raccolta definitiva comprendeva 156 liriche del poeta. I componimenti sono dedicati al ciclo delle stagioni, al lavoro dei campi e alla vita contadina. Le myricae, le umili tamerici, diventano un simbolo delle tematiche del Pascoli ed evocano riflessioni profonde.

Qual è la poesia più famosa?

Poesie più famose.
1 - Il più bello dei mari di Nazim Hikmet..
2 - A Silvia di Giacomo Leopardi..
3 - Ode al pomodoro di Pablo Neruda..
4 - Felicità di Trilussa..
5 - Il tuo sorriso di Pablo Neruda..
6 - La ninna nanna della guerra di Trilussa..
7 - Bacio di Alda Merini..